Rende: bordelli, competenze e meriti

BORDELLI, COMPETENZE E MERITI

Fonte: Insieme per Rende

Il peggior sindaco della storia di Rende si rileva ancora peggiore di quanto si potesse immaginare. Ora si prende meriti che non ha su opere pubbliche pensate e finanziate dalle amministrazioni socialiste. In calce pubblichiamo una nota a firma di Alessandro De Rango, Franco Beltrano, Carlo Scola, Enrico Crispino, Clelio Gelsomino e Gianfranco De Franco, pubblicata in parte sulla stampa di oggi 22 agosto 2017.

RENDE CALCIO

La penultima riguarda il calcio. Sta cercando di intestarsi il merito dell’iscrizione in serie C. La verità, come tutti sanno, è della caparbietà del presidente Fabio Coscarella e dei dirigenti della società che hanno fatto valere i propri diritti anche attraverso il sostegno e i consigli di Ernesto Magorno e di Carlo Guccione ai quali va il nostro ringraziamento.

PARCO ACQUATICO

L’ultima notizia riguardo al merito è quella del Parco acquatico. Un’opera pensata e voluta da Sandro Principe e finanziata con fondi europei.

Giusto per renderci conto di come i grandi pensatori parlavano del merito pubblichiamo qui di seguito 2 aforismi. Uno di Indro Montanelli e un altro di Indira Ghandi.

Il bordello è l’unica istituzione italiana dove la competenza è premiata e il merito riconosciuto.
(Indro Montanelli)

Mio nonno mi disse una volta che ci sono due tipi di persone: quelli che fanno il lavoro e quelli che si prendono il merito. Mi disse di cercare di essere nel primo gruppo; ci sarà sempre molta meno competizione.
(Indira Gandhi)

Tante opere, ma Manna non c’entra nulla

di Alessandro De Rango, Franco Beltrano, Carlo Scola, Enrico Crispino, Clelio Gelsomino, Gianfranco De Franco

P.S.U., P.I.S.U., Agenda Urbana. Acronimi e sigle che ai più dicono poco ma che rinviano direttamente al tema dei fondi comunitari ed alla loro programmazione. Quella programmazione avviata da due giganti della politica meridionale come Giacomo Mancini e Sandro Principe i cui effetti ancora oggi si avertono e determinano le politiche infrastrutturali del Comune di Rende e Cosenza.

Giacomo Mancini
Sandro Principe

L’odierna elencazione di opere e cantieri rispetto a cui qualcuno vorrebbe piazzare il proprio cappello deriva, infatti, proprio da quei piani e dalla ripartizione allora definita per cui alla Città di Rende spettano i 14/15 milioni di euro, oggi rubricati sotto la voce Agenda Urbana.

Per non parlare poi della strada di collegamento tra Rende e Settimo di Montalto, già realizzata dalle precedenti amministrazioni riformiste il cui completamento con al ponte di congiunzione è stato finanziato mediante parte dello spezzettamento dei fondi destinati al completamento del Viale Principe. E sempre di spezzatino si tratta quando si parla della Chiesa di Costantinopoli, della villetta di via F.lli Bandiera ed altri interventi minori di dubbia riuscita.

Questa amministrazione ballerina e arlecchina insiste nell’arrogarsi il merito di opere rispetto alle quali poco o nulla ha contribuito sia in termini di ideazione, progettazione, reperimento di fondi e di realizzazione. Altri esempi ne sono la strada di collegamento tra via Mattia Preti e c.da Linze ed anche la piscina di Quattromiglia il cui finanziamento è stato concesso dal Credito sportivo ed il cui mutuo sarà sopportato dalla gestione dell’impianto. L’odierna amministrazione non c’entra poco.

Questa è solo una parte delle opere, progetti e finanziamenti lasciati in dote ad una amministrazione favorita da una equivoca dichiarazione di predissesto. Tanto più equivoca se è vero come è vero che il Comune di Rende già all’epoca era destinatario dei predetti finanziamenti per così tanti milioni di euro. Tanto più iniqua se è vero come è vero, e certificato dagli atti ufficiali, che il Comune di Rende vanta un patrimonio complessivo di oltre 200 milioni di euro (oltre 5.000 euro pro capite per cittadino Rendese).

Il tutto determinato, ideato, progettato e reso possibile dalle precedenti amministrazioni riformiste.

Come PD di Rende, ma quello vero e non quello svenduto ai saldi agostani, siamo fieri di questo patrimonio e della storia e memoria di quelle generazioni di Amministratori rispetto ai quali i nostrani “statisti” dell’ultimo appello, portatori, a dir loro, di grandi temi e dell’amore per la Città, distano anni luce.