Corigliano-Rossano. La fusione e la mia amministrazione hanno rotto parecchi giocattolini (di Flavio Stasi)

Alle polemiche, come sempre sterili, di questi giorni, voglio rispondere con grande chiarezza.
La fusione e la prima amministrazione della città, scevra da qualsiasi condizionamento, hanno “rotto parecchi giocattolini”: questo è il vero problema, questo è ciò che non si vuole accettare. Non solo: altri assetti e cattive abitudini devono essere superate e cambiate, e questo percorso – i cui risultati si vedranno nel futuro – non è ben visto da tutti.
Ecco perché ho smontato – e d’ora in poi smonterò – pezzo per pezzo i commoventi rilievi di una compagine politica che prima ha devastato i due comuni estinti ed ora vorrebbe finire il lavoro con la nostra città.
L’ho già detto e lo ripeto: la città si costruisce col lavoro, non con le chiacchiere ed i teoremi vuoti. Pianificazione, programmazione e realizzazione di soluzioni per i problemi dei cittadini, questo si aspetta la nostra comunità e questo stiamo facendo, recuperando con fatica le condizioni di arretratezza nelle quali abbiamo trovato la città.
A noi interessa solo questo, le chiacchiere le lasciamo ad altri, e la città giorno dopo giorno se ne sta accorgendo.
Ecco la mia nota che invito a leggere integralmente

di Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano

Sono piacevolmente colpito dall’importante documento del centrodestra cittadino che sancisce, una volta per tutte, la fine di quella cultura del “fare” a cui erano affezionati tanti militanti di un tempo, lasciando ormai totalmente il campo a quella cultura del chiacchierare senza far nulla, del parlare in base alle convenienze e per smania di potere che ormai caratterizza le dirigenze “paesane” da anni.

Del resto, questo è quanto produce il centrodestra a Corigliano-Rossano. Nessun risultato portato dai partiti stabilmente in maggioranza nei governi degli ultimi anni; nessun risultato portato in città coi loro governi regionali nemmeno su banalità come la pulizia dei torrenti, l’istituzione di uffici e servizi territoriali, l’assolvimento delle più semplici funzioni in capo alle istituzioni extra-comunali. Non una parola su treni, sul TPL, sulle adduttrici Sorical, sui mancati interventi per il dissesto idrogeologico e potrei andare avanti a lungo.

Non fosse stato per la capacità di relazionarsi istituzionalmente con chiarezza e correttezza dell’Amministrazione Comunale e dei Governatori, senza badare agli schieramenti, la città sarebbe stata tagliata fuori da tutto, mentre quasi tutti i parlamentari e consiglieri regionali pensavano (e pensano) solo a mantenere le poltrone facendo propaganda.

Per questo è con grande piacere che rispondo agli appunti precisi, quasi commoventi, che vengono mossi all’Amministrazione, a partire da quell’appello alla “consiliatura costituente” che sarebbe stata auspicabile e che sarebbe venuta a mancare per via della maggioranza comunale.

Li ricordiamo bene i propositi “costituenti” di chi, passato meno di un mese dalle elezioni, piuttosto di aprire un confronto sui temi generali, ha tentato di scatenare una guerra sociale e di odio personale sulla questione (seria e cara all’Amministrazione) dei livellari, organizzando veri e propri gruppi di ultras pronti all’assalto persino in consiglio comunale. L’assemblea “costituente”, per certi apparati, evidentemente va bene solo se a gestire il potere sono loro.

Sullo Statuto ho anticipato già nella mia intervista al “Serratore” la strategia evidentemente messa in piedi da questi eroi cittadini, sempre nel solco di un clima costituente, ovvero l’ostruzionismo più sterile tentando di strumentalizzare la volontà, invece autentica, mia e dell’intera maggioranza di provare a mediare per raggiungere un testo condiviso all’unanimità. Ormai molti mesi addietro ho chiamato personalmente gran parte dei capigruppo al fine di proporre una soluzione mediana sulla questione dei municipi, raccogliendo una condivisione di facciata poi rinnegata nella successiva Commissione Statuto disertata da tutti i consiglieri del centrodestra. Fuoriclasse costituenti.

E come si fa, davvero, e con quale coraggio si parla di Insiti quando anche le pietre sanno che i due comuni, retti dalle compagini politiche che oggi filosofeggiano a proposito della città sulla quale vorrebbero mettere le mani, sono quelle che hanno praticamente distrutto e regalato l’impianto sportivo e l’intera area, con sciatteria, mancate costituzioni, omissioni, chiusure di occhio sistematiche e continue? Come si fa a sollevare la questione sapendo che solo grazie ad un’azione di forza inaudita di questa Amministrazione, che si è presentata nelle udienze nemmeno si trattasse di una chiamata alle armi, forse si sta aprendo uno spiraglio di giustizia e di verità?

E ditelo ai cittadini che cosa significa che l’attuale configurazione degli uffici, strutturata prevalentemente nei centri storici, sarebbe cervellotica. Abbiatene il coraggio. Non fossi stato io il sindaco, si sarebbero svuotati e desertificati palazzo Garopoli, Palazzo Bianchi, Palazzo Santi Anargiri e Palazzo Ghiacciaia, dove oggi invece sono stati distribuiti uffici amministrativi ed istituzionali, con il recupero dell’intero primo piano di Palazzo Bianchi che al nostro insediamento era totalmente vuoto ed abbandonato. Ditelo questo ai cittadini ed alle attività dei centri storici.

Inoltre, eviterei di parlare della maggioranza, fatta per lo più da giovani che stanno crescendo, che rappresentano una speranza per il futuro e stanno resistendo all’enorme pressione di un sistema insano, quando al proprio interno si hanno più candidati a sindaco che rappresentanti di lista.

E cosa si intende, infine, per armonizzazione delle due aree urbane? Perché se si intende per esempio cementificare, senza alcun ordine o sbancando le colline, come è stato già fatto e con conseguenze evidenti sotto il profilo idrogeologico, allora si stia tranquilli che quel tempo è finito.

Ecco perché siamo noi che richiamiamo chi sta rappresentando da anni i governi nazionali e regionali alle loro responsabilità ed i cui risultati sono totalmente nulli.

Ci si impegni per implementare il nuovo sistema di Trasporto Pubblico Locale per armonizzare la città: noi abbiamo approvato il nuovo piano nel 2020 – in tempo record – e da allora siamo in attesa degli interventi regionali.

Ci si impegni a spingere per l’elettrificazione della rete ferroviaria e l’installazione di nuovi treni sullo ionio, visto che l’ultimo intervento importante, cioè quello del Sibari – Bolzano, è stato realizzato da altri.

Ci si impegni a smuovere la pachidermica burocrazia per intervenire nella messa in sicurezza di fiumi e torrenti, prima che si consumino tragedie.

Si batta un colpo sui fondi per l’ingegnerizzazione delle reti idriche, che tanto servirebbero alla nostra città e che sono fermi da dieci anni.

Si batta un colpo anche per ciò che riguarda i fondi per la fusione (per i quali basterebbe leggere i bilanci), che sono palesemente sottodimensionati per una fusione importante come la nostra e non incidono in maniera straordinaria (come, per esempio, per i piccoli comuni) sugli investimenti cittadini.

Si dica ai cittadini, dopo le passerelle degli scorsi mesi, se ora che ci si trova al Governo si è in grado di riaprire la vertenza del Tribunale, si è in grado di rafforzare i presidi dello Stato ed istituzionali in città, si è in grado di collaborare con l’Amministrazione Comunale per migliorare la qualità della vita dei cittadini della Sibaritide.

Finora tutto ciò che abbiamo programmato, realizzato e finanziato in tre anni, dai PINQUA alla metanizzazione, da Insiti alla digitalizzazione, dal dissesto al recupero degli edifici storici e molto altro, lo abbiamo fatto con l’assenza di tutte le rappresentanze extra-comunali.

Si possono raccontare tante barzellette, ma il grosso problema della fusione così come della prima amministrazione cittadina è che ha “rotto parecchi giocattolini”; ha sconvolto assetti di potere e sistemi di convenienza radicati. Quegli stessi assetti che ci hanno consegnato un territorio con problemi ed arretratezze decennali, sui quali stiamo finalmente lavorando passo dopo passo, e che bramano di essere restaurati. Sarebbe una sciagura non per la città, ma per l’intero territorio.

La costruzione della città non è fatta di tanti teoremi fantasiosi che sto leggendo in questi giorni, ma è fatta di pianificazione, programmazione e realizzazione di soluzioni per risolvere i problemi dei cittadini, dalla ripresa di una rete primaria disastrata (strade, acqua, luce, fogna) sulla quale sono stati effettuati più investimenti negli ultimi tre anni che negli ultimi trenta, al recupero del patrimonio pubblico e storico (Faro, Ex Carcere, Castello San Mauro, Tribunale, Quadrato con lavori in corso), dalla ristrutturazione dei servizi di prossimità (abbiamo riaperto tutte le delegazioni e ci prepariamo a strutturarne di nuove) all’ammodernamento dei servizi. Noi abbiamo deciso di occuparci di questo; su teoremi e chiacchiere non possiamo competere con altri.