Detenuto cosentino (negativo al Covid-19) in gravi condizioni all’ospedale di Reggio Calabria

Quella che stiamo per raccontarvi è l’ennesima storia di abbandono nelle carceri italiani. Storie che spesso e volentieri non interessano a nessuno, se non a chi in quel mondo vive o lavora. E l’argomento del disinteresse è sempre lo stesso: se è in galera si vede che qualcosa ha fatto! Perciò tutto ciò che gli succede vuol dire che se lo è meritato.

Un argomento che ai più può sembrare giusto ma che prescinde però dal lato umano che ogni istituzione totale, per Costituzione, deve fortemente tenere in considerazione. La pena non può e non deve essere una tortura. A prescindere dal reato commesso. Anche il più aberrante. La società ha il dovere di tutelare la salute anche del detenuto. E fino a che questo sarà scritto nella Costituzione, nessuno può permettersi di violare questo sacro principio.

Di seguito la lettera.

Salve buonasera, io la contatto per conto di una famiglia di Mendicino alla quale sta succedendo qualcosa di assolutamente disumano a mio avviso. La signora Francesca Sposato mi ha chiesto di scrivere una lettera da mettere all’attenzione di qualche giornale, per raccontare e chiedere aiuto a chi dovere, per quello che il figlio, Andrea Rudisi, detenuto presso il carcere di Reggio Calabria, sta subendo. La signora è disperata e pronta a tutto, anche ad incatenarsi, se necessario, presso il penitenziario di Reggio Calabria dove il figlio quarantenne è recluso da più tempo, pur di avere le risposte che da giorni cerca.

Da sottolineare che la signora non riesce nemmeno a scriverla una lettera e né tantomeno riesce ad ottenere informazioni sul figlio. Figlio che giustamente sta scontando la giusta o ingiusta (non sta a me giudicare) pena per i reati commessi. Arrivo al punto: questo ragazzo sta male da circa un mese con febbre alta, non mangia e ha perso più di quattordici chili. E per queste sue condizioni è stato trasportato più volte in ospedale. Più volte, in diverse telefonate, ha riferito alla mamma di non stare bene, lamentando forti dolori al petto, nonché la presenza di grosse placche in gola che non gli consentono più neanche di deglutire. In una di queste telefonate è addirittura svenuto. Sottoposto al tampone covid-19, è risultato negativo. Da quel giorno la mamma non l’ha sentito più.

L’avvocato Quintieri, che segue il ragazzo, ha fatto più istanze per informare il giudice di questa situazione ma ancora nessuna risposta in merito. La mamma è disperata e nonostante le ripetute chiamate alla direzione del carcere di Reggio Calabria, nessuno le ha spiegato dov’è e cosa è successo a suo figlio. Solo oggi è arrivata la brutta notizia che Andrea è ricoverato in Terapia intensiva all’ospedale di Reggio Calabria. Ci dicono che le sue condizioni sono gravi. È intubato. Quello che vorremmo chiedere a chi di dovere è perché tutto questo, fino ad oggi, è stato nascosto alla famiglia. Ma soprattutto: cos’è successo ad Andrea?

Grazie, se è possibile preferirei restare anonima.