Crotone. Seduta fantasma, il Consiglio che non fu. Maggioranza in disfacimento come la tela di Penelope

Seduta fantasma, il Consiglio che non fu. Maggioranza in disfacimento come la tela di Penelope

Fonte. U’Ruccularu

Nel teatrino della politica crotonese, il Consiglio Comunale del 26 maggio 2025 passerà alla storia non per ciò che si è detto, ma per ciò che non si è voluto dire. Una seduta mai apertasi davvero, congelata in un silenzio tanto assordante quanto strategico. Il Presidente del Consiglio, Mario Megna, figura storica e navigata della politica locale, ha deciso di non presentarsi. Ma soprattutto, ha scelto di non delegare. Il risultato? Un’aula paralizzata, un’istituzione sospesa, una città lasciata – ancora una volta – in attesa.

Il Consiglio che non doveva svolgersi
Il calendario politico parlava chiaro: mozioni su temi cruciali per il presente e il futuro di Crotone. Dall’ambiente alla sanità, dalla cultura alla gestione urbana. Eppure, alla prima chiamata, la scena si è svuotata come un teatro senza pubblico. Il Presidente era assente, la maggioranza spezzata, l’opposizione perplessa. Ma non è stata una dimenticanza. È stata una fuga organizzata, un atto di sabotaggio interno mascherato da formalismo.
Tra i punti all’ordine del giorno:
Una mozione per denunciare Eni Rewind per omessa bonifica;
Una proposta per istituire una sede dello Zooprofilattico del Mezzogiorno a Crotone;
Un’istanza sulla realizzazione di una nuova area Canadair per l’aeroporto;
Mozioni simboliche come quella sull’intitolazione alle vittime di femminicidio e sul fine vita;
E poi, interpellanze su elisoccorso, amianto, centro storico, verde urbano, reperti archeologici, chioschi comunali.
Non si trattava di cavilli regolamentari, ma di scelte politiche urgenti. Tuttavia, l’aula consiliare si è trasformata in un palcoscenico vuoto, dove i protagonisti si sono nascosti dietro le quinte.

Il segnale: la maggioranza non esiste più
Il gesto di Mario Megna, che ha disatteso la prassi regolamentare di delegare la presidenza in sua assenza, è più eloquente di mille comunicati. Megna, che molti a Crotone definiscono il “San Pietro del Comune” per la sua longeva permanenza nelle stanze del potere, ha deciso di non porgere le chiavi. Ma così facendo ha lasciato l’assemblea senza guida, certificando la fine di un’illusione: quella di una maggioranza ancora capace di parlare con una sola voce.
Il sindaco Vincenzo Voce, che pure si prepara a chiedere la riconferma popolare, appare oggi sempre più orfano della sua stessa squadra. Alcune mozioni – e qui sta il punto nevralgico – non venivano dall’opposizione, bensì da consiglieri di area civica, dallo stesso bacino che dovrebbe sostenerlo. Diversi consiglieri oggi marcano le distanze, non aspettano più indicazioni dalla cabina di regia, ma agiscono in autonomia. La vera opposizione, oggi, siede dentro la maggioranza.

Il logoramento: civismo allo sbando
Voce, eletto nel 2020 sull’onda di un civismo indignato, si ritrova ora invischiato in quelle stesse dinamiche da Prima Repubblica che aveva promesso di superare. Un mosaico di consiglieri ciascuno col proprio brand personale, una giunta disarticolata, un Consiglio che pare un ring di silenzi e sospetti. Non è più una crisi politica: è una crisi di identità.
Si discute di bonifiche, ma si tace in aula. Si parla di valorizzazione del territorio, ma si evita il confronto. Il tutto mentre Crotone attende risposte concrete: sul suo futuro ambientale, sul destino dei suoi quartieri, sulla sorte dei suoi cittadini. Invece, la politica cittadina balla sull’orlo del nulla, lasciando che l’inazione prenda il posto della responsabilità.

Una parabola discendente

Se la politica è l’arte del possibile, a Crotone sembra essere diventata l’arte del rinvio sistematico. L’assenza del Consiglio del 26 maggio non è un incidente tecnico, è l’immagine plastica di una città senza governo, di un’amministrazione che ha perso la parola prima ancora del consenso.
La seduta fantasma del 26 maggio sarà ricordata non per ciò che avrebbe potuto essere, ma per ciò che ha rivelato: una maggioranza frantumata, un sindaco isolato, un’istituzione che ha smesso di parlare.
E mentre il tempo scorre, le domande diventano inevitabili:
Sarà in prima o seconda convocazione?
I punti verranno ritratti?
I consiglieri verranno richiamati all’ordine e silenziati come i commenti sulla pagina “Città di Crotone”?