Cosenza Vecchia, la verità che tutti nascondono

di Stefano Catanzariti 

In questo post che avevamo pubblicato nel 2019 raccontammo la nostra verità sui tavoli istituzionali.
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=898221060531666&id=154763434877436
Vi invito a leggerlo per bene.

Come al solito tutti si nascosero, e nessuno rispose al messaggio e alla denuncia da noi fatta.
Avevamo denunciato già da tempo quindi chi osteggiava i tavoli, chi usava il suo ruolo per decidere i soggetti a sua discrezione, chi portava tramite corsie preferenziali portatori di interessi personali all’interno dei tavoli. Chi chiedeva come requisito fondamentale l’essere contro Occhiuto.

Non siamo mai stati simpatizzanti del sindaco, ma mai per partito preso.
Le nostre critiche al suo operato sono chiare e pubbliche, dove c’è qualcosa che non quadra noi abbiamo chiesto risposte denunciando pubblicamente il tutto. Non abbiamo la stessa visione di città, perché crediamo che vengano prima i bisogni al superfluo. Abbiamo un infinità di cose da rinfacciare al suo operato. Crediamo che in questi anni l’amministrazione abbia mangiato e fatto mangiare bellamente sulle spalle dei cittadini, lasciando un buco enorme che pagheremo a caro prezzo.

Ma quando ci è stato chiesto di unire tutte i gruppi per fare un progetto anti Occhiuto, abbiamo risposto che l’unica cosa che ci interessava era un progetto Pro Centro storico, e che o si parlava degli interessi reali dei cittadini o noi saremmo usciti da quei tavoli. Fin quando la gestione dei tavoli fu nelle mani di Morra infatti non venimmo più invitati , anche e soprattutto perché in una delle tante inutili riunioni tenute al Renzelli cantammo, come si suol dire, la pampina al suo assistente e alle associazioni presenti.

Riunioni inutili che consistevano in uno sfogatoio per chi come noi era incazzato e voleva imporre le vere emergenze del centro storico (sicurezza, dignità, lavoro e recupero) con idee e progetti che sarebbero stati donati gratis, senza alcun interesse personale visto l’estrema informatà che caratterizza il nostro comitato, e chiedeva di superare la burocrazia e le norme che bloccavano i finanziamenti solo sul pubblico. Dall’altra parte rappresentava un ancora di salvezza, una speranza per soggetti portatori di progetti ed iniziative private, alcune meritevoli, ma che a nostro avviso andavano collocate un gradino sotto rispetto alle priorità dei cittadini.
Ha ragione il sindaco a lamentarsi di ciò quindi.

Quello che però Occhiuto non racconta è che la responsabilità è anche sua se si è arrivato ad arripezzare un piano che fa acqua da tutte le parti.
L’amministrazione infatti è in carica da 10 anni,e nel corso di questi ha sempre dichiarato intoccabili i privati, sebbene nel corso degli anni abbiamo presentato ed esposto tutte le leggi e le norme sia del codice civile che del codice dei beni culturali, che non solo davano la possibilità agli enti più prossimi di intervenire, ma impone in contesti storici con vincoli paesaggistici di intervenire. Salvo poi , in maniera improvvisa, dichiarare il contrario. Abbiamo sempre chiesto in questi anni di intervenire con diverse formule: esproprio, requisizione, acquisizione ed interventi a danno.

L’amministrazione conosce benissimo i lavori effettuati dalla Lipa Ambiente, con la mappatura di tutti gli edifici a rischio crollo e le schede tecniche. Un lavoro completo di recupero del centro storico, e di contrasto a tutti i rischi naturali e strutturali. Un lavoro che poteva essere la base per il recupero della città vecchia ma che è stato considerato carta straccia, salvo usare ora le stesse parole contenute in quel piano per chiedere fondi alla regione.
Il sindaco nasconde anche il fatto che, nel gennaio di quest’anno andammo in comune a proporre l’utilizzo di diversi fondi per il sociale che erano rimasti inutilizzati in regione , per acquisire le case pericolanti prima della firma ed inserirle all’interno del piano dei 90 milioni.

Questi 90 milioni, come ho scritto prima fanno acqua da tutte le parti, ed in più hanno delle zone oscure che pubblicheremo in questi giorni, con nomi e dati oggettivi.Ennesimi regali ad amici e fondi sovrapposti. Adesso si richiedono altri 50 milioni, che sommati all’accordo di programma , ad agenda urbana, ai 90 milioni , ai fondi per il dissesto, ai diversi interventi già finanziati come il palazzetto o la plurifinanziara piazzetta toscano fanno arrivare la cifra ad oltre 200 milioni.
Il problema non è quanti soldi si stanziano, ma come si utilizzano. Quello che nessuno dice fra gli encomi e che questi non sono soldi regalati, ma rappresenteranno un debito per lo stato se non saranno in grado di creare un meccanismo di rinascita per il centro storico.
C’è ancora tanto da raccontare e lo faremo punto per punto.
To be continued.

Stefano Catanzariti