Flavio Stasi lancia la sfida a Occhiuto: “Corigliano-Rossano può cambiare il destino della Calabria”

Flavio Stasi non si ferma mai. Sta percorrendo in lungo e in largo tutte le contrade, i centri urbani, gli scali e i centri storici di Corigliano-Rossano e dovunque sta toccando con mano l’entusiasmo della sua gente. Ieri sera è stato a contrada Piragineti, una contrada rurale che è stata una colonna fondamentale per la vita sociale della nuova città, protagonista della nascita del movimento per la fusione di Corigliano e Rossano.

Stasi ha avuto vita facile a ricordare come è riuscito a creare una città migliore rispetto a quella che avevano lasciato i sindaci del “sistema”, a partire dalle esigenze dei più piccoli: “Qui invece della scuola – ha sottolineato Stasi – c’era un residuato bellico e proprio per la scuola di Piragineti avevamo subito un vero e proprio scippo da parte della Provincia (la cui presidente è la regina delle capre amica degli Occhiuto, ndr) con un piano di dimensionamento scolastico che aveva fatto pagare a Corigliano-Rossano tutti i debiti del loro sistema scolastico. Ebbene, dopo una memorabile manifestazione in piazza siamo riusciti a far cambiare il piano di dimensionamento e quasi quasi volevano anche prendersi il merito di ciò che avevano fatto e stavano solo cambiando… Un po’ com’è successo per l’autovelox di Cantinella: la Provincia prima l’ha messo, poi l’ha cacciato e voleva anche che gli battessimo le mani…”. Applausi scroscianti dalla piazza.

Il sindaco ha ricordato anche la svolta degli impianti idrici per attenuare l’emergenza acqua, il primo dei quali è stato realizzato proprio a Piragineti, dove per anni le autobotti sono state di casa e dove adesso il problema dell’acqua non c’è più, per affondare il coltello nella piaga rispetto a una “classe politica scadente che per almeno 20 anni ha abbandonato al suo destino la nostra città”.

“Invece di fare i comizi – ha gridato rivolto evidentemente al parassita sociopolitico che governa la Regione – vada a vedere come ha ridotto gli ospedali. Proprio oggi registriamo l’ennesimo allarme per le condizioni in cui è ridotto il reparto Nefrologia-Dialisi dell’ospedale Giannettasio. Eppure hanno la faccia tosta di venire a fare i comizi: noi non abbiamo né padroni e né padrini, siamo liberi e se ne devono fare una ragione perché la gente l’ha capito”.

Quando Stasi sceglie alcune espressioni dialettali per far capire come il “sistema” vuole farlo fuori, la piazza si infiamma: “Ci aspettavano al varco: ca mo Stasi cada, ca mo finiscia… addue addi jiire u guagnune… E invece sono e siamo ancora qua per dimostrargli che esistono anche comunità e persone libere”. Il tema dell’autonomia e della libertà di Corigliano-Rossano è quello portante per la campagna elettorale, quello che Occhiuto, la Straface e i loro galoppini non riescono proprio a sopportare ed è qui che Stasi lancia il messaggio più importante della serata scandendo per bene le parole all’esatto contrario degli asini che si fingono cavalli e poi ragliano invece di parlare: “Da questa vostra scelta – ha detto il sindaco –  può cambiare il destino della Regione Calabria perché se noi vinciamo questa sfida, anche in altre città calabresi la gente potrà pensare di potercela fare a respingere uomini e donne del sistema di potere. E così potrà finire la storia dei sindaci scelti a Cosenza e a Catanzaro dai partiti… Quegli stessi partiti che vorrebbero imporci l’autonomia differenziata, che ci hanno escluso dai fondi del Pnrr e e che escludendo il nodo di Tarsia hanno tagliato fuori lo Jonio dall’alta velocità ferroviaria”.

Noi non vogliamo essere i loro “signor sì” – ha rincarato la dose Stasi – e tutti hanno capito che vorrebbero mettere le mani sul malloppo dei milioni di euro dei finanziamenti per continuare a ricattare la gente come stanno facendo con noi con i fondi per il dissesto idrogeologico e delle reti idriche. Loro del resto sono i campioni delle perdite dei fondi e vorrebbero continuare a perderli, anche quelli che siamo riusciti a intercettare noi, per continuare a fare il bello e il cattivo tempo sulla nostra pelle: E’ ora di dire basta!”.

“Il sistema di potere – ha concluso Stasi – mai come questa volta è tutto unito come un mostro informe perché ha paura di voi non di me, che sono solo una faccia e sono di passaggio. Hanno paura di voi perché state dicendo basta ai ricatti e alle ‘mmasciate e loro sono terrorizzati dalla vostra libertà e dalla vostra autonomia. Qui non c’è da votare per Stasi sì o Stasi no ma per la libertà”.