“Dite a Franco Iacucci di informare il capo di gabinetto Gaetano Pignanelli perché provveda ad aggiornare il presidente Mario Oliverio…”. L’affresco giornalistico, diventato preso famoso come un “tormentone” era stato pensato dal direttore Paolo Pollichieni ai tempi in cui prendeva giustamente per i fondelli Palla Palla e la sua corte o se preferite il suo entourage, all’interno del quale spesso sono andate in scena furiose sceneggiate con tanto di volo degli stracci.
Franco Iacucci, dunque, era un caposaldo della triade di Palla Palla ed è a tutti gli effetti uno dei fedelissimi di Mario Oliverio (anche se con gli inevitabili alti e bassi della convivenza). Sono vent’anni che è al suo fianco nelle avventure alla Provincia e alla Regione e, per non farsi mancare nulla, il prode Iacucci ormai da un ventennio è stipendiato da Oliverio e nel corso della sua carriera non si è fatto mai mancare nulla.
Iacucci è di Aiello Calabro, comune del quale è riuscito ad essere sindaco (lo è tuttora!) addirittura per cinque volte. Una delle sue passioni è quella di mettere il becco in Calabria Verde e così, anche se la “sua” Aiello ha pochi abitanti e nessun operaio, firma la convenzione con O’ Principale (al secolo Paolo Furgiuele) e si prende addirittura un Distretto, utile solo e soltanto ai suoi interessi. Una debolezza che gli è costata un processo, tuttora in corso, e una solenne incazzatura col suo amico Palla Palla perché – mentre il lupo sangiovannese è stato prosciolto dal cosiddetto processo stralcio – lui ci è andato a finire con tutte le scarpe…
Sarà stato anche per questo che il rapporto tra i due si era incrinato e così, per quasi tutto il 2018, nonostante il 30 gennaio 2017 Iacucci fosse stato eletto presidente della Provincia, passava le giornate a dire male di Palla Palla. Chiunque incontrava la prima cosa che diceva era questa: Oliverio è un traditore, un meschino, e io con lui non ci voglio avere più niente a che fare.
Poi, il 22 novembre del 2018, non si sa il perché e il per come, Iacucci viene nominato componente dell’Ufficio di Gabinetto del presidente della giunta regionale (decreto del presidente n.125), da Palla Palla che ritorna, improvvisamente, nella bocca di Iacucci, ad essere uno dei più bravi e onesti politici che la Calabria abbia mai avuto. Una nomina clientelare per appaciarsi con Iacucci in vista (a novembre non aveva ancora ricevuto la botta della Dda) della sua ricandidatura alla presidenza della Regione Calabria.
Ecco, era bastato poco, o meglio un altro stipendio al “comunista” Iacucci, per ritrovare l’armonia perduta. Un bel colpo, quello messo a segno all’epoca da Iacucci, che oltre allo stipendio di “consulente”, ha potuto e può ancora esercitare il ruolo di controllore di se stesso. Già, perché Iacucci è anche il presidente della Provincia di Cosenza (però senza stipendio… ecco perché l’urgenza della nomina!), e il suo compito nel gabinetto di Palla Palla, otre a porgergli la carta igienica, è quello di controllare il lavoro dei presidenti delle Province calabresi, compresa quella da lui guidata.

Adesso ce lo ritroviamo candidato nientepopodimenoche al Parlamento Europeo nella lista del Pd. Ci chiediamo e vi chiediamo umilmente: ma come fa il segretario Zingaretti a candidare nella lista guidata dal magistrato Franco Roberti, simbolo della lotta all’illegalità, un soggetto come Iacucci? E soprattutto, come mai Zingaretti, che pure starebbe risalendo nei sondaggi proprio perché parla di rinnovamento in Calabria, riproporre un vecchio arnese della politica come Iacucci, responsabile almeno quanto Oliverio dei disastri della Calabria?
Che dire, siamo al saccheggio finale: fino a che avranno ancora un po’ di potere questa gentaglia non farà altro che continuare a derubare il cittadino. Accumulare denaro è il loro unico scopo, e questo perché sanno bene che per loro è l’ultimo giro di giostra. Perciò arraffano tutto quello che in questi ultimi mesi possono arraffare, e delle macerie che lasciano, poco gli importa, tanto a pagare il conto per ricostruire una regione ridotta alla fame, saranno sempre i soliti caggi: i cittadini.