Crotone. L’asse Voce–Ferrari–Occhiuto tra le Regionali passate e le Comunali future

L’asse Voce–Ferrari–Occhiuto tra le regionali passate e le amministrative future

Fonte: U’Ruccularu 

Le elezioni regionali in Calabria del 5-6 ottobre 2025 hanno riconfermato Roberto Occhiuto alla guida della Regione con un ampio margine sul candidato dell’opposizione Pasquale Tridico.
La coalizione di centrodestra ha ottenuto 21 seggi contro i 10 del centrosinistra, con Forza Italia saldamente primo partito regionale.
In questo contesto, la provincia di Crotone – tradizionalmente considerata una “terra rossa” di sinistra – ha visto un netto rafforzamento del centrodestra.
Sergio Ferrari, sindaco di Cirò Marina e presidente della Provincia di Crotone, è risultato l’unico rappresentante del Crotonese eletto nel nuovo Consiglio regionale.
Ferrari, candidato nelle liste di Forza Italia, ha conseguito oltre 12 mila preferenze (12.134 voti), emergendo come “mister preferenze” nella sua circoscrizione.
Questo successo ha sorpreso molti osservatori locali e viene attribuito anche alla inedita alleanza con il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, che lo ha pubblicamente sostenuto durante la campagna.

LA CONVERGENZA TRA VOCE, FERRARI E OCCHIUTO
Un vero e proprio asse politico-istituzionale che si è dunque manifestato chiaramente in occasione delle Regionali 2025.
Enzo Voce, sindaco civico di Crotone, ha dichiarato il suo appoggio “senza se e senza ma” alla ricandidatura di Occhiuto e, soprattutto, alla corsa di Ferrari per un seggio in Consiglio.
Questo endorsement ha segnato un momento di svolta: l’area politica di Voce ha offerto un sostegno pieno e incondizionato al centrodestra calabrese, in particolare a Forza Italia, dato che sia Occhiuto sia Ferrari sono figure di vertice di quel partito (Occhiuto è vice-presidente nazionale FI, Ferrari vice-segretario regionale).
In cambio, la città di Crotone ha ottenuto attenzione e alcuni risultati tangibili, simbolicamente rappresentati dalla foto di Voce sorridente insieme a Occhiuto e Ferrari all’inaugurazione del nuovo corso universitario di medicina a Crotone.
Nel post-elezioni regionali, dunque, questo asse appare rafforzato e capace di orientare le dinamiche politiche locali: l’alleanza Voce–Ferrari, rivelatasi efficace alle Regionali, viene vista come un viatico per le Comunali di Crotone del 2026. Tuttavia, restano da valutare i rapporti di forza interni alla coalizione di centrodestra e le ambizioni dei singoli attori, elementi che potrebbero mettere alla prova la tenuta di questo patto nei mesi successivi al voto.

POSIZIONAMENTO DI VOCE
Sindaco di Crotone dal 2020, eletto alla testa di una coalizione di liste civiche che prometteva un rinnovamento rispetto ai tradizionali partiti.
Inizialmente simbolo del civismo crotonese – «osannato a furor di popolo dall’elettorato» nel 2020 – Voce ha progressivamente assunto una posizione più pragmatica e vicina al centrodestra.
I suoi anni in carica sono stati caratterizzati da difficoltà nel mantenere una maggioranza stabile in Consiglio comunale, portandolo a piroette politiche e ad accordi trasversali per governare. Questa evoluzione ha raggiunto l’apice nell’estate 2025, quando Voce ha ufficializzato il suo sostegno a Roberto Occhiuto e Sergio Ferrari per le regionali.
In un post pubblico, il sindaco ha annunciato di sostenere gli “eccellenti compagni di viaggio” Occhiuto e Ferrari «senza chiedere nulla in cambio», dichiarando di non essere in cerca di poltrone o padrini politici.
Ha anzi garantito che alle prossime amministrative rimarrà un civico, motivando l’alleanza con la sola volontà di “continuare a far crescere Crotone” nell’interesse del territorio.
Nei fatti, Voce ha giustificato la sua scelta come un approccio pragmatico: per ottenere risultati concreti per la città, meglio collaborare con chi detiene il potere a livello regionale.
Egli rivendica, insieme a Ferrari, diversi traguardi raggiunti grazie alla sinergia con Occhiuto: dalla vertenza occupazionale del call center Abramo, all’avvio della bonifica ambientale, fino ai progressi su università e infrastrutture (viabilità SS106, rilancio dell’aeroporto di Crotone).

In sostanza, Voce ha spostato il suo baricentro politico, preferendo l’appoggio dei partiti di centrodestra a quello esclusivo dei movimenti civici o dell’elettorato progressista.
Questo riposizionamento lo colloca oggi in una situazione singolare: è un sindaco formalmente civico ma sostenuto della coalizione di governo regionale.
Ciò gli ha attirato critiche dall’opposizione, che lo accusa di aver tradito lo spirito originario del suo mandato in cambio di appoggi politici.
Dal punto di vista di Voce, però, questa è una strategia di sopravvivenza e di opportunità: sedendo “a pieno titolo” ai tavoli che contano e partecipando alla distribuzione di risorse (appalti, programmi complessi finanziati dalla Regione), egli ritiene di poter ottenere benefici tangibili per Crotone.
In vista del 2026, Voce si presenta dunque come un attore intenzionato a capitalizzare l’asse con Occhiuto e Ferrari, cercando di coalizzare attorno a sé sia le sue liste civiche sia pezzi del centrodestra locale, pur senza tessera di partito.

STRATEGIA DI OCCHIUTO
leader calabrese di Forza Italia e da poco rieletto presidente della Regione, con un futuro come post Tajani tra un caso giudiziario e l’altro.
Occhiuto è stato definito “un abile giocatore di scacchi” per la mossa di dimettersi anzitempo e ricandidarsi nello stesso giorno, anticipando la tornata elettorale con l’obiettivo di massimizzare le chance di vittoria, ma soprattutto farsi trovare elettoralmente legittimato in caso dovessero qrrivare condanne.
La sua strategia vincente ha consolidato un centrodestra a trazione moderata, in cui Forza Italia (17,98%) e la lista civica “Occhiuto Presidente” (12,39%) hanno trainato la coalizione, ridimensionando gli alleati Fratelli d’Italia e Lega. In questo schema, Occhiuto ha puntato non solo sui partiti, ma anche su alleanze trasversali con amministratori locali indipendenti.
Il caso di Crotone è emblematico: l’intesa con il sindaco Voce, pur esterno al centrodestra tradizionale, ha permesso di intercettare voti in un’area storicamente difficile e di eleggere un consigliere regionale espressione diretta del territorio crotonese.
Occhiuto ha dunque favorito e incoraggiato l’asse con Voce e Ferrari, partecipando ad eventi pubblici e convention politiche a Crotone a testimonianza della vicinanza istituzionale e politica con la città.
Dal punto di vista istituzionale, il presidente Occhiuto dispone ora di un secondo mandato e di una maggioranza solida per governare la Calabria.
Ciò gli conferisce un ruolo di regista anche nelle partite politiche locali in vista delle amministrative 2026.

La “strategia Occhiuto” sembra orientata a mantenere il controllo sugli equilibri territoriali: da un lato premiando gli alleati leali come Ferrari, che con oltre 12 mila preferenze sarà con ogni probabilità un punto di riferimento nella nuova legislatura regionale, dall’altro valutando con pragmatismo come conquistare anche i municipi. Crotone, persa dal centrodestra nel 2020, rappresenta ora una piazza contendibile grazie al riassetto delle alleanze.
Occhiuto sa di poter contare su Ferrari come trait d’union con la realtà crotonese e, almeno finora, anche sulla collaborazione di Voce.
Sul piano politico-strategico, ha due opzioni: sostenere la riconferma di Voce in cambio della sua piena adesione programmatica, oppure schierare un candidato ufficiale del centrodestra alle Comunali.
La scelta non è scontata e dipenderà dai calcoli su quale soluzione garantirà maggiori chances di vittoria.
Le cronache locali riportano che Occhiuto potrebbe persino rivendicare per Forza Italia la candidatura a sindaco, forte del risultato regionale, arrivando a designare personalmente il nome del candidato qualora emergessero divisioni tra gli alleati locali.
In sintesi, Occhiuto sta usando il suo peso istituzionale per plasmare il campo politico crotonese: la sua priorità è che nel 2026 Crotone abbia un’amministrazione comunale in sintonia con la Regione, condizione che faciliterebbe la realizzazione dei progetti e consoliderebbe l’egemonia del centrodestra sulla Calabria.

RUOLO DI FERRARI
Sergio Ferrari occupa attualmente una duplice posizione istituzionale, che ne fa un attore chiave sia a livello locale sia regionale.
Dal dicembre 2021 è Presidente della Provincia di Crotone (e in quanto tale coordinatore dei sindaci del territorio) ed è sindaco del Comune di Cirò Marina, ma dopo le elezioni del 2025 entra anche nell’assemblea della Regione Calabria.
Proprio l’elezione in Consiglio regionale – ottenuta candidandosi nelle liste di Forza Italia a sostegno di Occhiuto – ha proiettato Ferrari alla ribalta: il suo bottino di 12.134 voti di preferenza (primo eletto FI nel collegio Centro) lo ha reso il portavoce naturale del Crotonese a Catanzaro. Nessun altro politico della provincia è infatti riuscito a farsi eleggere in Consiglio(commissione elettorale permettendo), il che accresce il peso specifico di Ferrari come raccordo tra il territorio pitagorico e la giunta Occhiuto.

Politicamente, Ferrari è un esponente di primo piano di Forza Italia in Calabria (vicesegretario regionale del partito) e uomo di fiducia del presidente Occhiuto.
La sua ascesa è frutto anche di un lavoro di squadra con Voce: i due, pur provenendo da esperienze diverse, hanno fatto fronte comune per “il bene del territorio” già prima delle elezioni, coordinando iniziative e condividendo obiettivi amministrativi.
L’alleanza Ferrari–Voce alle Regionali 2025, come detto, ha funzionato e ha contribuito sia all’elezione di Ferrari sia a rafforzare la posizione del sindaco di Crotone in ottica futura.
Nel nuovo assetto, il ruolo di Ferrari diventa molteplice.
In Consiglio regionale potrà farsi promotore delle istanze di Crotone e dell’intera provincia, contando su un accesso diretto al governo regionale.
Allo stesso tempo, se manterrà la presidenza provinciale fino a scadenza o oltre, continuerà a esercitare un’influenza significativa sui comuni locali.
Questo duplice mandato gli conferisce un’autorità politica notevole, ma solleva anche la questione di possibili incompatibilità o dimissioni future da uno dei due incarichi – aspetto su cui si attendono chiarimenti istituzionali.
Politicamente, Ferrari dovrà anche gestire gli equilibri nel centrodestra crotonese: la sua affermazione personale potrebbe alimentare aspirazioni altrui e competizione interna.
Alle regionali, ad esempio, c’è stata una “prova di forza” tra i sostenitori di Ferrari e quelli di Vito Pitaro (candidato di Noi Moderati), altro esponente del centrodestra, anch’egli eletto consigliere con quasi 12 mila voti.

Pur militando in liste diverse, Ferrari e Pitaro hanno corso sullo stesso terreno elettorale, e solo una parte dei voti di Pitaro è arrivata dal Crotonese, a conferma che Ferrari ha saputo meglio catalizzare il consenso locale.
Questo episodio evidenzia la necessità di tenere coesa la coalizione: Ferrari, in quanto referente di FI, dovrà bilanciare la lealtà al sindaco Voce con quella verso il proprio partito e gli alleati.
Finora Ferrari ha pubblicamente confermato la volontà di “fare squadra” con Voce anche oltre le regionali, segnalando di voler proseguire sulla linea della collaborazione istituzionale per far “crescere insieme” Crotone e provincia.
Non è secondario però che, da uomo di partito, Ferrari parteciperà alle decisioni strategiche di Forza Italia sulle prossime comunali.
La sua posizione potrebbe rivelarsi determinante nel decidere se sostenere la ricandidatura di Voce o convergere su un nome alternativo qualora il partito lo richieda.
In ogni caso, il suo ruolo istituzionale attuale – consigliere regionale, presidente provinciale e leader locale di FI – lo rende uno degli ago della bilancia nello scacchiere politico crotonese, capace di influenzare tanto le politiche regionali per il territorio quanto le alleanze elettorali in città.

AMMINISTRATIVE CROTONE 2026
Le elezioni amministrative comunali di Crotone, previste nella primavera 2026, saranno il banco di prova di questo asse Voce–Ferrari–Occhiuto.
Gli sviluppi post-regionali delineano due scenari possibili, strettamente legati alla tenuta o meno dell’alleanza tripartita.
Asse confermato: se l’intesa regge, potremmo assistere a una coalizione anomala ma potente, con Voce candidato sindaco sostenuto ufficialmente dal centrodestra.
In tal caso, Forza Italia e le altre forze che appoggiano Occhiuto rinuncerebbero a presentare un loro esponente di partito, concentrandosi invece sulla riconferma del sindaco uscente in nome della continuità amministrativa.
Questo scenario rappresenterebbe una convergenza inedita tra civismo e centrodestra locale, e farebbe di Voce il favorito nella corsa a sindaco.

Con il traino dei risultati ottenuti grazie alla Regione e il sostegno delle liste di Ferrari/Occhiuto, Voce potrebbe beneficiare di un fronte ampio, lasciando all’opposizione solo le liste di centrosinistra e altre civiche minori.
Va notato che nel campo progressista la situazione è frammentata: il PD crotonese è ai minimi storici e difficilmente potrà imporre un proprio nome.
Il Movimento 5 Stelle, forte del relativo buon risultato di Tridico alle regionali, potrebbe esprimere il candidato sindaco per l’alleanza giallorossa, ma la somma dei voti M5S+Tridico in Calabria (circa 20%) raramente si tradurrebbe in vittorie locali.
Inoltre, osservatori sottolineano che a Crotone il M5S e il PD al momento “non costituiscono alcuna minaccia”: figure storiche come l’ex sindaco Vallone o Grillo e i soliti esponenti “radical chic” non decollano nei consensi, lasciando libero il campo alla sfida tra centrodestra e la lista civica di Voce.
Asse in frattura: l’alternativa è che il patto si rompa, cioè che il centrodestra decida di correre con un proprio candidato contro Voce.
Già a poche settimane dalle regionali si registrano segnali di tensione.
Sergio Torromino, ex deputato forzista passato a Noi Moderati, ha annunciato la sua candidatura a sindaco, rompendo gli indugi e lanciando la sfida in anticipo.
Questa mossa ha creato attriti nel centrodestra, perché Torromino ambisce ad essere il candidato unico dell’intera coalizione, mettendo in discussione l’ipotesi di appoggiare Voce.
Forti del successo alle regionali, i dirigenti di Forza Italia e della lista Occhiuto potrebbero rivendicare la candidatura per un loro esponente, anziché lasciarla a un civico.
In tal caso Occhiuto, di concerto con il partito, potrebbe indicare personalmente un nome “ufficiale” per la guida del capoluogo pitagorico. Le conseguenze sarebbero significative: Voce si troverebbe isolato, privato del supporto dei partiti di centrodestra e con scarso spazio per ricucire con il centrosinistra.

Uno scenario del genere renderebbe la partita apertissima.
Da un lato, un centrodestra unito attorno a Torromino (o ad altro candidato di bandiera) rappresenterebbe una “solida alternativa” a Voce, grazie a un’alleanza compatta e ben radicata sul territorio.
Dall’altro, Voce dovrebbe fare affidamento solo sulla sua popolarità personale e sulle liste civiche fedeli, che però – come evidenziato dal risultato delle regionali in città – mostrano dei limiti nella capacità di mobilitazione del voto.
Infatti, nonostante l’endorsment del sindaco, Ferrari ha raccolto a Crotone città circa 2.700 voti (meno del 30% dei 16.434 voti con cui Voce vinse nel 2020), segno che una parte consistente dell’elettorato civico del 2020 non si è attivata in questa occasione.
Ciò indica che il “bacino” di Voce da solo potrebbe non bastare contro un centrodestra riorganizzato e motivato a riconquistare il Comune.
In caso di frattura dell’asse, è molto probabile che si arrivi al ballottaggio: i candidati in campo sarebbero Voce, il candidato ufficiale del centrodestra (Torromino o un altro) e un esponente del campo progressista/M5S. Oltre a qualche outsider che punta più al ruolo da consigliere comunale che da sindaco.
Al secondo turno, tutti gli elettori anti-Voce potrebbero convergere sullo sfidante, rendendo difficile la riconferma per l’attuale sindaco.
In conclusione, le implicazioni politiche dell’asse Voce–Ferrari–Occhiuto per le comunali 2026 dipendono dalla sua tenuta.
Se i tre continueranno a muoversi in sintonia – privilegiando la “continuità e risultati concreti” per Crotone promessi dallo stesso Voce – potremmo assistere a una formula insolita di coalizione civico-istituzionale, potenzialmente vincente ma tutta da testare nelle urne.

Viceversa, se prevarranno le fratture locali e le ambizioni di partito, l’asse potrebbe dissolversi, riconsegnando Crotone a una competizione politica più classica.
In quest’ultimo caso, il rapporto di forza tornerebbe a favore di un centrodestra compatto, mentre Voce rischierebbe di perdere il vantaggio acquisito, ritrovandosi da protagonista di un “asse” bipartisan a battitore isolato.
I prossimi mesi – con la formazione della nuova Giunta regionale e le manovre pre-elettorali nei partiti – saranno decisivi per capire se l’esperimento di collaborazione tra il sindaco civico e il vertice regionale reggerà.
Le possibili coalizioni o spaccature che ne deriveranno delineeranno il volto della sfida per Crotone 2026: o la conferma dell’asse come forza trasversale per la città, oppure una nuova contrapposizione frontale tra blocchi politici contrapposti.
In ogni caso, Crotone è divenuta il centro di un laboratorio politico, i cui esiti potranno influenzare anche gli equilibri istituzionali tra enti locali e Regione in Calabria.