È di nuovo guerra tra Israele e Hamas, centinaia di morti e migliaia di feriti

AGI – Riesplode il conflitto tra Israele e Hamas. Questa mattina il gruppo militante palestinese che controlla la striscia di Gaza ha lanciato migliaia di razzi contro il territorio dello Stato ebraico e infiltrato unità di terra che hanno sparato su militari e civili e rapito, secondo fonti israeliane, almeno cinquanta ostaggi. Israele ha risposto con un raid aereo sulle posizioni dei miliziani nell’enclave costiera.

Il bilancio delle vittime consente già di definire l’escalation come la più grave dallo scontro del maggio 2021. Secondo i rispettivi servizi di emergenza, almeno 100 israeliani sono rimasti uccisi -c olpiti dai razzi o con armi da fuoco – mentre 198 sono le vittime denunciate dai palestinesi. I feriti sarebbero centinaia da entrambe le parti, almeno 908 tra gli israeliani e 1.600 tra i palestinesi. “Siamo in guerra”, è stata la prima dichiarazione del premier israeliano, Benjamin Nethanyau, il quale ha promesso che “il nemico pagherà un prezzo senza precedenti”.

I riservisti sono stati mobilitati e le nuove manifestazioni dell’opposizione contro la riforma della giustizia del governo sono state revocate. Il centrista Yair Lapid, attualmente all’opposizione, ha dichiarato di essere disposto a istituire un governo di emergenza con il primo ministro Netanyahu per “supervisionare la difficile, complessa e lunga campagna che ci aspetta”.

Un sanguinoso anniversario

L’offensiva a sorpresa è cominciata in una data simbolica, cinquant’anni e un giorno dopo l’inizio della guerra del Kippur, e segna un salto di qualità tattico per Hamas, che ha sferrato un attacco combinato aereo, terrestre e marittimo e, in alcuni casi, è riuscita a eludere il sistema antimissile Iron Dome, colpendo edifici in diversi insediamenti ebraici.

I combattenti di Hamas – viaggiando su veicoli, barche e persino parapendii a motore – hanno superato la barriera di sicurezza che separa Gaza da Israele e hanno attaccato le città e postazioni militari israeliane vicine. In numerose località si sono svolti scontri a fuoco, mentre i residenti in preda al panico si nascondevano nei bunker.

Nella città di Sderot i cronisti di France Presse hanno visto cadaveri distesi per strada. Altri giornalisti hanno riferito di palestinesi armati riuniti attorno a un carro armato israeliano in fiamme e di loro commilitoni che tornavano a Gaza alla guida di un Humvee rubato al nemico.

Le porte dell’inferno

L’operazione difensiva israeliana, denominata “Spada di ferro” ha visto, oltre ai raid aerei, le forze di terra intervenire per contrastare i miliziani infiltrati. Il maggiore generale dell’esercito israeliano Ghasan Alyan ha avvertito che Hamas ha “aperto le porte dell’inferno” e che “pagherà per le sue azioni”.

E mentre dalla Striscia continuano i lanci dei razzi verso Israele, miliziani palestinesi armati provenienti da Gaza si sono infiltrati in territorio israeliano questa mattina nella città di Sderot, da dove sono usciti a bordo di un furgone sparando dappertutto. Un video che circola sui social media mostra uomini vestiti di nero con fasce bianche che sparano con armi a canna lunga da un furgone contro una pattuglia israeliana in mezzo alla strada.

Attacco combinato con parapendii

L’escalation fa seguito a mesi di scontri sempre più sanguinosi tra palestinesi israeliani, che hanno visto come teatro principale la Cisgiordania occupata, i cui combattenti, insieme alle “nazioni arabe e islamiche”, sono stati invitati da Hamas a unirsi all’offensiva denominata “Alluvione Al-Aqsa”. Solo quest’anno almeno 247 palestinesi, 32 israeliani e due stranieri sono periti nelle violenze.

“Abbiamo deciso di porre fine a tutti i crimini dell’occupazione”, hanno comunicato le Brigate Ezzedine al-Qassam, braccio armato di Hamas, “è finito per loro il tempo di scatenarsi senza essere ritenuti responsabili”.

La fazione palestinese sostiene di aver lanciato oltre 5 mila razzi solo nei primi 20 minuti di attacco. L’esercito israeliano, da parte sua, afferma di aver contato almeno 2.200 razzi.

Tra le vittime israeliane figura il presidente di un consiglio regionale per le comunità israeliane a nord-est di Gaza, che sarebbe rimasto ucciso in uno scontro a fuoco con gli aggressori.

“In questo momento stiamo combattendo in diversi punti della Striscia di Gaza (…) le nostre forze stanno combattendo sul terreno” in Israele, ha dichiarato ai giornalisti il portavoce dell’esercito israeliano, il tenente colonnello Richard Hecht, “naturalmente ci sono dei feriti”, ha aggiunto, senza ulteriori precisazioni.

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© AHMAD GHARABLI/AFP

L’attacco ad Israele

Il portavoce ha rifiutato di commentare le notizie secondo cui diversi israeliani sarebbero stati catturati dai combattenti palestinesi. Ha anche detto che migliaia di riservisti saranno chiamati ad operare a Gaza, così come nel nord del Paese, vicino ai confini con il Libano e la Siria, e nella Cisgiordania occupata. “Stiamo guardando ovunque… È una cosa grossa”, ha avvertito il portavoce.

Hamas ha preso il controllo di Gaza nel 2007 e Israele ha risposto con un blocco dell’enclave, dove vivono, per lo più in condizioni di povertà, 2,3 milioni di persone. “Siamo sull’orlo di una grande vittoria e di una chiara conquista sul fronte di Gaza”, ha detto il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in un discorso trasmesso dalla televisione Al-Aqsa gestita dal raggruppamento. “Adesso basta, il ciclo delle intifada e delle rivoluzioni nella battaglia per liberare la nostra terra e i nostri prigionieri che languono nelle prigioni israeliane dell’occupazione deve essere completato”, ha avvertito.

Il ministero degli Affari esteri dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), guidata da Abu Mazen, ha condannato “l’assenza di una soluzione alla questione palestinese dopo 75 anni di sofferenza e sfollamento, la continuazione della politica dei doppi standard, il silenzio della comunità internazionale riguardo alle pratiche criminali e razziste delle forze di occupazione israeliane contro il popolo palestinese e alla continuazione dell’ingiustizia e dell’oppressione a cui sono sottoposte”.

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© JACK GUEZ/AFP

L’attacco di Gaza

Le reazioni internazionali

Le cancellerie occidentali hanno condannato duramente gli attacchi di Hamas, che l’Unione Europea, gli Stati Uniti e Israele considerano un gruppo terroristico.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è stato informato degli “spaventosi attacchi terroristici di Hamas”, ha affermato la Casa Bianca, e ha avuto una conversazione telefonica con Netanyahu. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito l’attacco “terrorismo nella sua forma più spregevole”. L’inviato di pace delle Nazioni Unite per il Medio Oriente, Tor Wennesland, ha affermato che l’assalto ha portato a “un pericoloso precipizio” e ha invitato tutte le parti a “tirarsi indietro dal baratro”. Le Nazioni Unite hanno convocato per domani pomeriggio un Consiglio di sicurezza sul Medio Oriente, inclusa la questione palestinese.

Dall’operazione Piombo Fuso del 2008 agli scontri con la Jihad islamica del maggio 2023. Gli scontri con i militanti palestinesi nella Striscia di Gaza non si sono mai fermati

Hamas ha ottenuto il sostegno dei miliziani sciiti libanesi di Hezbollah, che hanno lodato “l’eroica operazione su larga scala”, e dell’Iran, la cui guida suprema, l’ayatollah Khameini, si è detto “orgoglioso”. Inviti alla moderazione rivolti a entrambe le parti sono invece giunti da Russia, Turchia, Egitto e Arabia Saudita.