“Benvenuti nella libera Repubblica della Provincia di Cosenza”.
Graziano Di Natale ha ormai imparato a sorridere della vicenda che lo vede protagonista. E che fa apparire l’amministrazione provinciale di Cosenza piu’ impenetrabile del celebre castello kafkiano. Come ha scritto l’agenzia di stampa Dire.
Oggi annuncia lettere a tutti i ministri interessati, cerca di tenere alto il ritmo, ha bisogno di pressione mediatica.
“Hanno provato a boicottarmi in tutti i modi. Nessun ufficio ha collaborato. Gli uffici di segreteria si sono messi in ferie il giorno del consiglio. Ho trovato i microfoni spenti, non c’era neppure il gonfalone, neppure la polizia provinciale a garantire il servizio. Ho dovuto pagare di tasca mia persino i telegrammi per la convocazione”. Allo stato non mi sono insediato, perché Occhiuto ancora materialmente non libera gli spazi. Anzi, ha pure emanato un decreto, l’unico atto a sua firma dopo le sentenze, con il quale indice nuove elezioni. Un presidente decaduto che indice le elezioni. Pazzesco”.
“A Cosenza hanno un valore le sentenze? E c’e’ qualcuno che deve farle rispettare se i destinatari si rifiutano di prenderne atto?”.
Infine, un nostro vecchio cavallo di battaglia: la rimozione della foto di Occhiuto dal sito istituzionale.
“Ho chiesto inoltre al funzionario che gestisce il sito internet dell’Ente la pubblicazione integrale della Sentenza del Consiglio Di Stato del 7/7/2016 nonché la rimozione immediata della foto dell’ ex Presidente Occhiuto. Non è possibile essere così spavaldi e irrispettosi delle regole democratiche. Cosenza fa parte dell’Italia, non è una repubblica a se!”.