di Monica Coviello
Fonte: Vanity Fair Italia (https://www.vanityfair.it/article/cristiana-pugliese-ventisettenne-verona-trovata-morta-doccia-femminicidio)
È stata trovata morta nella doccia di casa, ma le circostanze del suo decesso hanno sollevato molti dubbi e hanno portato all’apertura di un’indagine. Cristina Pugliese aveva 27 anni ed era madre di una bambina di 5. Viveva con il suo compagno, un quarantenne, a Caldiero, nel Veronese.
È stato lui, la sera del primo dicembre, a chiamare le forze dell’ordine, dichiarando di avere trovato la donna impiccata: secondo la sua versione, si sarebbe suicidata utilizzando il tubo flessibile della doccia. Ma le sue parole non hanno convinto gli inquirenti, che hanno riscontrato diverse incongruenze nella sua ricostruzione: l’uomo è ora indagato a piede libero per omicidio volontario.
Le autorità hanno sequestrato l’abitazione e disposto l’autopsia, che sarà eseguita all’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Borgo Roma, per chiarire le cause della morte di Cristina Pugliese. Gli esami medico-legali dovranno accertare la presenza di eventuali lesioni o traumi che possano indicare una causa diversa dal suicidio.
Cristina Pugliese faceva la commessa alla Lidl di Arcole e, saltuariamente, la barista: sembra che abbia conosciuto il compagno proprio al bar. Era originaria di Marina di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria. Quando era una bambina si era trasferita a Caldiero con la madre, il padre e il fratello. Ed è soprattutto la famiglia della donna a escludere l’ipotesi del suicidio.
«Mia figlia non può essersi uccisa. Non lo avrebbe mai fatto», ha spiegato la mamma, Rosa Sainato. Un’opinione condivisa con il fratello della donna, Rocco Pugliese, titolare di un’officina in un paese vicino. È lui a spiegare di aver ricevuto uno «strano messaggio» dal compagno della sorella, domenica mattina, prima che Cristina fosse trovata morta. «Mi chiedeva se l’avessi vista. Mi è parso strano perché io lui non avevo mai voluto conoscerlo, non mi piaceva e non ci frequentavamo. Cristina di solito passava a trovarmi in officina ma mai con lui. Ha mandato un messaggio anche all’ex compagno di Cristina e questo è stato altrettanto strano. Ho iniziato a preoccuparmi davvero, ho cercato di contattarla diverse volte nel corso della giornata e poi con papà siamo andati a bussare a casa sua. Abbiamo trovato i lampeggianti e i militari che non ci lasciavano entrare».
I famigliari della donna ritengono che il compagno la stesse isolando. «Abbiamo saputo che c’era stata una lite davanti al bowling del paese quel sabato sera. Che la borsetta di Cristina è rimasta nell’auto di Marco. Che in casa c’era un tavolino rotto. Poi, come avrebbe fatto a strangolarsi da sola con il tubo della doccia? Non è possibile. Inoltre, lei un gesto simile non l’avrebbe mai compiuto».