Depurazione, il Consorzio Valle Crati e il Comune di Castrolibero

Il Consorzio Valle Crati non è un’Azienda speciale: lo statuto non è mai stato modificato!

La “gara del secolo”. Per diversi anni, una combriccola di affaristi ha sperato di poter mettere le mani su 200 milioni di euro in 15 anni, più 35 per la costruzione degli impianti della depurazione nell’agglomerato Cosenza-Rende.

Si trattava dell’affare della depurazione, messo in piedi da un corposo finanziamento del Cipe per quegli enti che erano incorsi in sanzioni ambientali dall’Unione Europea.

Era il Comune di Cosenza alias Mario Occhiuto il motore dell’affare. Teneva sotto controllo il Consorzio Valle Crati, soggetto attuatore, mettendoci un uomo di sua fiducia e apriva praterie all’azienda che doveva vincere la gara. La General Construction di Alfonso Gallo, oggi Geko, legata al Pd calabrese tramite Marco Minniti.

Oggi la gara è stata ufficialmente bloccata e l’uomo di Occhiuto, tale Maximiliano Granata, è stato indagato per corruzione elettorale e voto di scambio e sanzionato con una interdizione dai pubblici uffici per un anno nonostante la moglie sia (ancora!!!) un giudice del Tribunale di Cosenza.

Primo problema: il bando di gara era palesemente irregolare.

greco Il Comune di Castrolibero attraverso il sindaco Giovanni Greco il 20 marzo 2015 ha scritto una lettera di fuoco indirizzata al Consorzio Valle Crati, al presidente della Regione Oliverio e a tutti i consiglieri regionali, ai sindaci e ai consiglieri comunali di tutti i Comuni consorziati al Valle Crati e al prefetto di Cosenza nella quale inserisce un altro aspetto grottesco di questa vicenda.

Il Consorzio Valle Crati, per poter essere soggetto attuatore del bando, si è trasformato in Azienda speciale. Ma nessuno dei Comuni consorziati, come invece la legge prescrive, ha inserito la modifica nel suo statuto.

Ma ecco il testo integrale della lettera del sindaco di Castrolibero.

“L’agire stesso del “Consorzio”, nella sua illegittima configurazione odierna di “azienda speciale”, ossia con la trasformazione da ente consortile ad ente pubblico economico (adottato proprio per avere i requisiti necessari per indire il bando di gara, ndr), è in se illegittimo e rende quale conseguenza illegittimi gli atti adottati con una configurazione giuridica mai perfezionata”.

“… Ad essa sarebbe dovuta seguire l’adozione da parte di ogni singolo consiglio comunale (di quei Comuni facenti parte del Consorzio) delle modifiche statutarie di trasformazione che la sia pur contestata delibera consortile aveva in animo di realizzare. Tutto questo non si è mai verificato”.

“Accadeva che non venivano adottati gli atti deliberativi consiliari da parte dei Comuni facenti parte del Consorzio, di talchè mai s’è data concretezza giuridica alla pretesa trasformazione. E che di questo si tratta valga il dato, a provenienza dallo stesso presidente (ipse dixit). Con comunicazione del 13 gennaio 2014, successiva dunque all’adozione dell’atto consortile di indirizzo, il presidente chiede ai sindaci l’adozione della delibera dei rispettivi consigli comunali “atta a rendere operativa” la delibera consortile n°9 del 28 dicembre 2013. Si curava, con essa, anche di allegare uno schema di adozione dell’atto necessario. Tuttavia l’adozione da parte dei consigli comunali, non è mai avvenuta, dunque il soggetto giuridico attuatore è e resta il Consorzio tra Comuni, con medesima compagine, medesima espressione e valenza di voto, secondo il “vecchio” e mai modificato statuto”.

Il sindaco di Castrolibero cita anche una nota del 16 gennaio 2014 a firma del segretario generale del Comune di Rende con la quale venivano evidenziate dette irregolarità “… mentre Granata continuava a inviare diffide ai singoli Comuni per adottare gli atti deliberativi del Consiglio (se non ve ne fosse stato bisogno, perché continuare a richiederli?). Ma agendo poi come se lo statuto fosse stato accettato in modifica e reso vigente, firmando anche atti di nomina e di incarico”.

Greco sottolinea quindi che si tratta di un bando di gara emesso da un “soggetto giuridico inesistente nella sua accezione di Azienda speciale (ente pubblico economico) e lesivo delle procedure”.

E chiedeva ufficialmente al legale rappresentante del Consorzio Valle Crati, “la revoca in autotutela degli atti posti in essere contrariamente allo statuto del Consorzio e mai modificato, men che meno operante la trasformazione da ente consortile ad Azienda speciale”.

Contestualmente, il sindaco di Castrolibero richiedeva l’intervento, con i poteri suoi propri di funzione, al presidente della giunta regionale Mario Oliverio, invitandolo a praticare una vigilanza ispettiva e di controllo e, se del caso, anche l’intervento in veste eventualmente surrogatoria. Circostanza che, ovviamente, non si è mai verificata, anche perchè nel frattempo a Oliverio, malgrado il soprannome, non sono ancora spuntate le… palle!

Capito quanto credeva di essere impunito questo imbroglione di Granata?