È inevitabilmente calata l’attenzione mediatica sul fattaccio di Lorica che è costato la vita a Ilaria Mirabelli. Nel frattempo, la “battaglia giudiziaria” ha imboccato la strada degli accertamenti tecnici irripetibili: prima quelli sulla Volkswagen Up di proprietà di Antonio Molinari al deposito di Ciccio Misasi (in due tempi) e a Lorica, sul luogo del presunto incidente, poi quelli sugli smartphone e un ulteriore accertamento dei carabinieri del Ris su altri reperti trovati nell’auto tra i quali un capello e alcune tracce di sangue. Per quanto siamo riusciti a sapere, in questo mese di dicembre scadranno i termini per il deposito della perizia da parte dei consulenti della procura, l’ingegnere Fausto Carelli Basile per la parte tecnica e i dottori Bernardo Cavalcanti e Vannio Vercillo per quella mesica. Ogni giorno potrebbe essere quello buono, anche se è sotto gli occhi di tutti la circostanza che si sta perdendo troppo tempo ma tant’è.
Ma torniamo all’attenzione mediatica. RaiUno e Canale 5, nel corso dei primi 30 giorni dopo i fatti, con le trasmissioni “La vita in diretta” e “Pomeriggio Cinque” hanno sfornato nel breve volgere di 24 ore ben due testimoni che hanno già dichiarato davanti ai carabinieri del comando provinciale di Cosenza di aver visto Mario Molinari alla guida dell’auto. Si tratta di una donna e di un uomo, che hanno visto l’indagato – per il momento – di omicidio stradale in due momenti diversi. Uno dei testi ha dichiarato di averlo visto alla guida subito dopo aver consumato il pranzo al ristorante “La terrazza sull’Arvo” mentre l’altro ha affermato di averlo visto alla guida della Volkswagen mentre sfrecciava ad alta velocità in direzione Cosenza.
Due testimonianze “pesanti” che, com’è facile intuire, non sconfessano soltanto i Molinari, padre e figlio, ma soprattutto il carabiniere che ha effettuato i rilievi a Lorica ovvero il maresciallo Luca Pagliara, vicecomandante della caserma di San Giovanni in Fiore, che per quanto se ne sa è stato decisamente “isolato” dai suoi stessi colleghi e potrebbe essere a un passo dall’iscrizione nel registro degli indagati, appena sarà accertato definitivamente che alla guida dell’auto c’era Mario Molinari e non Ilaria Mirabelli, come Luca Pagliara ha maldestramente messo a verbale la sera di domenica 25 agosto. E su questa storia surreale di carabinieri buoni e carabiniere cattivo ci sarebbe ancora molto da raccontare.
Ma non è solo l’accertamento di chi era alla guida che mette in allarme e in apprensione i Molinari, padre e figlio. L’altra circostanza surreale è rappresentata da un fatto molto importante e che finora non è stato analizzato a fondo. Chi ha chiamato i soccorsi per la povera Ilaria?
Antonio Molinari, nell’intervista che ha rilasciato a “La vita in diretta” all’inviata Lucilla Masucci, descrivendo i momenti immediatamente successivi al presunto incidente, dice con estrema chiarezza che il figlio, una volta resosi conto che Ilaria era a terra, “chiama subito i soccorsi”. Niente di più falso: mente esattamente alla stessa maniera di quando dice che alla guida della sua auto c’era Ilaria Mirabelli. I soccorsi non li ha chiamati il figlio.
INTERVISTA ANTONIO MOLINARI A LA VITA IN DIRETTA (https://www.youtube.com/watch?v=iMOQY4voltk)
Il primo ad attivarsi per i soccorsi è stato un vigile del fuoco che era di passaggio nei pressi dell’accaduto. Sul posto c’era un vigile del fuoco che lavora a San Giovanni in Fiore, del quale gli inquirenti conoscono il nome, anche se non sono stati per niente “veloci” a cercarlo. Ieri abbiamo finalmente appreso che questo vigile del fuoco è stato ascoltato in procura dalle pm Mariangela Farro e Donatella Donato.
Il pompiere ha visto Ilaria Mirabelli a terra e ha chiamato la centrale dei vigili del fuoco intorno alle ore 17 per avvisare i colleghi di quanto era accaduto e che c’era una donna a terra. Stava lì da qualche minuto, era di passaggio e non era in servizio. La centrale, di conseguenza, appena ricevuta la comunicazione, ha immediatamente chiamato il 118, che ormai da qualche tempo ha un numero unico per le emergenze. Risponde Catanzaro, che gira subito le chiamate alle zone interessate. Dunque, possiamo affermare con assoluta certezza che Mario Molinari, nei momenti successivi al presunto incidente, non pensa assolutamente a chiamare i soccorsi ma fa altro. E anche in questo caso non mancano i testimoni che lo vedono, a torso nudo, mentre tutto fa tranne che pensare a quello che è accaduto alla ragazza. E probabilmente chiama anche qualcuno al telefono ma non certo il 118. Più probabilmente invece suo padre.
Ma torniamo ai soccorsi. L’ambulanza del 118 di San Giovanni in Fiore, allertata dalla centrale operativa del 118 che a sua volta è stata chiamata dalla centrale dei vigili del fuoco, arriva sul posto intorno alle 17,35. L’equipaggio ha usato il defibrillatore, constatato che la vittima non aveva subito decapitazione. I vigili del fuoco di San Giovanni in Fiore, dal canto loro, erano impegnati in un intervento nella zona del monte Pettinascura, e sono giunti sul posto circa 50 minuti dopo l’ambulanza. Anche i componenti dell’equipaggio dei pompieri intervenuti sul posto sono stati ascoltati in procura e anche loro hanno dato particolari e dettagli importanti sulla condotta del soggetto che era con Ilaria. E’ tutto agli atti e francamente non si capisce perché ancora le due pm non abbiano preso provvedimenti. Ma anche in questo caso, tant’è.
L’intervento dell’ambulanza del 118 di San Giovanni in Fiore è durato pochi minuti, dal momento che Ilaria purtroppo era già deceduta e per lei non c’era più niente da fare. E il mezzo se ne va via vuoto perché Mario Molinari risulta praticamente illeso, non ritiene di farsi trasportare in ospedale e con tutta probabilità ha già qualcuno al suo fianco che lo supporta… Il cadavere di Ilaria ovviamente rimane dov’era e vi rimarrà addirittura fino alle 23. Non sappiamo, al momento, se sul posto quando interviene l’ambulanza, c’è già qualcuno oltre a Molinari. Di sicuro, sappiamo che arriva il maresciallo Luca Pagliara, probabilmente avvisato da qualcuno. Ma di sicuro non è lui che chiama i soccorsi. Successivamente arriveranno anche i suoi colleghi carabinieri di San Giovanni in Fiore e naturalmente il padre di Mario Molinari, che in molti hanno visto sul luogo del presunto incidente insieme al maresciallo Pagliara.
Mario Molinari si “preoccupa” di telefonare alla famiglia di Ilaria Mirabelli solo alle 18,34, quindi almeno un’ora dopo l’intervento dell’ambulanza e non dice che Ilaria è morta, come è perfettamente a sua conoscenza, ma che è sull’ambulanza e sta per essere portata all’ospedale di Cosenza. Mente sapendo di mentire ma evidentemente qualcuno gli ha detto che occorre prendere tempo. Questa è l’amara verità.