Disastro Unical: personale trasferito da Rende a Catanzaro per decreto ministeriale

Il 31 dicembre il Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha pubblicato (DM 873/2018) la distribuzione delle risorse per reclutamento di personale (sia docenti sia tecnici/amministrativi), che tiene conto dei pensionamenti nell’anno solare e dello stato di salute dei vari Atenei in termini di bilancio.

Soffermandosi sui risultati delle Università calabresi, il Ministero ha premiato in maniera eclatante l’Università di Catanzaro (riconosciuto Ateneo virtuoso nei primissimi posti nazionali) e, sebbene in minor misura, anche quella di Reggio Calabria.

L’Università della Calabria di Rende ha avuto invece una valutazione negativa con una perdita di 6.34 “punti organico” rispetto a quelli che erano attesi a seguito dei tanti pensionamenti nell’anno solare. I “punti organico” rappresentano una misura delle facoltà assunzionali dell’Ateneo, che corrisponderebbero a 32 tecnico-amministrativi o 13 ricercatori che l’Università della Calabria perderà per sempre per la penalizzazione ministeriale per inefficienza. Per decreto ministeriale, si tratta di un travaso da Rende a Catanzaro che invece accresce la sua dotazione annuale di ben 8.23 punti organico.

Grazie al bilancio dissestato dell’Ateneo di Gino Crisci, Catanzaro potrà ingrandirsi assumendo un numero superiore di personale che corrisponde addirittura a 41 tecnico-amministrativi o 17 ricercatori in più rispetto a quelli che sono andati in pensione nell’anno solare. Reggio Calabria potrà invece beneficiare di un paio di tecnico-amministrativi in più del previsto a spese di Rende.

La presa di posizione del Ministero equivale a una smobilitazione dell’Ateneo di Rende per la sonora bocciatura di un Consiglio di Amministrazione scialacquone e tendente al nepotismo. Trattandosi di una bocciatura pesantissima sul bilancio, i colpevoli di questo disastro non possono che essere i signori che siedono in Consiglio d’Amministrazione. In questi anni il Consiglio di Amministrazione dell’Università della Calabria si è segnalato solo per aumenti di tasse continui per finanziare i propri gettoni di presenza e indennità varie, ricchi contratti ai propri figli occultati al Ministero per omissioni con la complicità del cerchio magico di Crisci e assunzione dei propri lacché e galoppini.

Nei prossimi anni l’Ateneo di Catanzaro potrà definitivamente sorpassare quello di Rende che potrebbe perfino perdere anche il diritto di continuare ad attribuirsi il nome “della Calabria”. Crisci e i suoi compari hanno spazzato via il lavoro di Andreatta, Sylos Labini e di tutti i pionieri di questa Università, condannandola a morte. Per chi ancora oggi ricorda l’emozione della costruzione di questa Università dal nulla, non resta che piangere per come sia finito miseramente il sogno dell’Università dei calabresi.

L’unica alternativa per evitare il disastro è quello di chiedere agli studenti e alle proprie famiglie di stringere la cintura ancora una volta. Infatti, l’unico salvagente lanciato all’Ateneo guidato da Crisci è quello di migliorare l’indicatore ISEF, cioè aumentare gli introiti dalla tasse. Secondo voi, cosa faranno i consiglieri d’Amministrazione? Chiuderanno la pappatoia Unical, rinunciando ad assumere figli, parenti e amici, oppure stangheranno ancora gli studenti facendogli pagare il conto?

DOCUMENTAZIONE

Questa è la fonte ministeriale:
Si tratta della tabella allegata al decreto ministeriale originale:
Per una migliore “lettura”. Un nuovo membro del PTA (personale tecnico-amministrativo) costa 0.2 punti organico nella fascia più bassa, un nuovo ricercatore costa invece 0.5 punti organico. L’effetto del decreto ministeriale è che i docenti e/o amministrativi cosentini andati in pensione saranno rimpiazzati da nuovi assunti che però prenderanno servizio a Catanzaro.