Cosenza. Trascinate in questura per uno striscione: Fem.In. ha forse toccato un nervo scoperto?

TRASCINATE IN QUESTURA PER UNO STRISCIONE: FEM.IN. HA FORSE TOCCATO UN NERVO SCOPERTO? ‼️

di Fem.In. Cosentine in lotta

In merito alla pacifica e breve azione di ieri sera nei pressi delle Questura di Cosenza, alcune di noi sono state fermate dalla DIGOS e da alcune pattuglie, nei meandri di un locale del centro, mentre erano in procinto di tornare a casa. Tutto questo senza presupposti giuridici adeguati e solo per il fatto di appartenere a questo collettivo. Troviamo l’accaduto – dai toni minatori- assurdo e stucchevole; siamo state trattenute per due ore in Questura a discutere del niente. Specialmente, dobbiamo tristemente prendere atto di quanto la coercizione personale sia l’unica ed immediata risposta che l’apparato giudiziario è in grado di offrire (o almeno lo vuole) rispetto un tema delicato, oggettivo ed urgente. Le nostre non sono mai state critiche immotivate, se non altro la cronaca è sotto gli occhi di tutti noi.

Tale atteggiamento, in piena salsa di rivalsa politica e d’immagine, ci ha solo riconfermato quanto, da donne, non possiamo realmente fidarci di tali figure circa il contrasto alla violenza che subiamo ogni giorno, su più livelli. In questo caso si è trattato di una lesione della nostra libertà personale. La Questura, anziché vestirsi da mandante, avrebbe potuto convocarci per discutere spontaneamente e civilmente i punti critici nella rete territoriale per il contrasto alla violenza di genere, ma ha preferito altre metodiche. Come se non bastasse è stato proposto di firmare un verbale d’accompagnamento (nonostante non ci fossero i presupposti per lo stesso, perché non ci siamo mai rifiutate di farci identificare nè sono aperte indagini specifiche sul caso) in cui era scritto nero su bianco che le persone presenti si dichiaravano colpevoli per lo striscione ed il colorante (per inciso, è già andato via poiché lavabile) quando questo non è assolutamente vero nè è mai stato detto. Forse quando ci si spinge oltre non si è disposti a transigere, ma i nostri diritti non si toccano e chi dovrebbe garantirli potrebbe iniziare a farsi due domande su dove e come ha sbagliato.