Nel corso della prossima settimana i dipendenti della Abramo riceveranno un acconto sullo stipendio febbraio che poi sarà saldato entro il 10 marzo”. Lo ha detto Giovanni Orestano, direttore generale della Abramo CC nel corso della riunione del tavolo di confronto organizzato dal Comune di Crotone svolta nella giornata del 25 febbraio.
L’annuncio di Orestano non è piaciuto ai sindacati ed ai numerosi dipendenti collegati via web alla riunione che nella realtà, nonostante i racconti di Orestano (“Abbiamo pagato le tredicesime in modo garibaldino”) nella realtà non hanno stipendio interi da mesi. Soprattutto Orestano ha detto di parlare per conto dei commissari giudiziali che gli avevano chiesto di partecipare: non si capisce a che titolo i commissari abbiano fatto questa scelta che appare anche offensiva nei confronti dei lavoratori, visto che il dg della Abramo Cc non ha più titoli per parlare dell’azienda che è in amministrazione giudiziaria.
I sindacalisti presenti (Ligato della Cgil, Tomaino e Ranieri della Uil e Canino della Cisl) hanno chiesto il pagamento immediato entro l’1 marzo smentendo anche l’affermazione dei commissari che non poteva essere pagato lo stipendio prima della presentazione della relazione sullo stato passivo dell’azienda. Se l’Amministrazione giudiziaria ha pagato i 5 giorni di gennaio prima della presentazione della relazione poteva pagare anche il mese di febbraio.
Il problema è la mancanza di liquidità di cassa? L’Amministrazione straordinaria pare abbia incassato di recente i pagamenti di Tim e l’anticipo dei pagamenti di Wind, per cui se così fosse appare davvero difficile capire perché non vengono pagati gli stipendi e si giochi ancora sulla pelle dei lavoratori con acconti e saldi.
Orestano spiegando che stava lavorando accanto ai commissari, ha dato qualche anteprima sulla relazione sullo stato passivo che deve essere presentata entro il 26 febbraio: “Il fallimento non è un’opzione dei commissari, lo spirito è quello della continuità aziendale. Per rilanciare l’azienda ci sono gli elementi: intanto il Durc che è stato reso regolare dai commissari con un’interlocuzione non facile con l’Inps di Catanzaro grazie al quale potremo incassare circa 15 milioni crediti. Con Enel abbiamo un grosso credito come anche con Poste al netto della surroga che ci ha concesso. Stanno trovando obiezioni per pagare fatture per circa 10 milioni. Ma ad oggi non abbiamo incassato nulla”.
Il dg di Abramo ha fatto capire che l’azienda continuerà a puntare sulla commessa Tim del valore di circa 22 milioni, che ha prorogato il contratto fino al 31 marzo, ed Enel che ha una commessa di circa 8 milioni di euro: “Il fatto di essere commissariati ha una forma di potere contrattuale più forte – ha spiegato Orestano – ed anche Enel è disponibile ad aumentare commesse. Non abbiamo elementi che attività su commessa Tim potranno cessare ad aprile”.
Una visione utopistica a sentire i commenti dei sindacati e dei dipendenti: “Quale committente dà commessa ad amministrazione giudiziaria?” ha detto Ligato della Cgil. Il rischio, molto concreto, è che i lavoratori finiscano per essere le vittime sacrificali di manovre aziendali. Il pericolo è che si voglia portare tutti fino alla scadenza del contratto con Tim per poi fare fuori tutti con licenziamento collettivo. Per questo i sindacalisti presenti è necessario attivare davvero il tavolo al Mise che, in effetti, pur essendo stato convocato non è mai intervenuto seriamente.
Lo ha confermato l’onorevole Sergio Torromino: “Dobbiamo portare il problema al tavolo Mise che chiediamo da più tempo. Con la collega Barbuto stiamo lavorando per questo tavolo, ma non abbiamo avuto alcuna risposta alle nostre mail se non verbale. Dicono che si aspetta la relazione dei commissari”. L’onorevole Elisabetta Barbuto ribadendo che “non abbandoneremo questa lotta per salvare tutti i posti di lavoro” ha ribadito la necessità del tavolo al Mise per il pagamento delle fatture da parte di Enel e Poste. Il tavolo ministeriale è indispensabile, come ha spiegato Ligato della Cigl, considerato che i committenti sono aziende partecipate dallo Stato, permetterebbe di sbloccare il pagamento delle fatture, fare pressione sulla Tim per mandare a gara le commesse e, quindi, utilizzare la clausola sociale per portare i 1.500 dipendenti calabresi in aziende sane. “Ai lavoratori – ha detto Ligato – non serve sapere di vendita di rami, operazioni finanziarie. Possono dare liquidità ma da ridistribuire nel passivo. A noi interessa salvaguardia 1500 posti lavoro in Calabria”.
L’avvocato Giuseppe Donnici, esperto di crisi d’impresa, ha proposto di avviare una discussione per fare in modo che vengano sospesi i mutui alle famiglie dei dipendenti Abramo. Il segretario della Uil Crotone, Fabio Tomaino, ha sottolineato la pericolosità sociale di quello che sta avvenendo anche sotto le insegne del Ministero: “Mi sarei aspettata una sanatoria alla superficialità dei commissari in questi mesi. Non è stato valutato il valore sociale della vicenda. Fare annunci e prendere impegni per non mantenerli fa incazzare ancora di più. Un tavolo del Mise davvero attivo e non spirituale avrebbe potuto costituire una garanzia. Oggi mi sarei aspettato un annuncio che la nottata del 28 febbraio i commissari l’avrebbero passata per studiare il modo per pagare il 1° marzo l’intero mese di febbraio perché è giusto così. Senza serenità questi ragionamenti di prospettiva crollano. Il pezzo sociale sta cedendo. Non si può sottovalutare la rabbia, non si può pensare di contenerla sempre”.
Durissimo il segretario regionale della Fistel Cisl, Francesco Canino nei confronti di Orestano e della Abramo CC riguardo alle giustificazioni accampate per il ritardo nei pagamenti degli stipendi: “Non siete stati umili a chiedere aiuto ai sindacati e le colpe le avete voi – ha detto Canino -. Oggi è arrivato lei a rappresentare i commissari e la cosa depone male su come continuerà questa vicenda. L’Abramo CC non esiste più, è una bad company. E’ da capire se Orestano a questo punto parla a titolo personale. Gli stipendi si pagano il 27 del mese e le eventuali competenze si mettono nel mese successivo. Se volevate pagare pagavate lo stipendio fisso e il mese successivo le competenze. Non accampate scuse”. Orestano a fine riunione ha poi parlato all’improvviso di un 80% dello stipendio entro lunedì e poi il resto entro il 10 marzo. Da marzo in poi sarà regolarizzato il pagamento degli stipendi. C’è da crederci?