Cozzolino a Catanzaro, quando la “giustizia” diventa una farsa

Dicono che il dottor Giuseppe Cozzolino, per gli amici Pino, sia stato trasferito dalla procura di Cosenza a quella di Catanzaro, e più di qualcuno ha subito pensato che la sua parabola in riva al Crati, durata 18 anni, fosse finalmente terminata. Ma chi ha detto che si tratti davvero di un “trasferimento”? Catanzaro non è mica dall’altra parte del mondo. È qui, dietro l’angolo, a un’ora di macchina. E, soprattutto, le relazioni pericolose non si cancellano con un cambio di scrivania.

Il passaggio da Cosenza a Catanzaro di Pino, più che un trasferimento appare come un necessario trasloco tecnico. E per certi versi un atto dovuto: dopo centinaia di articoli, esposti, udienze davanti al Csm e alcune sentenze che attestano che quanto da noi scritto sul pm Giuseppe Cozzolino corrisponde alla verità, qualcosa bisognava pur fare. E trasferirlo – si fa per dire – a Catanzaro è il risultato del giusto compromesso tra lui e i suoi protettori: la sua immagine, in città, di onesto magistrato è da tempo compromessa, meglio cambiare aria per un po’, senza però arrecargli alcun danno, specie nella possibilità di continuare ad avere la giusta influenza sulla procura di Cosenza.

Il trasferimento di Pino a Catanzaro non è un esilio, né tantomeno una punizione, come generalmente appaiono certi trasferimenti nei confronti di chi tradisce i propri doveri, ma una nuova opportunità. Del resto, non si può certo esiliare o punire chi, come Pino, è stato e resta uno dei principali protagonisti di quel sistema che abbiamo sempre chiamato “porto delle nebbie”, dove la giustizia si scrive con la “g” minuscola. Infatti, Pino potrà, anche da Catanzaro, continuare a intrattenere gli stessi rapporti e reiterare le stesse dinamiche che lo hanno contraddistinto nei suoi diciotto anni di servizio presso la procura di Cosenza, contribuendo – e non poco – a radicare nel senso comune l’idea che la Giustizia, quella con la “G” maiuscola, a Cosenza non esiste.

Anzi, a voler dire le cose come stanno, Pino potrà continuare a fare tutto quello che ha sempre fatto da una posizione privilegiata come quella della procura del capoluogo bruzio, ampliando addirittura il suo raggio d’azione, con la possibilità di buttare, quando serve, un occhio anche alle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia. Anche se ormai non ce n’è più bisogno, per dirla tutta. Vogliamo parlare della possibilità di fare squadra con il suo vecchio compagno di merende Vicenzo Luberto? Anche lui a Catanzaro… Magari, con la benedizione del nuovo procuratore capo di Catanzaro Salvatore Curcio – che siamo certi non gli farà mancare –, potrebbero costituire un sodalizio perfetto, un duo formidabile capace di navigare con maestria nei meandri della giustizia calabrese. E insabbiare anche l’insabbiabile perseguendo, come da scontato copione, solo e soltanto i poveri cristi. 

Con il trasferimento di Cozzolino non cala alcun sipario: la sua influenza non svanisce, i vecchi amici sono sempre lì e le possibilità di nuove avventure giudiziarie non gli mancheranno di certo. Catanzaro non è poi così lontana e, come abbiamo visto, certi legami sono più forti di qualsiasi decreto di trasferimento. Dicono che sia stato trasferito, ma alla fine è solo cambiato l’indirizzo della sua sede operativa. Un trasloco tecnico. Il telefono rimane lo stesso, gli amici pure, e la rete di contatti non ha subito neanche un graffio. Diciamolo, il vero talento non si disperde con un cambio di scrivania. E un talento come quello di Pino non lo vuole perdere nessuno. E allora, caro Pino, buon lavoro nella tua nuova “casa” catanzarese, e se dovessi perdere l’orientamento tra le stanze della nuova procura, non ti preoccupare perché ci sarà sempre qualcuno disposto a indicarti la strada… sempre la solita, ovviamente. Rimane almeno una soddisfazione: non vedremo più nel porto delle nebbie la tua faccia strafottente e non avremo più la tentazione di prenderti a schiaffi, che in questi anni è stata a lungo repressa e prima o poi sarebbe arrivata a compimento. E poi c’è sempre la giustizia divina che ti attende e col Padreterno patti a base di mazzette non se ne possono fare. Rassegnati Cozzolì, prima o poi morirai anche tu. E il tuo “trasloco” a Catanzaro è il primo passo verso l’anzianità, capita a tutti prima o poi.