Per fortuna c’è qualcuno che ha aperto gli occhi e li sta facendo aprire a tutti sullo scandalo, tutto calabrese e molto cosentino, della gestione del Ciclo integrato dell’acqua. Nonostante gli italiani abbiano deciso con un referendum che la gestione dev’essere pubblica e nonostante TUTTE le regioni d’Italia si siano regolarmente adeguate al sistema, in Calabria continuiamo ad avere un carrozzone politico bene individuato, la Sorical, che per quanto sia in liquidazione da anni, ancora non viene cancellato. Mentre a Cosenza, se possibile, sono ancora più squallidi (e viscidi) per la persistenza di un altro vergognoso carrozzone, che si chiama Consorzio Valle Crati, che addirittura qualche settimana fa, nonostante tutto il can can, in sordina e sottobanco ha assegnato per 15 (!!!) anni ad un soggetto privato (il chiacchieratissimo Alfonso Gallo) la gestione dell’impianto di depurazione di Rende.
Pochi mesi fa, nel corso di una riunione dei sindaci che aderiscono al Consorzio Valle Crati con l’assessore regionale all’Ambiente, il sindaco di Carolei Francesco Iannucci ha alzato la voce fino ad urlare per denunciare questa vera e propria vergogna, che ovviamente ha precise responsabilità con tanto di nomi e cognomi, visto che il Consorzio Valle Crati è nelle mani di un noto faccendiere, per giunta plurindagato dalla procura di Cosenza, tale Maximiliano Granata, che crede di poter fare ancora i suoi porci comodi nella maniera che adesso vi spieghiamo e con la VOMITEVOLE complicità dello stesso porto delle nebbie cosentino.
Questo affidamento al privato Alfonso Gallo per 15 anni attraverso la nascita di un nuovo “mostro” che si chiama Kratos (o Cratos) e subentra alle società dello stesso Gallo (General Construction prima e Geko poi) attraverso il quale continuare a speculare su un servizio che dovrebbe essere interamente pubblico da anni, grida veramente vendetta.
Sì, perché questa gestione poteva e doveva essere affidata al nuovo Soggetto Unico che si dovrà occupare dell’intero Ciclo Integrato dell’Acqua. E qualcuno appena partirà il Ciclo Integrato dell’Acqua si dovrà prendere la responsabilità del risarcimento milionario ad Alfonso Gallo per mandarlo via.
Basta fare due conti per capire la gravità della situazione e la portata gigantesca della PORCATA che si vorrebbe portare a termine.
Con l’assegnazione dell’impianto di depurazione di Rende sono stati concessi 35 milioni di finanziamento da parte del CIPE in Project Financing al signor Gallo, che è stato tenuto sulla corda per 7 anni proprio perché aspettava questa assegnazione contraria ad ogni logica.
26 milioni verranno versati a fondo perduto mentre 9 milioni di euro dovrebbe versarli il privato ovvero Gallo, ai quali vanno aggiunti 12 milioni di fatturato all’anno per 15 anni, che al paese mio fanno 180 milioni di euro!!! 180 milioni più 26 milioni di finanziamento fa 206 milioni di euro…
Il Ciclo Integrato dell’Acqua dovrà partire anche in Calabria (ché ancora, fino a prova contraria, fa parte dell’Italia…) entro il prossimo 31 dicembre, altrimenti il governo dovrà pagare una multa di 800 milioni alla Comunità Europea, ma affinché questo accada bisognerà prima togliersi dai coglioni (scusate il francesismo ma quannu ci vo ci vo) Alfonso Gallo, che tuttavia adesso, grazie all’insensata e pazzesca assegnazione, reclamerà il 10% di quello che vale la gara-farsa che ha vinto grazie a Granata, Occhiuto che gli sta dietro e la procura di Cosenza che sta in silenzio.
Il 10% di 206 milioni di euro fa 20 milioni e 600 mila euro, che dovranno essere versati dalla Regione Calabria grazie proprio all’affidamento che ha fatto nel mese di luglio il Consorzio Valle Crati.
La logica invece vorrebbe che questi 20 milioni e 600 mila euro dovrebbero versarli di tasca loro questi traffichini del Consorzio Valle Crati, che fottendosene del buon senso hanno proceduto a questa assegnazione.
Sono in molti a pensare che Granata si è già messo d’accordo sui soldi che la Regione Calabria dovrà dare ad Alfonso Gallo quando partirà il Ciclo Integrato dell’Acqua. Del resto, sul bando di gara c’è scritto chiaramente che quando partirà il Ciclo Integrato dell’Acqua per togliere la società privata che ancora sta là perché aspetta i soldi, bisogna liquidarla con il 10%…
Tutto questo avviene nel silenzio generale (con l’esclusione ovviamente del sindaco di Carolei), di sindaci, amministratori vari (parlamentari e consiglieri regionali) e sindacati
Sembra che a questa torta siano tutti interessati… E naturalmente a coprire la PORCATA c’è sempre il Gattopardo di Cosenza e il porto delle nebbie a lui assoggettato. Ma si può andare avanti in questo modo?