Buongiorno direttore,
ieri ho letto il vostro articolo sul tifoso del Cosenza Calcio deceduto a Villa degli Oleandri in circostanze ancora da chiarire. Noi abbiamo avuto la stessa esperienza a Villa Verde, sono passati quasi tre anni dalla morte di mio fratello. Abbiamo cercato di rendergli giustizia ma purtroppo non ci è stato possibile, per omissioni di pagine e pagine di diario clinico. Mio fratello si trovava in quella struttura perché a dire del proprietario vi era un reparto adibito a RSA, la retta era di 1,300€ mensili, di cui 100 € erano per la lavanderia.
Ebbene, deve sapere – caro direttore – che la lavanderia funzionava malissimo (e non solo quella), dovevamo acquistare vestiti ogni mese, perché quelli che aveva erano infeltriti, macchiati dalla candeggina, alcune volte anche smarriti. Mio fratello era su una sedia a rotelle, ebbene sono stati capaci di distruggerne due, dovevamo provvedere a tutto noi perché la struttura non garantiva nessun supporto per le condizioni di mio fratello. Quando è arrivato il Covid, sono arrivate anche le restrizioni e l’unico modo per poter comunicare era il telefono mai nessuno ha mai risposto alle nostre molteplici telefonate, a qualsiasi orario si chiamava la struttura nessuno rispondeva.
Dimenticavo di dire che non si poteva accedere ai piani del reparto per nessun motivo, era severamente vietato, mio fratello, tranne che per la deambulazione, non soffriva di alcuna patologia: era una persona sana a livello di salute. Eppure ci dicono che mio fratello si aggrava improvvisamente, non si capisce quale sia il motivo, stava bene ma si aggrava. Viene trasportato a Belvedere per effettuare delle analisi cliniche, ce lo ritroviamo incosciente e con un intervento port, chiediamo spiegazioni, chiediamo un incontro con Crispino, chiediamo urgentemente di parlare con qualcuno ma c’è il silenzio totale, l’indifferenza più squallida, l’omertà di tutti in quella struttura.
Da una persona che stava bene a livello di salute, ce lo ritroviamo un relitto, con un’infezione al catetere (non so per quale motivo gli sia stato inserito) e tutto ciò ci è stato riferito in Pronto soccorso a Cosenza. L’infezione è avvenuta perché non c’era la pulizia adeguata. Pensiamo di portare via mio fratello da quel lager, dove con il tempo abbiamo scoperto cose terribili, con la complicità di tutta la struttura.
Nel frattempo che noi familiari ci organizziamo per portare fuori da quell’inferno mio fratello, le sue condizioni peggiorano vertiginosamente, arriva in Pronto soccorso in coma. Lo scendono da Villa Verde la mattina, io vengo avvisata con un messaggio nel pomeriggio inoltrato, mi precipito in Pronto soccorso, la dottoressa che lo aveva preso in carico mi fa entrare dicendomi di salutarlo perché non c’è più nulla da fare. Mi riferisce queste testuali parole: “Purtroppo lo hanno mandato a morire qui da noi, per non aver grattacapi in struttura”.
Mi precipito dai carabinieri i quali mi rispondono che se il Pronto soccorso non denuncia il fatto loro non possono intervenire, chiamo in struttura e nessuno risponde, chiamo Crispino e non risponde, chiamo la moglie e mi risponde con un messaggio, “purtroppo le patologie di suo fratello si sono aggravate”. Ma quali patologie! Mi consegnano mio fratello: era in condizioni pietose, senza vestiti, solo con un pannolone e una maglietta nemmeno sua, pieno di ecchimosi in ogni parte del corpo, mi ricompongo dallo stato di shock e lo fotografo dalla testa ai piedi. Porto queste foto ad un medico legale, richiedo tutte le cartelle, il diario clinico, tutto ciò che riguardava mio fratello.
Il medico legale studia le carte, mancavano giorni, addirittura alcune parti… ci siamo resi conto che erano state aggiunte con calligrafia diversa quindi abbiamo dedotto che erano state aggiunte in un secondo momento. Non avendo prove tangibili, il medico legale non ha potuto procedere per intentare una denuncia, perché purtroppo hanno omesso tutto, avremmo fatto un buco nell’acqua senza nessun risultato, ma di una cosa siamo certi: lo hanno fatto morire di fame e di sete, per questo mio fratello è deceduto! Direttore, in quella struttura ci sono persone che hanno bisogno di aiuto, sono tutti complici! Con i vostri articoli speriamo ci sia più attenzione, perché non è giusto! Sono passati tre anni ma stento a dormire la notte, perché penso che ancora una volta Crispino la farà franca.
Lettera firmata