Edilizia e colletti bianchi: ecco come politica e malavita riciclano il denaro sporco

L’edilizia, il mondo del mattone è il canale numero uno per riciclare il denaro sporco della massopolindrangheta cosentina. Basta dare un’occhiata a quello che è diventato Cosenza sotto il profilo urbanistico.

Tra le tante maniere di riciclare denaro grazie alle costruzioni, quella delle transazioni fittizie di immobili rimane una delle scelte preferite di politica e malavita.

Un’organizzazione criminale dedita al riciclaggio, dicono gli esperti, ha a disposizione una certa somma (100 mila euro, per esempio, ma anche di più) da dover immettere nel cosiddetto circuito legale.

I colletti bianchi della criminalità, pertanto, d’accordo con il costruttore, potrebbero decidere di comprare un immobile a un valore di gran lunga inferiore alla somma da reinvestire (si supponga 25mila euro). In un secondo momento gli stessi lo rivendono a un acquirente compiacente a un prezzo pari al valore della somma da riciclare.

A questo punto l’acquirente paga con regolare bonifico bancario l’immobile e contestualmente riceve dalla malavita l’equivalente pagato per l’acquisto dell’immobile (ovverosia 75mila euro) sotto forma di denaro contante.

Tirando le somme si ottiene che i colletti bianchi hanno perso la somma di 25mila euro più le spese notarili e tributarie, tuttavia hanno raggiunto il risultato di riciclare una somma di 100mila euro complessivi. D’altra parte, dando per scontato che il costruttore (magari beneficiato con l’obiettivo dei finanziamenti) è complice, l’acquirente compiacente ha ricevuto un bell’immobile come compenso per la sua collaborazione.

Ovviamente deve trattarsi di un acquirente irreprensibile e possibilmente insospettabile, per il quale non sarebbe problematico disporre di un’elevata somma di denaro contante.

E non c’è dubbio che a Cosenza ma anche sullo Jonio questi personaggi pullulano e si arricchiscono a dismisura. Perchè il “trucchetto” dei 100mila euro può essere naturalmente ripetuto per centinaia e centinaia di appartamenti, che, sul mercato cosentino, non solo non mancano ma al contrario abbondano.

Questo meccanismo dev’essere molto familiare a qualche pentito della malavita cosentina.