La Presila cosentina ha sempre avuto una connotazione politico-culturale molto forte che nel corso degli ultimi anni ha perso a causa non solo della crisi generale della politica, ma soprattutto dell’incapacità di capire le reali potenzialità del territorio, amministrato per ben due volte di seguito da falsi ROSSI e profondi NERI.
Un’ accozzaglia di gente che, fino al giorno prima delle elezioni, si disprezzava umanamente e politicamente e, il giorno dopo, per mere velleità personali, si ritrovava ad amministrare il territorio senza una visione d’insieme né una capacità di pianificazione unitaria.
Un aspetto che potrebbe sembrare secondario, ma che invece rappresenta la chiave di lettura del fallimento del progetto fusionale e del decadimento del territorio, iniziato con Martire e, in fase di completamento, con la Pisani. In altre parole, l’assenza di un collante politico identitario tra gli amministratori si riverbera sulla loro attività che appare schizofrenica e dissociata in tutti gli ambiti d’intervento: dai lavori pubblici che vedono un inizio e mai una fine, un esempio per tutti, l’opera di captazione delle acque ancora oggi, alle porte dell’estate, incompiuta, alla navetta sociale, dalla responsabile social ai parchi gioco allestiti e smantellati più volte, dalle politiche sociali- ferme insieme al loro responsabile Tiberi- ai marciapiedi.
Questi ultimi, piastrellati e non, per i quali, ricordiamolo, il comune di Casali del Manco ha acceso un mutuo TRENTENNALE di 2 MILIONI DI EURO, e che avrebbero dovuto congiungere fisicamente tutte le località casaline, in realtà le hanno divise ancora di più.
Il marciapiede che collega Sant’Angelo a Serra Pedace è un cantiere aperto da oltre un anno, quello di Pedace non si sa quando sarà concluso, quello di Verticelli non si congiunge a Cribari, quello che unisce Casole Bruzio a Spezzano Piccolo, finisce di fronte ad un muro.
Questi marciapiedi, opere incompiute prive di utilità-per i quali, lo preannunciamo, si chiederanno altri prestiti – sono la metafora di quest’amministrazione che agisce in totale disconnessione con la realtà e i bisogni dei cittadini.
Ogni amministratore risponde a sé stessa, non c’è unità d’intenti.
Manifestazioni, eventi, targhe, vengono organizzati non per i casalini, che infatti partecipano pochissimo, ma perché piacciono a loro, il tutto rigorosamente a favor di selfie.
Ed allora c’è l’assessore che gestisce la biblioteca detta anche “Villa Giulia” come se fosse casa sua, l’altro che passa le sue giornate a filmare la pulizia delle strade come se fosse qualcosa di eccezionale anche se i vicoli delle località casaline sono sporchi e trasandati, l’altro ancora cura i suoi affari e di tanto in tanto accontenta un amico, la vice invece sorride, annuisce e ad ogni fine del mese si paga, infine c’è la sindaca che di fatto non conta niente perché altre sono le eminenze grigie che tengono le leve del comando in comune.
Un’amministrazione che dimostra tutta la sua debolezza e quindi pericolosità allorquando utilizza una pagina istituzionale per attaccare il gruppo di minoranza ma chiusa ai commenti, per non esporsi ad obiezioni-come nella migliore tradizione camerata- esercitando così autoritariamente un doppio controllo, sulla comunicazione e sui cittadini. Cioè il gruppo di maggioranza usa il profilo per attaccare quello di minoranza ma non per ricevere critiche da parte dei cittadini, un bel modo di concepire la democrazia.
Una compagine che non è in grado di arginare, un solo uomo al comando, amministratori che non hanno ancora preso coscienza del fatto che quando il contributo straordinario non verrà più erogato, per il comune sarà default.
Se le amministrazioni del nuovo comune avessero avuto un’idea di lungimiranza, da un lato avrebbero dovuto investire il contributo straordinario per rendere più efficienti i servizi, per creare nuove opportunità di lavoro per i giovani – la popolazione di Casali del Manco negli ultimi 8 anni è scesa di circa 700 unità, quasi tutti giovani, tra una targa e l’altra, una passeggiata e l’altra, ne vogliamo parlare?- per favorire la transizione verso un’amministrazione efficiente e rispondente alle esigenze del nuovo ente, mentre dall’altro, con il loro impegno politico ed una visione diversa di bene comune avrebbero dovuto lavorare per fare nascere un senso di appartenenza e coesione di cui oggi il paese è privo, quel tessuto sociale fatto di relazioni ed interazioni più significative che avrebbe fatto di
Casali del Manco una città non solo sulla carta, ma anche nella realtà.
Una coesione ed un’appartenenza che sono invece del tutto inesistenti.
Casali del Manco è quel marciapiede che a fine corsa-mandato- andrà ad impattare violentemente contro quel muro, sarà un punto di non ritorno perché non ci saranno sostegni statali, contributi speciali, ed allora tutto ricadrà ancora una volta sui cittadini che dovranno farsi carico del peso delle scelte scellerate di soggetti che un giorno, per caso, si sono trovati a guidare un paese senza averne le competenze adeguate, privi di consapevolezza e ignari delle conseguenze tragiche del loro agire.