Cozzolino prova a difendersi, la speranza che tutto finisca in una bolla di sapone non è ancora del tutto svanita. Quel letterato di un Cozzolino affida la sua tesi difensiva ad un memoriale finito sia sulla scrivania della procura di Salerno che su quella del Csm – che proprio ieri, mentre a Salerno si svolgeva una udienza a nostro carico promossa da quel togato di un Cozzolino, nell’aula 9 del Tribunale di Cosenza membri della prima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura hanno dato il via all’istruttoria autorizzata dal Plenum con gli interrogatori dei pm “coinvolti” nel caso Manzini/Cozzolino – dove sostiene di essere vittima di una campagna diffamatoria nei suoi confronti portata avanti dal nostro giornale, e scrive letteralmente così: “A Cosenza siamo (in riferimento agli altri magistrati coinvolti come lui in intrallazzi, e finiti sul nostro giornale) ostaggi di Iacchite’”. E nella disperata richiesta di aiuto, più che un memoriale, fa l’elenco dei magistrati “vittime” dei nostri articoli inserendo nella lista anche il procuratore Borrelli (procuratore capo a Salerno) con la speranza di una sua forte presa di posizione, e quindi della procura, contro di noi.
Speranza che si è concretizzata ieri durante l’udienza a Salerno con il tentativo posto in essere (come direbbe quel magistrato di un Cozzolino) dalla procura di Salerno che ha provato in tutti i modi di chiudere il procedimento a nostro carico con una bella condanna (senza nemmeno aver letto gli articoli contestati e omettendo alla Corte l’esistenza di un video come prova a nostra “discolpa”), giusto per dare una mano a quel collega di un Cozzolino, tentativo rispedito al mittente dal nostro avvocato, ma anche da un attento e “pignolo” presidente della Corte che ha disposto “nuovi approfondimenti” rimandando la decisione. C’è sempre un amico disposto a dare una mano a Cozzolino, questo lo abbiamo capito bene.
Quel perseguitato di un Cozzolino sostiene di essere ostaggio di Iacchite’ e per provarlo, così come ha fatto ieri davanti ai consiglieri della prima commissione del Csm e nell’aula del Tribunale di Salerno, continua ad agitare provvedimenti di archiviazione emessi dalla procura generale della Corte di Cassazione, come a dire: questa storia è stata già trattata, ed io ho chiarito tutto agli ermellini che hanno archiviato il caso. Ma quello che fa finta di non capire quell’azzeccagarbugli di un Cozzolino è che se da un lato è riuscito fino ad oggi ad evitare provvedimenti penali (grazie sempre ai soliti santi in paradiso), dall’altro il Csm ha deciso di vederci chiaro nella sua attività di pm a Cosenza.
Azione istruttoria che non si limita alla sola questione Manzini/Cozzolino, che per la cronaca riassumiamo cosi: la Manzini, già aggiunto presso la procura di Cosenza, accusa Cozzolino di essere amico di Potestio, già capogabinetto dell’allora sindaco Mario Occhiuto, portando a sostegno della sua tesi anche le foto che noi abbiamo pubblicato (cene e passeggiate tra Cozzolino e Potestio, ai tempi in cui Potestio risultava iscritto nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta, proprio da Cozzolino), e per questo non poteva essere titolare di alcuna inchiesta sulla pubblica amministrazione e non solo.
Di contro, quell’indagato di un Cozzolino sostiene che la Manzini, con l’aiuto del senatore Morra, per motivi di opportunità politica e non solo dello stesso, gli ha scippato le inchieste con un atto non consentito dalle regole. I due si sono denunciati a vicenda, e il Csm ha detto che la questione va approfondita con una istruttoria, e ampliata a tutta l’attività della procura di Cosenza in riferimento agli anni della sindacatura Occhiuto. E gli interrogatori di ieri di alcuni pm della procura cittadina, da parte dei consiglieri del Csm, sono un primo passaggio che conferma l’istruttoria oramai partita.
Come finirà non è dato sapere. Così come non è dato sapere se gli interrogatori di ieri sono solo un contentino da dare in pasto all’opinione pubblica cittadina che alla Giustizia, a queste latitudini, non crede più. Vedremo.