Crotone in Serie A: un’opera più che una favola

Sono le 22:22 quando l’arbitro Pinzani decreta la fine di Modena-Crotone: per la squadra di Juric l’ 1-1 finale è il risultato che vale la promozione in serie A con tre giornate di anticipo.

Al Crotone mancava un punto e lo ha ottenuto con pieno merito, soffrendo alla fine sui tentativi generosi del Modena di provare a vincere la partita. Quasi 1500 i tifosi del Crotone che hanno accompagnato la squadra al Braglia per la certezza matematica del “sogno”.

Ecco come “Repubblica.it” sintetizza il miracolo del Crotone

Il Crotone ha conquistato la sua prima storica promozione in serie A, ma non chiamatela favola. Chiamatela opera. La prima volta in A del Crotone si può spiegare semplicemente in due parole, con un nome ed un cognome: Raffaele Vrenna. E’ lui che nel 1993, raccogliendo le ceneri di una società fallita, decise di voltare totalmente pagina dando lustro a un club che, per 80 anni, non era riuscito a guardare oltre la serie C. In mente un solo modello, lo stesso perseguito con ostinazione da altre piccole società di successo come Empoli e Chievo: volare alto attraverso i giovani e il bel gioco.

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IL FRUTTO DI UN PROGETTO SOLIDO E CHIARO – Un progetto che ha portato in soli 7 anni il Crotone dalla promozione calabrese alla B e che poi, dopo inevitabili alti e bassi, ha tracciato nelle ultime 10 stagioni un solco ben definito, viatico verso un successo annunciato. Passando attraverso allenatori innovativi ed ambiziosi (Gasperini, Moriero, Lerda, Corini e Drago, tanto per citarne alcuni) e ragazzi di belle speranze (Florenzi, Bernardeschi e Cataldi tra tutti).

UN’ASCESA A SUON DI RECORD – Così, a poco a poco, è proseguita la scalata: si è passati dal primato degli 11 risultati utili consecutivi del 2012 al record di punti del 2014 (63) che hanno garantito il 6° posto e uno storico posto nei play off promozione. Fino al magico traguardo di quest’anno. Forse nella stagione meno attesa visto che a giugno scorso la società, dopo aver trascorso una vita (10 anni tra giovanili e prima squadra) con Massimo Drago, aveva deciso consensualmente di prendere un’altra strada.

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IL MIRACOLO DI JURIC E URSINO – E’ arrivato Ivan Juric che grazie alla conoscenza dell’ambiente (aveva giocato in rossoblù dal 2001 al 2006 contribuendo alla promozione in B del 2004), ha dato la scossa decisiva, malgrado la scarsa esperienza (è alla seconda stagione da tecnico dopo l’avventura a Mantova). Juric, però, da solo non ce l’avrebbe fatta se non fosse stato supportato dal magnifico lavoro svolto dal direttore sportivo Giuseppe Ursino. E’ lui che ha posto le fondamenta per la realizzazione del capolavoro sopperendo all’addio al calcio di Galardo e alle dolorose partenze di Ciano, Dezi e Maiello con gli acquisti di Cordaz, Stoian, Barberis e Palladino ed i prestiti, rivelatisi decisivi, di Balasa e Ricci dalla Roma e Budimir dal St. Pauli.

UN ESEMPIO PER TANTI ALTRI CLUB – Gente vogliosa di emergere unita ad altra a caccia di riscatto. Un mix sulla carta improbabile in realtà esplosivoche ha prodotto gol, spettacolo ed emozioni. Le stesse, statene certi, che il Crotone proverà a far vivere in serie A inseguendo nuove sfide (leggi lo stadio nuovo e un centro sportivo), senza stravolgimenti. Come d’altronde insegnano le ultime sorprendenti neo-promosse, Carpi e Frosinone. Esempi di un sport operaio in cui le idee contano più dei soldi. L’ultima speranza per gli inguaribili romantici che al calcio-business non voglio proprio saperne di inchinarsi.