Da Roccaforte a Careri riapriamo da soli le scuole d’Aspromonte (di Gioacchino Criaco)

In questi giorni, Gioacchino Criaco ha lanciato un accorato appello per la sua terra partendo dalla battaglia per non chiudere le scuole d’Aspromonte al quale noi di Iacchite’ aderiamo pienamente.

Usciamo tutti dall’ipocrisia, dal traccheggio. A schiena tesa e a testa alta, lo sappiamo tutti che chiudere le scuole dell’interno significa chiudere l’Aspromonte, cominciare a preparare le valigie. A questo bisogna opporsi, alla morte di un popolo e di una cultura millenaria che mantiene le ultime testimonianze greche in Calabria“.

dal profilo Fb di Gioacchino Criaco

Da Roccaforte a Careri riapriamo da soli le scuole d’Aspromonte

La prima lezione che possiamo dare ai nostri ragazzi è che le decisioni ingiuste non vanno rispettate. La prima lezione che dobbiamo dare a noi stessi è che il principio della responsabilità viene prima di ogni altro, e prima degli altri chi subisce l’ingiustizia è responsabile dell’ingiustizia. E usciamo tutti dall’ipocrisia, dal traccheggio. A schiena tesa e a testa alta, lo sappiamo tutti che chiudere le scuole dell’interno significa chiudere l’Aspromonte, cominciare a preparare le valigie.

A questo bisogna opporsi, alla morte di un popolo e di una cultura millenaria che mantiene le ultime testimonianze greche in Calabria. e tutti fummo greci, ma pochi lo siamo ancora oggi, e ai greci oltre alla cultura non difettava il coraggio, e di coraggio si tratta oggi. La chiusura delle scuole chiude il cerchio della chiusura dell’Aspromonte, segna l’omologazione finale, a questa ecatombe bisogna opporsi, all’abbandono della coesione sociale, della solidarietà, dell’apertura si deve dire no. Smettiamola di dirci bugie, e finiamola di essere vili. Andiamo verso l’estinzione e ci arrendiamo a criteri che sono solo economici. Noi siamo stati altro, e se vogliamo continuare a esserlo non dobbiamo aspettare politici o burocrati. Se lo vogliamo davvero conservare il nostro mondo dobbiamo lottare per esso.

Responsabilità. Ognuno se ne deve assumere una parte. I bambini non vanno messi sulle macchine o sugli scuolabus. Vanno riportati dentro le loro scuole. E da Roccaforte a Careri ce le dobbiamo riaprire da soli, dobbiamo andare a insegnare o a sostenere. E ci denuncino e ci processino, dobbiamo resistere. Quello che non ci serve più sono le balle, quelle che ci raccontiamo, quelle che ci raccontano. E chi scrive scriva di resistenza e di lotta, e chi informa informi di resistenza e di lotta, e chi vive viva davvero di resistenza e di lotta. Smettiamola e di aver paura e di lasciarci trascinare da una corrente narcotica che sta facendo morire la nostra terra.

Si sveglino gli scrittori e invece di raccontare lottino, si sveglino i politici, gli insegnanti, i giornalisti. Si svegli la grecìa calabrese che è una grecìa figlia dei tanti popoli che ci hanno generato. No, non è una banale questione di qualche scuola che chiude, non è una piccola e locale questione burocratica. Stanno chiudendo lentamente il nostro mondo, stanno ammazzando lentamente un popolo antico. E da qualche parte dobbiamo ricominciare la marcia. Perché un tempo anche noi fummo greci.

Rimobilitatevi Riresistete Ririaprite le scuole in Aspromonte

Vi dico la verità, agli appelli miei e di un paio di altri fessi, di cui doverosamente vanno ricordati i nomi, professori Bombino e Teti, non è che abbiano risposto valanghe d’uomini. Per riaprire le scuole di Roccaforte del Greco e Careri, scongiurare la chiusura di quelle di San Lorenzo, risolvere i problemi di organico di Canolo, e fare azione preventiva contro una chiusura totale in progress delle scuole dell’Aspromonte, si sono mossi i genitori e i comitati spontanei nati intorno al problema. La politica, sostanzialmente se ne è sbattuta, tranne i sindaci dei comuni interessati e un po’ di colleghi dei comuni che prima o poi vivranno il dramma.

Qualche apertura di qua e di là, ma senza la rapidità di risposta necessaria. Niente falangi aspromontane, niente penne leste, scrittoriali o giornalistiche. Poca gente, come al solito, come capita sempre davanti a questioni importanti, per tutti. Non il vuoto assoluto, gente seria si sta impegnando, a informare, a resistere. Fessi sostanzialmente, affetti dall’incoscienza tipica dell’età immatura, che per fatto patologico non si spaventano mai. Fessi che rilanciano. Si rimobilitatevi, riresistete e ririaprite le scuole in Aspromonte, opponetevi alla chiusura di un mondo, che bello o brutto è stato il mondo che ci ha messo alla luce. E non fraintendete, non è l’Aspromonte che ha bisogno di noi, lei comunque resterà Mana Ji, la madre splendente. Noi senza lei saremo orfani, fessi davvero, e per sempre.
fenomaste panda stin galin ora