Questa brutta vicenda sul Parco Acquatico di Rende, ci dice che sono maturi i tempi per capire cosa Manna ha rappresentato (e rappresenta) per Rende, la città che guida da ormai sei anni. I toni con i quali ha affrontato l’ultimo consiglio comunale, gli argomenti trattati, la discrepanza tra il vivere quotidiano e quello che sfacciatamente ci racconta, ma anche la facilità con la quale prova a farsi scivolare addosso, imperterrito, qualsiasi problema, creano allarme!
Non è più tempo, solo, di denunciare le inefficienze di una amministrazione che, in affanno, tenta di affrontare le difficili questioni e, maldestramente le aggrava, come successo per i Fondi della Metro o per la sua gestione di presidenza Ato sui rifiuti. C’è altro. Abbiamo tentato, nell’ultimo anno, cosi come fatto nella precedente legislatura, di richiamare l’attenzione su tante questioni “al limite”, caratterizzate dalla presenza di conflitto di interesse in alcune, dalla totale assenza di interesse pubblico in altre. Ma ogni tentativo è stato o disatteso o respinto, da una amministrazione e dalle persone a essa vicine che, da questo punto di vista, non hanno mai perso occasione di mostrare la propria arroganza, come se una vittoria elettorale potesse permettere tutto.
Avevamo denunciato, per tempo, le modalità di affidamento della gestione del Parco Acquatico, con una inaugurazione che da sè, ha lasciato intendere quanta fretta, improvvisazione, e…. quant’altro, ci fossero in quella scelta di farla a sette giorni dal ballottaggio.
Ma pensiamo solo per un attimo anche all’idea del nuovo centro commerciale privato, da costruire al posto dell’attuale impianto Marco Lorenzon, con un progetto dagli evidenti limiti tecnici, ma con ancora più gravi conseguenze in termini di danno economico alla collettività, il tutto poggiata su una semplice “scellerata promessa” di rilascio di concessione per un periodo assurdo (99 anni), per un bene pubblico. Ad oggi, le striminzite dichiarazioni di marcia indietro, danno più la sensazione di una rinuncia perché “colti sul fatto”, che non una reale presa di coscienza della assurdità di quanto proposto.
Abbiamo denunciato come siano stati mortificati centinaia di giovani professionisti, per il modo come sono affidati gli incarichi legali o quelli afferenti il Sasus. Quali interessi potrebbero esserci dietro la decisione di affidare la gestione cimiteriale ai privati, senza un controllo pubblico che tuteli un aumento delle tariffe.
E così per le deroghe alle vigenti norme urbanistiche per il nascente ospedale privato, per le modifiche di accessi ad personam (meglio ad strutturam) al viale Principe, ideate per favorire attività commerciali private. O ancora, quella che sarà la madre di tutte le nostre battaglie, se si dovessero confermare le volontà speculative che il nuovo Piano Strutturale Comunale nasconde, dietro una parvenza di “consumo del suolo zero”, ma che di pari a zero ha solo l’amore per la città, da parte di chi lo propone.
E’ giunta l’ora di far capire che per tutto questo i cittadini rendesi pagano un prezzo. Chi sarà oggi a pagare le conseguenze, in termini di immagine per l’Ente, e di danno economico vero, per le frettolose e interessate scelte fatte da Manna sul Parco Acquatico? E quelle sullo Stadio? Con la squadra di calcio costretta a giocare un intero campionato in trasferta, decretandone così, di fatto, la probabile e non auspicabile perdita di categoria? E quelle devastanti che potrebbero determinarsi dal punto di vista urbanistico, se il Psc dovesse concludere il suo iter di approvazione? E’ giunto il momento di porre fine a tutto ciò. Non basta più “solo” denunciare la cattiva gestione.
Manna è in debito di riconoscenza e fiducia nei confronti della città di Rende. Un primo debito di riconoscenza è nei confronti della enorme eredità che ha ricevuto dalle amministrazioni che lo hanno preceduto, in termini di patrimonio, di ricchezza, di centralità, di lungimiranza. E basta nascondersi dietro le scuse sulla cattiva gestione finanziaria ricevuta dal passato. Possiamo dimostrare come, il dissesto, quello vero, è stato determinato e sfiorato proprio sotto la sua gestione.
Ma Manna ha soprattutto un enorme debito per la fiducia che in lui hanno espresso i cittadini. E’ comprensibile che non riconosca il primo. Sarebbe devastante se venisse fuori che ha tradito la seconda, nei confronti dei cittadini che per due volte gli hanno dato fiducia. La sensazione che abbiamo è che sta accadendo questo.
Rende è da decenni una delle città con il reddito medio pro capite più alto del meridione, non vorremmo avere ragione nel pensare che proprio chi è chiamato a tutelarla, sia stato il primo a considerarla una El Dorado.
Mauro Stellato, Coordinatore Federazione Riformista