Il giorno tanto atteso per il futuro della depurazione cosentina è arrivato. Stamattina alle 9,30 Sua Eccellenza il prefetto Tomao alias “parrucchino” ha convocato sindaci e delegati dei Comuni che fanno parte del Consorzio Valle Crati sembra addirittura alla presenza di un
commissario regionale per l’attuazione degli interventi depurativi.
Come abbiamo già avuto modo di anticipare, si tratta solo di un “giochino”, del quale il prefetto è complice, messo in atto da chi vuole rimanere alla guida del Consorzio nonostante una interdittiva nei confronti del presidente decaduto.
C’è da augurarsi che qualcuno si renda conto di quanto sta accadendo e non dia manforte a questa gentaglia senza scrupoli che adesso vorrebbe anche spalmare su 30 Comuni un debito di 5 milioni di euro del Comune di Cosenza e che vorrebbe la benedizione delle autorità per una società del Consorzio costituita dal solito presidente decaduto e faccendiere. Che di fatto è una partecipata dei Comuni che ne risponderanno se facesse debiti.. Non ne sa niente nessuno tranne quel manipolo di manigoldi, che verosimilmente si presenteranno all’appuntamento pilotato dal prefetto.
A questo punto, avremmo qualche domanda da porre all’opinione pubblica e soprattutto alle minoranze dei consigli comunali.
I sindaci di Montato Uffugo, Rovito, Mendicino, Dipignano, Rende, che deliberarono di voler pagare milioni e milioni di euro di debiti del Comune di Cosenza in quota parte, saranno presenti?
Abbiamo notizia che gli stessi abbiano affidato incarichi legali per migliaia di euro per opporsi a quanto essi stessi deliberarono: signor prefetto, lo sa che tutto questo non è legale? O quantomeno normale? Perché – se in buona fede – non hanno semplicemente chiesto di rettificare quella scellerata delibera come ha fatto il sindaco di Zumpano?
I consigli comunali ACCETTERANNO di accollarsi questi debiti o chiameranno a responsabilità i sindaci chiedendo che siano loro stessi a pagare?
Cosa può aver indotto questi “incorruttibili” sindaci o delegati a deliberare che i debiti del Comune di Cosenza dal 1998 ad oggi in tema di depurazione e spazzatura compreso il fallimento della Vallecrati spa (milioni e milioni di euro) siano divisi fra circa 30 Comuni, che invece negli anni hanno sempre pagato i propri debiti? Incarichi? Promesse? Amicizie? Cosa ne penserà la Corte dei conti? E per quegli stessi Comuni in predissesto?
Nell’ultimo assestamento di bilancio quanti Comuni hanno previsto queste ingenti somme, così come imposto a rigore di legge? E i funzionari del Comune di Cosenza e del Consorzio Valle Crati dormono sonni tranquilli? O sono consapevoli che saranno solo loro le vittime sacrificali di tutta questa “giostra”?