Fascisti su Rende… alla conquista della città socialista
“Fascisti su Rende, rosso pianeta socialista e traditor. Siamo incredibili, siam sommergibili, siamo gli ignifughi, gli irrevocabili conquistator del sangue con onor, ed anche a questi rendesi ora le reni spezzerem”.
FASCISTI SU MARTE (https://www.youtube.com/watch?v=D-rKGaTgZEo)
Immaginate un riadattamento in salsa calabrese del celebre film di Corrado Guzzanti e Igor Skofic “Fascisti su Marte”. Anche a Rende un manipolo di camicie nere sta cercando di conquistare la città; dopo il fallimento del referendum di annessione eccoli palesarsi nuovamente, magari intonando la canzonetta sopracitata. Solo che, a differenza della missione in cui si è imbarcata la squadriglia capitanata dal gerarca Barbagli, Rende non è un pianeta arido e privo di vita, anzi tutt’altro. La città è tassello cruciale nell’ottica di una strategia più ampia; le sue risorse sono indispensabile per consolidare un controllo territoriale diffuso e duraturo. Ma come si costituisce questa forma di potere?
Marx sosteneva che “il potere politico moderno è solo un comitato che amministra gli affari comuni dell’intera classe borghese”; un comitato per l’appunto, o meglio ancora, la cointeressenza di diversi centri di potere, che spaziano dalla sfera politica, a quella economica fino a legarsi indissolubilmente alla caratterizzante ambiguità della cosiddetta “zona grigia”. Tutti elementi che si strutturano in un unico “cartello”.
Una volta predisposto l’impianto teorico è opportuno contestualizzarlo alle dinamiche locali, perché seppur con interpreti differenti, la logica del potere fascistizzante si replica configurandosi nella contemporaneità. Ma chi mai potrebbe essere questo araldo della classe dominante calabrese? chi potrebbe essere il nesso della cointeressenza di diversi centri di potere, che spaziano dalla politica alla economia, conditi dalla propaganda occulta dei soliti giornali di regime? Beh, l’ingegnere Marco Ghionna potrebbe essere il “delfino” giusto per il sacco di Rende. Tanto, quando la sconfitta sarà palese, da “delfino” diventerà “fesso”: ci vuole un attimo, anche meno. Meno di un mese, per essere precisi.
Un profilo ben noto quello dell’ingegnere, fascista convintissimo, proveniente da Alleanza Nazionale, come i suoi amichetti camerati Fausto Orsomarso (senatore meloniano), Massimo Clausi (giornalista che oggi si è riciclato nei media del clan Mancuso), Luciano Vigna (braccio destro del clan Occhiuto), Pietro Manna (segretario comunale… dappertutto) e dulcis in fundo Marcello Romanelli (abbiamo esaurito gli… aggettivi), giusto per citarne qualcuno. Ovviamente tutti coetanei cresciuti all’insegna del fascismo del nuovo millennio. Per essere chiari: la scuola non è quella della presunta “destra sociale”, dietro la quale cercano disperatamente di nascondere la… svastica ma quella dei lussi sfrenati, degli aperitivi borghesi e dei festini… l’élite fascista non conosce la povertà, anzi la scansa come se fosse contagiosa. Altro che destra sociale!
Marco Saverio Ghionna è un personaggio perfetto da accostare all’imprenditoria politica della cosiddetta “destra liberale” capitanata dalle dinastie politiche che da sempre inondano la politica con un flusso interminabile di clientele; un meccanismo affaristico che determina un assoggettamento vincolante alla logica di promesse in cambio di lavoro, e già qualcosa si sta muovendo in città. Ed ecco consolidarsi il primo componente del “Cartello”: la sfera politica del ceto dominante. La gerarchia della destra calabrese è scesa in campo con tutti i suoi generali perché Rende è uno snodo fondamentale per la strategia del potere, specie in vista delle prossime elezioni regionali. La logica è sempre la medesima: prima gli interessi personali poi il popolo.
Dietro questo ceto dominante, una fitta rete di finanziatori si muove a sostegno del “cartello”. Una retroguardia dal peso importante, che ha già investito un considerevole capitale nel fallito tentativo di annessione; basta semplicemente ricordare che gigantesca macchina propagandistica avevano inscenato durante il referendum impositivo. Ora, questo lauto investimento potrà andare mai perduto così? Certo che no, specie quando perdura nel tempo una complessa trama di interessi che esulano dalla politica sconfinando nella dimensione del privilegio; e si sa, i privilegi si pagano. Provate a chiedere all’ingegnere Ghionna e ai suoi amici camerati quanto prevedono di spendere per sostenere questa campagna elettorale, almeno le cifre dichiarabili; numeri da capogiro altro che il futuro si cambia, qui lo slogan giusto è “il futuro si compra”.
L’ultima componente indispensabile per il “cartello di potere” è ovviamente la macchina propagandistica. I giornali di regime sono già all’opera lavorando sottobanco per i soci e i finanziatori. Ovviamente nessuno vieta loro di farlo; ciò che contestiamo è il loro atteggiamento celato, opaco, che sulla linea del finto perbenismo vuole farci cadere nel tranello di un’ipocrita imparzialità. In realtà basta scrutare a fondo alcune testate giornalistiche per scorgere finanziatori e finanziati; ricordate sono i particolari che fanno la differenza. Guardate la foto…
Infine, cari cittadini rendesi, diffidate da questi “fascisti figli di papà”, perché la doppiezza è intrinseca nella loro natura; ingannare il popolo a suon di falsi propositi e fittizie promesse, con il solo scopo di tutelare e consolidare gli interessi dei pochi. Il fine ultimo rimane lo stesso, e si replica nel tempo, strutturare un cartello dominante che si imponga su Rende, in modo da avere il pieno controllo territoriale e la totale gestione delle importanti risorse della città; e perché no magari ipotizzare una sorta di “marcia su Rende” che porti a compimento quel processo di annessione fallito con il referendum. La prima batosta evidentemente non gli ha insegnato nulla, fanno finta di niente ma ora che la sconfitta è palese, il prode Ghionna da “delfino” è diventato “fesso”: è bastato un attimo, anche meno. Meno di un mese, per essere precisi.