Crotone Oscura: Bonifiche, Potere e Pallone

Fonte: ‘U Ruccularu

CROTONE. Una città avvelenata dai silenzi, dove i rifiuti si interrano, i voti si contano e il calcio distrae. E dietro ogni rinvio, una domanda: chi ci guadagna davvero?

La recente sospensiva del TAR Calabria sull’ordinanza del commissario straordinario Errigo — che imponeva a Eni Rewind l’avvio immediato dei lavori di bonifica del SIN (Sito di Interesse Nazionale) di Crotone — apre uno squarcio su una realtà torbida, dove diritto, ambiente e politica si intrecciano in un gioco di specchi.
La decisione di rinviare l’udienza di merito al 18 giugno 2025, a ridosso della campagna elettorale per le comunali del 2026, solleva interrogativi inquietanti:
è davvero solo un atto tecnico o l’ennesima mossa in una strategia che si gioca lontano dai riflettori?

Il Ritardo Come Strategia: Il Tempo Come Vantaggio Politico

La bonifica del SIN di Crotone è bloccata da anni. Decenni.
L’ordinanza di Errigo — che imponeva l’uso della discarica Sovreco per smaltire i rifiuti tossici — aveva acceso la miccia: proteste, polemiche, accuse.
C’era chi parlava di favori a Eni, chi puntava il dito contro l’impatto ambientale.
Poi, il TAR blocca tutto. Ancora.
Ma il rinvio non è neutro.
Anzi. Favorisce, guarda caso, il sindaco in carica, Vincenzo Voce, che così si risparmia il fardello di un’operazione impopolare in piena corsa elettorale.
Il rinvio, in pratica, lo aiuta a evitare la bonifica… e a cavalcare il consenso.

La Narrazione Vincente di Voce: Dall’Azione alla Retorica

Voce prende le distanze dall’ordinanza. Si schiera con comitati e ambientalisti.
Un colpo da maestro.
Così si mostra come paladino del territorio senza dover proporre soluzioni alternative.
La sua opposizione alla discarica diventa un megafono potente: difende la città, ma resta alla finestra. Non agisce. Non si espone.
Intanto, però, si rafforza nella narrazione.
Quella dell’uomo solo contro i poteri forti.
Quella che piace. Quella che funziona.

Istituzioni a Rilascio Programmato: Immobilismo o Calcolo?

Anche la Regione fa la sua parte.
A maggio 2024 salta una seduta straordinaria sulla bonifica per “mancanza del numero legale”. Una coincidenza? Forse. O forse no.
Il copione sembra scritto: spostare il baricentro delle responsabilità altrove, rinviare, diluire, confondere.
In mezzo, Errigo — nominato dal governo Meloni — diventa bersaglio facile per chi, a livello locale, teme contraccolpi elettorali.
Il vuoto istituzionale, intanto, diventa lo spazio perfetto per chi, come Voce, costruisce consenso senza toccare la sostanza.

Ambiente e Salute: I Costi del Non Fare

Il sito industriale dismesso di Crotone è tra i più inquinati d’Europa.
Metalli pesanti, rifiuti tossici, cemento avvelenato usato perfino nelle abitazioni.
E il tempo quel tempo che tutti invocano lavora contro i cittadini. Ogni rinvio aggrava. Ogni attesa uccide.
Ma intanto Eni Rewind, con ogni mese guadagnato, evita i costi dello smaltimento fuori regione.
E dal 2026, con il divieto europeo all’esportazione dei rifiuti pericolosi, la partita diventerà ancora più sporca.
Il tempo, si sa, non fa solo giustizia. Fa anche comodo.

Scenari Futuri: La Bonifica Come Merce di Scambio

Le elezioni del 2026 saranno, di fatto, un referendum sulla bonifica.
Se Voce sarà rieletto, la questione potrà essere rimandata ancora, in attesa di nuovi equilibri.
Se cambierà l’amministrazione, esploderà lo scontro istituzionale tra Comune e governo.
Ma una cosa è certa: comunque vada, la bonifica resterà ostaggio. Strumento di pressione. Merce di scambio.Promessa da campagna elettorale, come tante altre.

Quando il Rinvio è la Vera Scelta Politica

La sospensiva del TAR non è un semplice atto giuridico.
È una dichiarazione politica.
In un contesto in cui l’inerzia è diventata strategia, il rinvio è l’arma perfetta:
non compromette, non espone, non decide.
E permette di restare in sella.
Vincenzo Voce gioca questa partita con abilità, ma sotto l’etichetta del cambiamento si muove nelle stesse logiche di potere di sempre.
Intanto, Crotone resta sospesa.
Tra promesse e tossine. Tra silenzi e tumori. La posta in gioco non è una poltrona. È la credibilità delle istituzioni. È la salute collettiva. È la memoria.

Tra Tumori, Clan e Calcio – La Grande Rimozione Collettiva

Più il tempo passa, più l’inerzia avvelena. Letteralmente.
L’elettorato crotonese si consuma sotto l’effetto silenzioso ma spietato di un’incidenza tumorale fuori controllo.
Il corpo elettorale si assottiglia.
I cittadini muoiono, le famiglie si svuotano, la comunità si spegne.
E quando i numeri calano, l’accentramento diventa una soluzione: razionale, dicono. Inevitabile, sussurrano. Ma il rischio è un altro: che Crotone perda anche la sua voce, oltre che la sua gente.

Nel frattempo, i rifiuti quelli che prima o poi qualcuno dovrà pur trattare, finiranno nella discarica Sovreco.
Una discarica autorizzata, certo.
Ma gestita dalla famiglia Vrenna, attualmente coinvolta nel processo “Glicine-Acheronte”, che indaga sui legami tra imprenditoria, politica e criminalità organizzata.
Nessun collegamento diretto, per carità.
Ma basta questo per dire che le due vicende non sono estranee l’una all’altra.
In una città dove tutto si tiene, dove i nomi si ripetono, dove il potere ha facce antiche, la distanza tra un’autorizzazione e un’indagine è sottile. A volte, impercettibile.

E mentre le carte bollate scorrono e i tumori avanzano, il Crotone Calcio si gioca i playoff di Serie C.
Una speranza, un’emozione, una distrazione. Panem et circenses, dicevano i latini.
E avevano ragione. Basta una vittoria, un gol al novantesimo, una promozione in B per tenere la città occupata, sedata, sorridente.
Così non si pensa alla discarica. Non si guarda il processo. Non si nomina la bonifica. Si esulta. Si dimentica. Si muore.

Ma a Crotone, oggi, non servono cori da stadio. Servono bonifiche vere, processi giusti, scelte nette.
Servono occhi aperti, anche quando tutti, intorno, sembrano dormire.