di Stefano Fogliani
Fonte: Il Resto del Carlino
Applauditissimo il tecnico Fabio Grosso, tra i principali artefici, insieme al DG Giovanni Carnevali, della ‘risalita’ neroverde, non meno della vicepresidente del Sassuolo Veronica Squinzi, che ha sostenuto i propositi di riscossa di un Sassuolo che in B si sentiva così poco a suo agio da averla lasciata solo dopo una stagione che la frequentava. Ma gli occhi dei 7mila del Mapei Stadium mentre la notte di venerdi allungava – complice la cerimonia di premiazione – il dopogara di Sassuolo-Catanzaro, erano tutti sulla Coppa con cui la Coppa Nexus ha premiato la capolista, ma soprattutto sulle braccia che l’hanno alzata. Quelle di Domenico Berardi, attaccante neroverde che ha chiuso idealmente il cerchio aperto dodici anni fa.
Il Sassuolo, stagione 2012/13, era quello di Eusebio Di Francesco che salirà per la prima volta in A, l’attaccante debuttava tra i pro con una stagione da urlo – 39 gettoni, 11 gol – e alla fine festeggiava la stessa promozione nella massima serie che ha festeggiato venerdi sera. In mezzo Berardi ci ha messo altre 11 stagioni, un Europeo vinto in azzurro e la bellezza di 148 gol e 108 assist a ritagliarsi uno spazio di ‘bandiera’ quasi rivendicato ai micorofoni di DAZN. Quando ha parlato di “emozioni uniche” e ha ricordato come avesse, in un certo senso, un ‘conto in sospeso’ con il club di via Giorgio Squinzi. Ne ha scritto imprese epiche nella massima serie, il talentino calabrese, ne è stato capitano, e la stagione scorsa l’infortunio al tendine d’Achille ne decretò, di fatto, la retrocessione, perché quando Berardinho si accasciò, dopo un’ora di una partita a Verona che il Sassuolo perse, tutti ebbero chiaro che i neroverdi non ce l’avrebbero fatta, senza di lui.
“Ho lavorato duro per tornare, e ho lavorato altrettanto duro per riportare il club dove merita”, ha detto Berardi dopo la gara contro il Catamzaro, mentre il gruppo si è quasi fatto da parte per fare in modo che fosse lui, unico ‘superstite’ del Sassuolo del 2012/13, ad alzare la Coppa. Gesto a suo modo dovuto e, chissà, apertura ad un futuro che la Sassuolo che tifa Sassuolo vorrebbe ancora in neroverde: Berardi, già protagonista di infiniti tormentoni sul ‘va o resta?’ lo tornerà, protagonista, a breve, ma intanto caute aperture le ha già fornite. “Il Sassuolo è una famiglia, e io in famiglia ci sto bene”, ha detto qualche tempo fa e, alzata la Coppa venersi sera, adesso si prepara a chiudere la sua 12ma stagione con la stessa maglia e con un traguardo non male da raggiungere. Stasera contro il Frosinone, Berardinho fa, a proposito di cerchi che si chiudono, 400 presenze in neroverde.