Destra: l’estate più divertente (per i giornalisti)

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Grazie davvero ai colleghi del Fatto, Ferasin e Giarelli, autori del fantasmagorico “Bestiario della destra con tutti gli scappati di casa straparlanti”. E, grazie di cuore al governo Meloni a cui dobbiamo la strepitosa carrellata di mostruosità che movimenta la più spassosa estate giornalistica dai tempi del Bunga Bunga. I bilanci&bugie della ministra Dany Santanchè. Le letture immaginarie del ministro Genny Sangiuliano. Le raffiche di “cazzi” del sottosegretario alla “Cultura”, Vittorio Sgarbi. Il supremo tribunale paterno del vicepresidente del Senato, Ignazio, ego te absolvo Apache, La Russa. I fischi alla ministra Roccella che paragona Dany Visibilia a Enzo Tortora. L’invettiva del ministro dello Sport Abodi contro i Gay Pride che “ostentano”, forse immaginando i calciatori omosessuali in campo non con i tacchetti, ma con i tacchi a spillo. Senza contare i Facci suoi e i Petrecca loro che squassano i palinsesti Rai. Venghino signori venghino alla fiera della vacuità, tre palle un soldo.

Spesso abbiamo scritto del vuoto incolmabile che lasciò nelle nostre pagine Silvio Berlusconi quando, nel memorabile 2011, venne sostituito a Palazzo Chigi da Mario Monti, e allo scatenato Carnevale subentrò la più mesta Quaresima. Addio ai festini hardcore, alle nipotine di Mubarak, alle voraci Olgettine, al ciarpame senza pudore di Veronica Lario e non riuscendo a trastullarci come altri con i loden della famiglia Monti, scivolammo fatalmente nello sbadiglio. Non ci sfuggivano certo i disastri che il Silvio Horror Picture Show aveva inflitto a tutti gli italiani perbene, ma pur tuttavia ci capitava sovente di affogare l’istinto giornalistico gaglioffo nella nostalgia canaglia. Fino a quando, improvvisamente, una mattina il ministro dell’Istruzione Valditara ammaestrò gli studenti con l’elogio dell’umiliazione e nel governo fu subito una pazza corsa a chi la sparava più grossa. Silente la Meloni (che va capita povera donna) i topi ballano mentre, per dirne un paio, i numeri degli immigrati irregolari sono raddoppiati e sulla possibilità di spendere i soldi del Pnrr è buio Fitto. Sì, le copie tornano a cantare ma una risata ci seppellirà.