Elezioni Usa. Trump vede la Casa Bianca: stravince nei ‘suoi’ Stati, riconquista la Georgia ed è in testa negli altri Swing States

Mentre prosegue lo spoglio degli Stati in bilico, i supporter di Trump e Harris seguono i risultati dell’elezione con umori decisamente diversi. L’umore è cambiato al quartier generale di Kamala Harris, con il silenzio che è calato tra la folla dopo la notizia della vittoria di Trump in North Carolina, uno degli Stati in bilico cruciali per la corsa alla Casa Bianca. Trump stravince negli Stati che da sempre lo sostengono, riconquista la Georgia ed è in testa anche negli altri cosiddetti Swing States. Molti sostenitori della vicepresidente democratica – riporta il Guardian – stanno aggiornando i loro telefoni mentre alcuni gruppi sembrano intenzionati ad andarsene, perché non è ancora chiaro quando o se Harris parlerà alla folla della Howard University. Quando la Cnn ha previsto che Donald Trump avrebbe vinto in North Carolina, c’è stata un’ondata di sospiri e le tv sono state disattivate. La vice presidente Usa e candidata democratica ha vinto alle Hawaii, aggiudicandosi i 4 voti elettorali dello Stato, ma l’esito del voto appare ormai quasi definitivamente compromesso.

I Repubblicani intanto sembrano avviati alla conquista della maggioranza al Senato, dopo avere strappato seggi ai Democratici in Ohio e West Virginia e arginato gli attacchi in Florida e Texas. Questo darebbe al Gop una maggioranza di 51 a 49, con la possibilità di aumentare ulteriormente il margine con la possibile vittoria in Montana e altre vittorie nella Rust Belt e nel sudovest, dove è ancora troppo presto per chiamare i risultati. La vittoria repubblicana al Senato metterebbe fine a quattro anni di maggioranza democratica, compreso un biennio in cui lo stallo di 50-50 ha più volte costretto la vicepresidente Kamala Harris a votare per spezzare l’equilibrio.

Il New York Times arriva ad attribuire a Donald Trump oltre il 90% delle probabilità di vincere, con un risultato finale previsto di 301 grandi elettori rispetto ai 237 di Kamala Harris. E Elon Musk, il grande sostenitore del tycoon, esulta su X: «Game, set and match», gioco, set e partita. Ora si guarda al risultato della Pennsylvania, in attesa a questo punto di una conferma definitiva per il candidato repubblicano che in questo importante stato chiave resta in vantaggio, mentre per la democratica Kamala Harris non sembra esserci terreno di recupero con i grafici di tutti i media americani che mostrano il ‘muro blù ormai in frantumi. E il silenzio cala fra i suoi sostenitori riuniti alla Howard University a Washington DC, lo storico ateneo tradizionalmente afroamericano e Alma Mater della vicepresidente dove la sua campagna aveva allestito il quartier generale per la maratona elettorale nella speranza di festeggiare l’elezione della prima presidente donna degli Stati Uniti. E invece, come per Hillary Clinton nel 2016, il party salta e il soffitto di cristallo ancora non si infrange. 

Il segnale che sul fronte opposto si scaldano i motori per grandi annunci e festeggiamenti ormai sono più d’uno: lo speaker della Camera, il repubblicano Mile Johnson appena rieletto in Louisiana, è già in viaggio verso a Mar-a-Lago. Il Grand Old Party potrebbe prepararsi infatti a celebrare l’en plein se i dati confermeranno quanto al momento emerge. Intanto secondo la Cnn, a questo punto della competizione elettorale, Donald Trump avrebbe conquistato il 52% del voto popolare (58.831826 di preferenze), contro il 46,5% di Kamala Harris.

ROMA – Donald Trump, secondo Fox, diventa il 47esimo presidente Usa, il primo a ricoprire due mandati presidenziali non consecutivi dopo il dem Stephen Grover Cleveland (a fine ‘800), il primo con una condanna penale e il presidente più vecchio ad insediarsi, a 78 anni. La sua è una vera e propria impresa senza precedenti perché è riuscito a tornare alla Casa Bianca sfidando ogni regola del politicamente corretto, sopravvivendo a due impeachment, vari processi, due condanne penali e vari scandali. Dopo l’assalto al Capitol sembrava un leader politico finito, abbandonato anche dal suo partito, che invece è riuscito a riconquistare. (Ansa)