CROTONE – Nel giorno in cui il Tar Calabria – su istanza anche di molti genitori crotonesi – annulla l’ordinanza del presidente facente funzioni Nino Spirlì con la quale si chiudevano le scuole, la Regione comunica nel suo bollettino che nella provincia ci sono 52 nuovi contagi da coronavirus. Accade così che, nella disputa tra genitori, Tar e presidente facente funzioni alla fine le responsabilità di garantire la tutela della salute pubblica in questa situazione pandemica ricadono sui sindaci che si trovano a gestore situazioni complesse con pochi mezzi a disposizione se non quelle dell’autorità che la carica gli concede.
Per questo, appena diffusa la notizia dell’ennesimo annullamento da parte dei giudici amministrativi dell’ordinanza di Spirlì appena entrata in vigore, i primi cittadini di alcuni dei comuni dove il covid continua a diffondersi si sono assunti la responsabilità di disporre la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado nel territorio comunale ed attivare la didattica a distanza.
A Petilia Policastro il sindaco Amedeo Nicolazzi ha ordinato la chiusura dal 9 al 21 marzo; stesso periodo temporale anche a Roccabernarda come disposto dal sindaco Nicola Bilotta. Alcuni primi cittadini hanno scelto di sospendere le lezioni fino a sabato 14 per verificare gli andamenti del contagio ed eventuali disposizioni nazionali. Scuole chiuse, quindi, a Cotronei fino al 13 marzo su indicazione del sindaco Nicola Belcastro; a Scandale ed a Rocca di Neto i sindaci – Antonio Barberio ed Alfonso Dattolo – hanno chiuso le scuole fino al 14 marzo. Si tenga presente che si tratta di Comuni nei quali ci sono ancora casi attivi di coronavirus. Virus che è diffuso anche in altre comunità dove, però, i sindaci hanno deciso di tenere aperte le scuole visto che i contagi – seppur alti – sono stati contenuti a gruppi ben identificati.
Intanto nelle altre scuole, soprattutto infanzia e primarie, si fatica ad organizzare il rientro nell’immediatezza visto che già da due giorni era ricominciata la Dad. In questo caos tra ordinanze, ricorsi e decreti, pagarne le conseguenze sono sicuramente gli alunni ed anche gli insegnanti costretti a cambiare continuamente metodo di insegnamento.