Continua la “fuga” dalla questura di Cosenza. Dopo la promozione e il trasferimento del dottor Catalano, già capo della Squadra mobile di Cosenza, a fare le valige anche il bravo e operoso vicequestore aggiunto, il dottor Gianni Albano. Lo abbiamo scritto: la questura di Cosenza è considerata solo di passaggio per “alcuni” dirigenti in cerca di “qualcosa”, e forse è arrivato il momento di spiegare ai cittadini il perché, e cosa c’è dietro, a questo continuo via vai di questori, vicequestori, e dirigenti, dagli uffici della questura.
Neanche il tempo di prendere posto, di iniziare una indagine, che arriva subito la promozione (nel caso del dottor Catalano, e del dottor Albano, più che meritata) e il trasferimento. E tutto questo non può più essere ricondotto ad un “normale avvicendamento”, la frequenza con la quale i dirigenti e i questori vengono “sistematicamente” promossi e trasferiti, alla velocità della luce, è fuori da ogni criterio di regolare gestione “del personale”. Anche perché nella questura di Cosenza prestano servizio dirigenti che hanno diretto sezioni per quasi 20 anni; la discrasia tra la toccata e fuga di alcuni dirigenti, così come avviene da oltre 10 anni, e la “pianta stabile” di altri, è talmente evidente che è lecito pensare che su “questi repentini trasferimenti con annessa promozione”, gatta ci cova. Che non vuole dire pensare per forza male.
Infatti le domande che ci siamo sempre posti – a fronte di questo “fenomeno migratorio” oramai più che certificato, ovvero il passaggio obbligato dalla questura di Cosenza di questori e dirigenti che vogliono fare carriera ed essere trasferiti nella località desiderata -, sono due, la prima è questa: ma per ottenere ciò è necessario “pagare qualcosa”, e se si, a chi? La seconda: non è che i dirigenti bravi che ficcano il naso dove non dovrebbero vengono allontani (con una bella promozione) per troppo curiosità?
Il dottor Gianni Albano era arrivato poco più di anno fa, alla mobile di Cosenza, a dare manforte al dottor Catalano, almeno così ci piace pensare. Un bravo e capace investigatore in “aggiunta” alla già competente squadra messa in piedi dal dottor Catalano, per dare una botta definitiva ad una delle indagini più complicate, travagliate, e osteggiate della storia giudiziaria calabrese: “il Sistema Cosenza”, guidato e gestito da una cupola massomafiosa talmente potente da imporre persino la nomina a cariche pubbliche delicate (questore, comandante dei carabinieri, procuratori, prefetto, sindaco) di persone a loro gradite… e chi ficca il naso dove non dovrebbe, una bella promozione con annesso trasferimento, e via. Controllare “le rappresentanze dello stato”, è condizione indispensabile per garantire la riuscita di ogni intrallazzo, di un certo livello, che si rispetti. Un “sistema” messo a punto per assicurare l’impunità alla cupola e ai suoi sodali, e per avallare, così, il “mito” di Cosenza isola felice di tutto il Sud. E il via vai di questori e dirigenti dalla questura di Cosenza potrebbe essere, in un modo o nell’altro, funzionale a tutto questo.
Il che fa di Cosenza l’unica città di tutto il Sud Italia dove la massomafia non è presente. Siamo (noi cosentini) completamente circondati da massomafiosi, persino a Potenza la Dda conduce operazioni antimafia, tranne che a Cosenza. Infatti la massomafia a Cosenza è, e resta, una invenzione di Iacchite’. E la mancanza di indagini, perché non ce n’è bisogno, lo dimostra. Perciò i questori e i dirigenti qui si avvicendano con una frequenza che non ha rivali nelle altre questure. Qui si annoiano a non fare niente e chiedono, dopo un po’, il trasferimento (espressione retorica, meglio specificare).
Da qualche giorno il dottor Gianni Albano ha assunto la direzione della Squadra mobile di Vibo Valentia, a lui gli auguri di buon lavoro da parte della nostra redazione.