Quello che continua a stupire in Calabria è la totale assenza di controlli a tutti i livelli. Nel resto delle regioni italiane, bene o male, vedi Basilicata, Sicilia, ma anche Campania, qualcosa funziona in termini di controllo, in Calabria puoi fare quello che vuoi, specie nella “cosa pubblica”, che nessuno te ne chiederà mai conto. Possono sparire anche 50 e passa milioni di euro destinati all’edilizia sociale che non gliene frega niente a nessuno a cominciare dai politici, spesso complici se non i basisti di queste rapine, a finire alla magistratura che di indagare su questi reati non gli passa neanche per l’anticamera del cervello.
Ma veniamo ai conti: la legge regionale 36/2008 sull’edilizia sociale aveva una dotazione finanziaria di circa 175 milioni di euro. Nello stesso anno la Regione Calabria indice un banco di concorso per l’individuazione di Programmi finalizzati alla realizzazione di alloggi sociali da offrire in locazione o in proprietà. Ma non se ne fa niente perché due anni dopo il bando viene annullato in autotutela.
Nel dicembre sempre del 2010 la Regione approva un nuovo bando confermando la dotazione finanziaria della legge 36 di 175 milioni di euro. Il bando era aperto a Cooperative, Imprese, Aterp, Comune, Università. Ad essere ammessi 94 interventi per un totale di 2195 alloggi sociali da costruire, finanziati con 134.637.371,69 euro. All’inizio gli interventi ammessi erano oltre 100, tra revoche, e ridimensionamento di alcuni progetti si arriva a 94. C’è da specificare che la Regione Calabria ha finanziato con una media di 50mila euro la costruzione di ogni singolo alloggio sociale.
Da questo momento in poi il magna magna assume dimensioni spaventose a discapito di chi aspetta una casa da una vita. E i reati fioccano, ma qui nessuno li vede.
Di questi 134.637.371,69 euro che servono per costruire 2195 alloggi, la Regione Calabria anticipa la bellezza di 84 milioni di euro a molti “vincitori” del concorso del 2010. Tra questi anche molti Comuni e tanti privati, così distribuiti: 41 sono gli interventi assegnati a soggetti pubblici (Comune Aterp, Università), e quelli privati 67.
14 progetti saranno poi esclusi.
Iniziano i lavori e dopo 8 anni la situazione è questa: a fronte di 2195 alloggi da costruire, all’oggi, risultano completati solo 599 alloggi. Se stiamo ai conti della massaia 599 x 50.000 (il contributo regionale per ogni alloggio) fa 29.950.000, ma la Regione ha già sborsato 84 milioni di euro che qualcuno ha incassato senza consegnare il lavoro. Perciò la domanda è: dove sono finiti gli altri 54 milioni di euro che qualcuno della Regione ha fatto arrivare a ditte e Enti senza mai che questi abbiano cominciato i lavori? E soprattutto perché sono state anticipate somme così importanti senza nessun controllo sull’esecuzione dei lavori? Eppure esistono dei contratti e delle specifiche “clausole” del bando che autorizzano la Regione Calabria, in caso di gravi ritardi nei progetti, a revocare i finanziamenti. Ma nessun dirigente o politico ha pensato bene di avvalersi di questo, anzi per coprire gli amici degli amici che hanno intascato senza consegnare o hanno consegnato a metà, la Regione ha iniziato a produrre una quantità industriale di proroghe e scuse varie. Fino ad arrivare all’allarmante situazione odierna.
Insomma 134 milioni di euro per costruire 2195 alloggi, di cui 84 milioni già spesi e tutto quello che la Regione è riuscita ad ottenere sono 599 alloggi di cui non si comprende neanche bene l’attuale destinazione. Ovvero: qualcuno dice che molti di questi alloggi sono stati venduti a prezzi di mercato, senza detrarre il contributo di 50mila euro della regione. Almeno che qualcuno spiegasse il perché con 84 milioni di euro già pagati, non abbiamo avuto i 1680 alloggi che ci spettavano, ed invece ce ne hanno consegnato solo 599? E poi c’è un’ultima operazione da fare: se il totale era di 134 milioni di euro, e ne abbiamo cacciati già 84 (e ci hanno solato tutti), i restanti 50 milioni di euro rimasti nella casse della legge 36, dove sono?
Ecco, qui in Calabria possono sparire 100 milioni di euro che alla magistratura non gliene frega niente. A patto che qualcuno versi regolarmente la loro stecca.
(Grattè continua a dorma, mi raccomando).