Da Letta a Gentiloni una sola certezza: l’agente Minniti

Nel disastro totale del PD nessuno ha osato chiamare in causa Marco Minniti, ma in tutta sincerità qualcuno si è accorto che ha fatto campagna referendaria, esclusa qualche sporadica apparizione?

Eppure è l’unico esponente del Pd sopravvissuto sulla propria poltrona al passaggio di governo da Enrico Letta a quello dell’ex sindaco di Firenze ed è ancora lui a rimanere in sella anche con quel caggio di Gentiloni. Con la differenza che lascia i servizi segreti (si fa per dire) e passa al Viminale.

Da quell’inattesa riconferma nel 2013 è cominciata la silenziosa ascesa che ha fatto di Minniti uno degli uomini più potenti del governo Renzi. Non è stato un semplice sottosegretario, per il premier valeva più di un ministro. Un agente speciale, con licenza di sconfinare in altri ministeri scrive Marco Damilano su L’Espresso. Con tanto di missioni speciali in Libia.

Eppure Minniti, inizialmente, non faceva parte del cerchio magico renziano. Fino all’elezione di Renzi alla segreteria del Pd, nel 2013, i due non si erano mai incontrati. Ai servizi segreti sembrava destinato (e oggi ha coronato il suo sogno, ndr) il fedelissimo sottosegretario Luca Lotti, molto attratto dalla materia. La conferma è stata una sorpresa. Ancor più inaspettato il feeling nato tra due personaggi distanti anni luce.

Renzi e Lotti
Renzi e Lotti

A febbraio 2016 però è successo qualcosa. Dicono che Minniti fosse furioso con Renzi perché aveva mandato la Boschi a riferire alla Camera sullo spionaggio americano ai danni di Berlusconi. E’ evidente che si era rotto qualcosa nel loro rapporto. Dagospia ci aveva (giustamente) sguazzato e il montaggio è da Serie A.  Ma oggi ormai “sparare” sulla Boschi è lo sport preferito degli italiani e, come sapete, è stata ridimensionata anche dal governo. Minniti, insomma, è stato tra i primi a “sparare” (politicamente, per carità) su di lei. E che colpi!

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/flash-minniti-sottosegretario-delega-servizi-furioso-renzi-119260.htm

Minniti ha all’attivo anche una lunga amicizia con Massimo D’Alema – ricorda ancora Damilano su L’Espresso -. Era uno dei Lothar negli anni Novanta, lo staff dalemiano di pochi capelli. Nel 1999 Minniti è a Palazzo Chigi come sottosegretario di D’Alema che ha deciso l’intervento in Kosovo. E successivamente sarà sottosegretario anche con Prodi e persino con Amato. Con l’ex premier “baffino” il sodalizio si spezzò nel 2010 quando D’Alema fu nominato presidente del Copasir, il comitato parlamentare di controllo dei servizi, incarico che sembrava spettare a Minniti, passato intanto con Walter Veltroni.

http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2015/04/17/news/marco-minniti-il-ministro-in-segreto-ecco-quanto-conta-il-sottosegretario-1.208730

Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti.

Anche l’agente Minniti è pronto al salto. Della quaglia. Come volevasi dimostrare.