Il mandato di Raffaele Mauro alla guida dell’ASP di Cosenza, giunto al traguardo dei 12 mesi, sarà ricordato come uno dei più turbolenti nella storia della sanità provinciale.
Mauro ne ha veramente combinate di tutti i colori da una parte assecondando i desiderata più folli dei suoi padrini politici ma dall’altra aggiungendoci il carico delle sue “follie” che non sono state certo da meno. Tirando le somme, l’anno di Mauro, se possibile, ha contribuito a fare odiare ancora di più la “politica sanitaria” di personaggi come Madame Fifì, la sua principale sponsor, Palla Palla e naturalmente il Cinghiale, che essendo il padrone per grazia ricevuta, dev’essere comunque servito.
Tra le varie amenità emerse in questi mesi, oltre alla depressione, al mercato dei posti letto, agli incarichi legali, ai lodi arbitrali serviti sempre su un piatto d’argento ai soliti noti, finora non avevamo ancora preso in considerazione la carriera del Nostro eroe.
Beh, non ci crederete ma il curriculum vitae di Raffaele Mauro non è conforme alla legge che richiede il formato europeo. Mancano gli estremi degli atti formali di conferimento incarico, i riferimenti ad eventuali concorsi vinti. Manca la dichiarazione circa l’assenza di conflitti di interesse. Insomma, questo curriculum è estremamente e volutamente generico.
Come, infatti, avrebbe potuto dimostrare il suo passaggio dal settore della Medicina legale a quello del controllo sulle attività delle case di cura private?
Quando avrebbe fatto il previsto avviso pubblico per la direzione del settore? E come gli è stata attribuita la dirigenza responsabile ex art. 118 il giorno stesso che è rientrato da Castrovillari a Cosenza?
Non è per nulla chiaro e, pertanto, non poteva essere valutato per la nomina a direttore generale. Eppure, nonostante quanto sopra e l’annullamento di ben 7 atti deliberativi in autotutela, la questione della RSA di Caloveto, ben quattro atti aziendali rimandati al mittente e l’attivazione del procedimento di revoca attivato dalla struttura commissariale, costui continua a restare al suo posto ed a fare continui danni.
Ma per gente come Mauro, che non a caso abbiamo ribattezzato Faccia di plastica, l’importante è aspettare la revoca per impostare la causa e prendersi (ancora!!!) i soldi previsti dal contratto.
Speriamo che possa spenderli DAVVERO in medicinali per la depressione. Non siamo adusi a lanciare anatemi ma in questo caso è impossibile non farlo.