Caiazzacent: come favorire l’ascesa di Voce alle amministrative
Fonte: U’Ruccularu
Nel grande teatro della politica crotonese, dove le luci della scena illuminano solo ciò che conviene e tutto il resto resta in penombra, il tavolo del centrosinistra è andato in frantumi. E, come spesso accade, non per mancanza di intenti, ma per eccesso di regia occulta. Sul palco si muovono figure note: Annagiulia Caiazza, fresca vincitrice di concorso alla Regione Calabria, che ha guidato un incontro “di coalizione” con i Valloniani a supporto senza nemmeno avvisare il capogruppo Andrea Devona. Leo Barberio, segretario provinciale del PD, è stato relegato al ruolo di comparsa, “semplice invitato”, preferendo declinare per non ritrovarsi coinvolto in un copione già scritto.
Dietro le quinte, però, si muove qualcosa di più grosso: l’uscita di Italia Viva dal campo largo. Ugo Pugliese e Mario Galea non l’hanno mandata a dire: “progetto fallito nella visione e nei contenuti”, un confronto “chiuso e autoreferenziale”, nessuna proposta concreta su bonifica, lavoro, sanità, infrastrutture. La rottura è netta. Ma è davvero tutta qui la ragione dell’addio? O c’è dell’altro?
INDOVINA CHI?
La frattura avrebbe un nome e un volto: Elisabetta Barbuto. Ex deputata del Movimento 5 Stelle, perdente alle ultime elezioni come candidata senatrice pentastellata, ora in orbita centrosinistra come potenziale candidata sindaca. E forse è proprio questa mossa che ha fatto scattare il passo indietro di Italia Viva: non voler fare da ruota di scorta a un’operazione già siglata nei corridoi, in cui Pd e M5S avrebbero già deciso chi dovrà rappresentarli.
Ma c’è di più. Perché Elisabetta Barbuto, a Enzo Voce, non dispiace. Anzi, potrebbe fare comodo. Non solo per le sue residue simpatie nel mondo grillino e in qualche salotto progressista, ma per una questione molto più concreta: il consiglio comunale. Se le elezioni dovessero andare come da copione, dove la barbuto potrebbe fare coppia con la Melillo o Grillo in consiglio, non è difficile immaginare scenari di ricomposizione. Un “voce-barbuto pactum”, utile a garantirsi numeri e copertura in aula. Perché oggi come oggi, a Enzo Voce non servono oppositori: servono stampelle. Specie se nascoste dietro parole come “dialogo”, “responsabilità” o “opposizione costruttiva”.
LA PAURA FA 90
E in questo schema, Antonello Talerico diventa il vero avversario. Il nemico strategico. Il nome che fa tremare sia il centrosinistra che il sindaco uscente. Talerico, oggi consigliere regionale del centrodestra, Ormai da tempo ha capito che Crotone è un feudo conquistabile, terra di conquista. Talerico in quota FI anti voce punta al seggio crotonese e fa paura perché potrebbe fare il colpo doppio: vincere al Comune con le sue truppe cammellate e consolidarsi a livello regionale, togliendo ai 5 Stelle ogni possibilità di rappresentanza su Crotone in vista delle regionali 2026.
UNA SOLA VERA VINCITRICE
Ecco perché Elisabetta Barbuto, paradossalmente, è la candidata utile anche se perde. È il “nemico ideale”: abbastanza forte da polarizzare la campagna elettorale, abbastanza debole da essere recuperabile in seconda battuta. E Italia Viva questo gioco l’ha fiutato. Ha capito che si trattava di una campagna truccata, in cui i ruoli erano assegnati e le intese erano già in stesura avanzata, tra un piano A e un piano B camuffato da incidente di percorso.
Ora il rischio è serio: il Pd si spacca dove l’unica vincitrice rimane sempre Caiazza, i 5 Stelle inseguono la sopravvivenza dove si cerca di far sopravvivere disperatamente Barbuto, Italia Viva cambia treno ma non direzione, cioè Ugo alla riscossa, e a Enzo Voce – tra un post social e una diretta facebook – si ritrova di nuovo al centro della scena.
Non per merito, ma per calcolo.
E in politica, si sa, il calcolo batte sempre l’entusiasmo.
Ma a Crotone, stavolta, potrebbe battere anche la coerenza.









