Crotone, il Capodanno Rai per mille “clienti” della malapolitica. Quando Mancini si rifiutò di finanziare la tv di stato

Diciamocelo francamente, come al solito del resto: l’idea di finanziare il Capodanno della Rai e di Amadeus (non più di Lucio Presta, ché intelligentemente s’è chiamato fuori) con i soldi dei calabresi è una boiata pazzesca. Qualsiasi cifra venga spesa – e sappiamo tutti che sarà comunque ingente – la kermesse di Capodanno a Crotone non servirà una beata ralla alla Calabria e soprattutto ai crotonesi, che hanno avuto la sventura di incappare nelle “amorose attenzioni” del presidente di regione più parassita d’Italia.

E a chi dice che i crotonesi sono o saranno entusiasti di questa gran pagliacciata rispondiamo con la solita sincerità che la stragrande maggioranza dei cittadini neanche potranno avvicinarsi al mega palco che stanno montando in piazza Pitagora perché vicino al palco ci saranno – al massimo – solo un migliaio di “eletti” rigorosamente tra i generosi ranghi dei clientes et parentes della cricca di Forza Italia e del presidente parassita di cui sopra. Altro che festa di una comunità…

Le cosiddette “esigenze televisive” non andranno oltre un numero molto ristretto di “utili idioti” che saranno in piazza a vedere quei cantanti fedeli alla “cricca” di Amadeus e di Lucio Presta che non hanno trovato ingaggio per cantare nelle piazze delle città più importanti d’Italia. Senza voler essere offensivi, ma chissenefrega di Annalisa (pessimo prodotto della scadente industria discografica italiana), e ancora di più di Patty Pravo, dei Ricchi e Poveri e di Malgioglio (300 anni in 4, sic!)? Persino a Cosenza, Corigliano-Rossano e Cassano hanno fatto meglio assicurandosi Giorgia, Max Pezzali e i Boomdabash: questa è la verità.

Quando Giacomo Mancini, all’alba degli anni Duemila, lanciò a Cosenza la “moda” del concertone di Capodanno sperava di vendere il concerto alla Rai e di regalare ai cosentini una serata speciale in cui per una volta la città venisse sottratta all’anonimato che la avvolge in tutta Italia.

Grande fu la delusione quando la Rai rispose che semmai era il Comune di Cosenza a dover pagare per apparire la notte di San Silvestro… Di fronte alla prospettiva di un ulteriore salasso Mancini per fortuna recedette ed il concerto di Franco Battiato (mica Annalisa o con tutto il rispetto, Giorgia…) ebbe luogo con esiti “autarchici”. Ma da allora si creò un precedente cui un po’ per la novità, un po’ per un malinteso senso d’orgoglio municipalistico, un po’ tanto pure per gli interessi che vi ruotano intorno, non si tornò più indietro. Ma mai e poi mai nessuno era caduto nella “trappola” di pagare milioni di euro alla Rai, al suo “bravo presentatore” e al suo avido manager. 

Alla Rai e ad Amadeus non gliene frega una mazza se la piazza sarà piena o meno. E non ci sarà nessun calabrese proveniente da altre città che si recherà a Crotone per questa gran pagliacciata. Metteranno tanti schermi giganti piazzati nelle vie adiacenti, ma solo mille posti a sedere davanti al palco, riservati ad autorità e lecchini… Ci sono buone possibilità che la spesa pubblica sostenuta per lo show sarà resa nota l’anno che verrà, però è bene, nel frattempo, tentare di ricondurre le cose nell’esatta dimensione che non è quella da “Giudizio universale” propalata da “pappagalli esperti” in loco al servizio di Roberto Occhiuto. Non ci entreranno mai e poi mai 11 mila persone nello spazio prescelto per lo show, se ne possono piazzare mille di schermi giganti, ed a quel punto tanto vale restare a casa e guardarselo in tv, comodamente seduti davanti a una tavola ancora traboccante di crustoli e frutta secca. Per quelli che proprio non ne possono fare a meno, s’intende.

Perché chi vorrà festeggiare in piazza avrà il suo show nella sua città e anche in questo caso i “pappagalli esperti” di Occhiuto ci hanno messo le mani perché lo sanno tutti che a Corigliano-Rossano il sindaco ha messo in giunta un assessore allo Spettacolo che è un compare del compare dei fratelli Occhiuto. E che persino a Cosenza l’uomo del concertone è un tale che fino all’altro giorno era il cavalier servente dell’assessora cascetta di Mario Occhiuto. Così vanno le cose… La Calabria così ci appare come un povero in canna che si priva di un regolare pasto ogni giorno e di un dignitoso abito per la vanità di partecipare una volta l’anno ad una cena a base d’aragoste che non può permettersi e con tanto di abito da sera quando per tutti gli altri giorni è costretto a girare con le pezze al culo… E questa è una verità colossale che nessuno può negare.