Fascisti e massoni (di Francesco Cirillo)

La fuga di Fiore da Rende e Verbicaro

La discesa a Rende e Verbicaro del fascista Fiore è stata solo un fallimento. Dopo le sue roboanti dichiarazioni a seguito del rinvio della sua discesa nel mese di dicembre, aveva detto che sarebbe andato a Cosenza “città di centri sociali e massoni”, ma non trovando nessun posto che lo potesse ospitare  si è rintanato come topo da fogna in un alberghetto sconosciuto della periferia di Rende con qualche giornalista fascista come lui e una serie di topi giunti da Lamezia Terme e Catanzaro.

Chiaramente la polizia ha provveduto subito a blindare le vie circostanti l’alberghetto impedendo ai militanti antifascisti di impedirgli la suddetta conferenza stampa.

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Da Rende, nel primo pomeriggio eccolo scortato da decine di auto della digos fino a Verbicaro.  Qui due ignari ragazzetti hanno trovato una piccola sede nel centro del paese, una volta piccolo porcile. E’ una piccola sede se così vogliamo chiamarla dove non entrano nemmeno dieci persone, ma che a Fiore serve come simbolo da sventolare nelle sue elucubrazioni mentali anti razziste, anti comuniste e a parole anti massoniche.

A proposito di massoneria, a dimostrazione della ignoranza della storia e della confusione mentale dei fascisti, basti pensare che quell’ignobile monumento dove vi è la tomba del fascista Bianchi, costruito negli anni 30 a Belmonte Calabro, ogni anno ad agosto è sede di saluti fascisti, non più di venti, commemorativi alla presenza proprio di Fiore e del prete Tam che li benedice, dimenticando che proprio Michele Bianchi era un gran maestro della loggia massonica calabrese.

A Verbicaro la popolazione e gli antifascisti si trovano un paese completamente blindato. E’ impossibile andare nella piazza centrale del paese, è impossibile anche tornare alle proprie case. A dirigere le operazioni il solito vice questore Cantafora esperto di manifestazioni di piazza e di inchieste farlocche sui no global calabresi.

E’ sua l’operazione contro il sud ribelle che portò all’arresto di 13 militanti no global accusati di tutto, ma completamente assolti nei tre gradi di giudizio e risarciti a vario modo, se pur con cifre ridicole,  dallo stato. E’ Cantafora che permette a Fiore ed a cinque militanti, dopo il loro arrivo a Verbicaro, di dirigersi spavaldamente verso il blocco antifascista provocandolo con saluti romani. Poi vista la reazione degli antifascisti che stavano scavalcando le barriere è lo stesso Cantafora che li ricaccia nel loro porcile.

Espletata la funzione Fiore viene di nuovo riaccompagnato fuori Verbicaro. Qualche fascistello viene invece guidato dai vigili attraverso viuzze alle loro auto evitando la piazza antifascista oramai colma di verbicaresi. Fiore se ne va con la coda fra le gambe mentre gli antifascisti si rimpossessano del paese con un corteo al canto di Bella Ciao.

Francesco Cirillo

Rete antifascista e antirazzista Calabria