Crotone vigila: mentre i cittadini scendono in piazza, Eni e Comune scendono in… comunicato

Crotone vigila: mentre i cittadini scendono in piazza, Eni e Comune scendono in… comunicato – Cronache da una vigilia ad alta tensione

Fonte: U’Ruccularu

Alla vigilia di un Consiglio Comunale attesissimo – posticipato in modo poco trasparente dal 26 al 29 maggio – la tensione politica a Crotone si taglia col coltello. Non solo per i 14 punti all’ordine del giorno, tra cui spicca la mozione sulla denuncia contro ENI Rewind per l’omessa bonifica del SIN, ma anche per una sincronia comunicativa troppo perfetta per essere casuale.
Proprio il giorno prima del Consiglio, e proprio a poche ore dall’annuncio di un presidio civico cittadino, Eni Rewind comunica che i rifiuti pericolosi – per adesso – partiranno per la Svezia a partire dal 16 giugno. Una notizia che, nella forma, sembra una svolta. Ma nella sostanza, suona come una mossa mediatica preventiva, utile a sgonfiare la pressione su una mozione politicamente esplosiva.

Il balletto delle dichiarazioni
Subito dopo Eni, ecco la contro-mossa dell’Amministrazione Voce e della Provincia: un comunicato celebrativo, con toni da liberazione collettiva, in cui si grida alla “vittoria della città”. Ma la realtà è meno idilliaca. Perché se è vero che le prime 40.000 tonnellate di rifiuti partiranno, è anche vero che non è stato risolto nulla sul piano della responsabilità ambientale. La bonifica resta incompleta, opaca, negoziata.
Ed è proprio su questo che il Consiglio Comunale è chiamato a esprimersi domani. Non sulla logistica dei trasporti, ma sul dovere morale e politico di denunciare ENI Rewind per l’omessa bonifica. È qui che l’amministrazione Voce mostra tutta la sua ambiguità: da un lato incassa finanziamenti Eni per eventi e spettacoli, dall’altro tace o glissa sulle vere responsabilità industriali. Due pesi, due misure. Un doppio gioco che ora rischia di venire smascherato.

Il Consiglio fantasma e il ritorno del fantasma
Non va dimenticato che il Consiglio del 26 maggio – quello che avrebbe dovuto ospitare questa discussione – è stato rinviato senza una spiegazione plausibile, con la giustificazione generica di “sopraggiunti impegni del Presidente Mario Megna”. Ma se fosse stato davvero solo un problema d’agenda, perché non si è delegata la presidenza al consigliere anziano, come previsto dal regolamento?
Il sospetto è che si sia voluto evitare lo scontro diretto, allontanando nel tempo una resa dei conti ormai inevitabile. E che l’improvvisa pioggia di comunicati stampa alla vigilia del nuovo Consiglio sia un tentativo di anestetizzare il dibattito, di mettere un tappo alla piazza, e magari di neutralizzare le spinte più critiche all’interno dello stesso Consiglio comunale.

Un Consiglio carico di polveri sottili (e politiche)
Oggi, dentro l’aula Falcone-Borsellino, non si discuterà solo di ENI. All’ordine del giorno ci sono mozioni e interpellanze che rivelano un territorio in sofferenza e una città in cerca di risposte:
La mozione sul fine vita, una questione etica profonda e delicata, che interroga le coscienze e chiede un’amministrazione capace di affrontare temi civili e di dignità.
L’interpellanza sulla bonifica dell’amianto negli edifici pubblici.
Il nodo del centro storico e del suo regolamento edilizio assente.
Il progetto Remunero, il verde pubblico, l’elisoccorso, il destino dei reperti archeologici dimenticati.

È un ordine del giorno che racconta una città ferita, dimenticata, strattonata tra bonifiche mai completate e prospettive mai avviate. Una città dove, mentre i cittadini chiedono aria pulita, cultura, salute, decoro urbano, l’amministrazione risponde con festicciole, comunicati e scenografie retoriche.

Finale (e bivio): la città davanti allo specchio
Oggi non sarà solo un voto, sarà una radiografia del potere cittadino. E alla domanda che aleggia nell’aula – “da che parte sta il Comune?” – il sindaco Voce e la sua maggioranza non potranno più sfuggire. Sarà il momento della verità.
O si rompe il silenzio e si dice chiaro e forte che Eni Rewind deve essere chiamata a rispondere delle sue responsabilità, o si confermerà l’ennesima sudditanza mascherata da collaborazione istituzionale.
Oggi è il giorno in cui si dovrà scegliere tra la piazza e il palazzo, tra chi ha avvelenato la città e chi la vuole ancora viva. È il giorno in cui le parole non basteranno più.