di Mario Sconcerti
Fonte: Corriere della Sera
È stata difficile e questo l’ha resa bella. Il gioco meno, ma non molto meno. È solo che ci stavamo abituando male, sempre spazi, sempre fantasia e gol. L’ha decisa chi doveva, Chiesa, con un gol dei suoi, tutto elettricità e tiro da spiaggia. Toccava a lui alla fine il compito duro, spezzare una partita soffocata dalla propria gravità e dalla forza fisica degli avversari.
Noi abbiamo una continua discussione aperta, abbiamo chi fa gioco e chi rompe le partite, siamo larghi, poco gestibili perché possiamo sempre rinnovarci. Da questa sera difficile di Wembley esce un’Italia più discutibile ma più completa. Non abbiamo l’obbligo di essere sempre grandi per vincere. Possiamo farlo in modo alla fine netto anche andando oltre le difficoltà. L’Austria è stata una splendida squadra di mediani, l’Italia ha confermato la sua differenza tecnica. Poteva andare peggio, in due episodi ci è andata anzi molto bene, ma abbiamo dato veramente tanto alla partita. Adesso comincia il lavoro serio per Mancini, le certezze dell’abitudine sono saltate, le formazioni andranno contrattate con la fatica e il carico di infortuni. Servirebbe il ritorno di Chiellini, è fondamentale conservare Spinazzola, proteggerlo di più sul campo limitandogli i compiti all’essenziale. Servirà ritrovare in fretta Barella e Verratti, ma ormai è chiaro che l’Italia ha cominciato a camminare nel futuro.