Nulla di fatto. Resta sotto sequestro il “Villagio Campisi” di località Gabella. Il Tribunale di Crotone, nelle funzioni di Riesame reale, ha rigettato infatti le istanze dei proprietari dei 74 immobili realizzati nella struttura ricettiva che avevano chiesto la revoca dei sigilli disposti dal giudice delle indagini preliminari sull’area dove sorgono le villette.
Secondo la Procura di Crotone, che lo scorso ottobre ha ottenuto il sequestro preventivo dei terreni che ospitano i manufatti, l’insediamento abitativo sarebbe stato realizzato in violazione sia del Piano regolatore generale vigente che della normativa regionale. Per questo, il pubblico ministero Pasquale Festa, che coordina l’attività investigativa condotta dai carabinieri, ha iscritto nel registro degli indagati due persone con l’accusa di lottizzazione abusiva: Antonio e Luigi Campisi, i rappresentanti legali della “Global service construction”, la società titolare del permesso di costruire e committente dei lavori di edificazione delle casette.
Inoltre, Antonio Campisi, amministratore dell’impresa edile “Campisi Antonio”, deve anche rispondere di aver messo in piedi gli immobili contravvenendo alle disposizioni urbanistiche. In sostanza, al posto di un villaggio-camping con 72 bungalows in legno e dotato di punti per il ristoro e la sosta, così come stabiliva l’autorizzazione rilasciata dal Comune di Crotone nel 2008, il “Villaggio Campisi” sarebbe diventato un villaggio turistico. All’interno del quale, si legge nel decreto di sequestro, vennero edificati 74 e non più 72 bungalows dove “una delle due verande previste nel progetto originario per ciascun immobile veniva chiusa” al fine di recuperare “ulteriore superficie calpestabile per la creazione di una ulteriore camera”. In questo modo, per gli inquirenti, i bungalows – che di volta in volta vennero venduti a terzi – “assumevano una struttura dotata di due camere da letto, angolo cottura e pranzo, bagno e veranda”.
Da qui la tesi accusatoria. “Dall’analisi del progetto – osserva il giudice – emergeva come la struttura progettata ed autorizzata come villaggio camping fosse in realtà inquadrabile nella categoria del villaggio turistico in quanto non era previsto alcuno spazio per la sosta e il soggiorno di turisti provvisti di tende e di altri mezzi autonomi di pernottamento essendo unicamente progettata la costruzione di bungalows”. E ancora: “Le unità abitative risultano stabilmente ancorate al suolo ed insistono su platee in cemento così da aver provocato un radicale mutamento del territorio interessato”.
Infine, sui proprietari dei manufatti: “Appare evidente come tutti gli acquirenti fossero perfettamente consapevoli di acquisire un immobile abusivo realizzato in luogo di un villaggio camping, circostanza che esclude qualsiasi possibilità di individuare la buona fede dei singoli acquirenti”. Fonte: Gazzetta del Sud