Cosenza, vi racconto tutta la verità sulla Fondazione Giuliani (di Francesco Pellegrini)

Gentile Direttore,

sono rimasto sorpreso quando ho visto pubblicato sul suo giornale un mio articolo che, guarda caso, riguardava il presidente del Cosenza Calcio con la cui foto, vestito con i colori del Chievo, angelo protettore del calcio cosentino, aprimmo il 19 luglio 2021 il primo numero de ICalabresi, giornale di inchiesta libero e seguito da centinaia di migliaia di lettori, oltre ogni aspettativa.

La fine programmata con una buona dose di provocazione il 19 luglio 2022, a nostro parere per volontà degli ambienti diffusi e potenti che il libero giornalismo neppure sanno cos’è, è ormai nota. Il libro che ho scritto già nel titolo “ICalabresi-Una testata spezzata-Una storia di informazione negata” rende noto il mio pensiero e pertanto non mi ci soffermo.

Attendo l’annunciata uscita del giornale a cura di una società costituita da tre bravi redattori che con me avevano contribuito al successo de ICalabresi di fatto edito dalla Fondazione Attilio Elena Giuliani da me presieduta e sono certo che il loro lavoro consentirà di replicare il successo del predecessore.

Ma poiché lei mi ha informato che l’ attenzione riservata a ICalabresi ha offuscato la vicenda che ha interessato la Fondazione favorendo equivoci o vere falsità, mi consenta di concentrarmi su questo aspetto. La Fondazione è stata costituita per volontà del dott. Sergio Giuliani nel 2011. Ma per i cosentini la Fondazione è soprattutto o solo Villa Rendano, che è stata acquistata e restaurata (e pertanto sottratta ad un inevitabile degrado) con apertura al pubblico i 10 luglio 2013. Siamo quasi alla vigilia del decennale.

In realtà la Fondazione aveva previsto come sua missione principale  quella di finanziare su indicazione del Sindaco della città arch. Occhiuto interventi strutturali e tecnologici su edifici scolastici o altri edifici pubblici. L’ acquisto di Villa Rendano, per il quale manifestai le mie perplessità, obbligava la Fondazione a darsi un progetto di cui non disponeva.

Facemmo varie iniziative ma la scelta decisiva fu l’apertura nel 2017 del museo multimediale Consentia Itinera che voleva e vuole essere parte di un progetto identitario di Cosenza che si è arricchito nel tempo.

Preso atto che convegni, seminari, su temi strategici sia in ambito nazionale sia in ambito locale con personalità prestigiose provenienti da altre città italiane ed europee non attiravano più di 30 persone nel tempo ho maturato l’idea di creare un giornale libero, responsabile, autorevole che desse ai cittadini di fruire del diritto costituzionale ad un’ informazione non reticente e gregaria.

Ora, anche per brevità torno al recente passato, esattamente al 30 maggio 2022 allorché i 4 membri del CdA scelti da me in virtù di antichi rapporti personali e fiduciari senza motivazioni hanno fatto in modo che il CdA si sciogliesse e guarda caso il solo Presidente (e di fatto realizzatore della Fondazione) è stato espulso dal nuovo CdA nel quale tutti sono stati confermati con l’aggiunta autorevole del neo senatore Occhiuto.

Su questa torbida vicenda si pronuncerà a partire dal 16 gennaio 2023 il Tribunale di Roma perché valuti, come noi fermamente crediamo, si sia compiuto “un abuso di diritto” che se accertato comporta la nullità e l’annullamento di tutti gli atti che hanno dato vita alla nuova gestione della Fondazione  guidata da Walter Pellegrini, già collaboratore con il titolo magniloquente di Direttore di Villa Rendano, cioè il rappresentante della Fondazione sul territorio.

Le luci della ribalta e anche le retribuzioni fanno piacere se non a tutti alla maggioranza. Quindi nulla di strano che il neo presidente non abbia fatto salti di gioia quando ho deciso di trasferirmi da Roma a Cosenza. La scomparsa del Fondatore a ottobre 2020 l’avrebbe comunque resa obbligatoria.

Diciamo che quando sono arrivato a Cosenza (dopo due anni costellati da mesi di ricoveri e 6 interventi chirurgici) non ho trovato una situazione brillante, anzi mi è stato detto, prima di chiuderci in casa per il lockdown che “la Fondazione era scomparsa dall’orizzonte”.

Andiamo alla conclusione: lasciamo da parte la materia che è competenza dei Giudici, ma ci sono fatti che rientrano nella sfera etica.

Tra questi lo sfregio alla buona fede e alla correttezza dei rapporti interpersonali dei consiglieri “ amici” (!!!!) e soprattutto del nuovo presidente Walter Pellegrini che non bastando il titolo di “lontano” cugino si proclamava addirittura fratello. In realtà io ho avuto un carissimo e indimenticabile “fratello maggiore”, di cognome Pellegrini e di nome Luigi, per il quale ero il “fratello minore”.

Nati il 21 febbraio entrambi scoprimmo poco alla volta nel corso di oltre 45 anni che c’era una straordinaria affinità (non parlo di qualità perché il prof. Luigi mi superava di molte spanne), una convergenza spontanea su valori condivisi, un’ empatia per molti aspetti sorprendente. Sono grato al fratello e alle sorelle del suddetto Walter perché hanno reso possibile e condiviso questo rapporto intenso con i loro genitori.

L’ ostentata “fratellanza“ del neo e precario presidente della Fondazione che ho querelato per diffamazione presumo a carattere difensivo (sarà utile la revisione della gestione decennale della Fondazione chiesta al Magistrato) è tutt’altra cosa .

La ringrazio Direttore per aver chiesto di manifestare il mio pensiero fondato su fatti e atti documentati per evitare che si diffondessero chiacchiere da bar, nuove dichiarazioni di fedeltà all’apparente vincitore e specularmente l’oblio o la maldicenza nei confronti miei, cioè di un cosentino che si sente straniero in “patria” pur abitando per ora a 200 metri dalla casa in cui sono nato.

Francesco (Franco) Pellegrini, nato a Cosenza via Piave 39.

Giuro che è vero.