Forza Italia, ormai è faida: tutti i clan che si contendono lo scettro di zio Silvio

(Paola Alagia – tag43.it) – Il risultato elettorale superiore alle aspettative era riuscito a ricompattare gli azzurri. Una unità che però è durata un battito d’ali, complici il caso Ronzulli, la scelta dei capigruppo di Camera e Senato e le improvvide uscite di Berlusconi su governo, Putin e ora su Zelensky. Prima il Cav ha snocciolato la lista dei ministri di FI, compresa la contesa casella della Giustizia nella quale ha dato per certa l’ex presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati; poi, inchiodato dagli audio di LaPresse, ha confermato i rapporti con il presidente russo, lo scambio di doni per i rispettivi compleanni, ha detto la sua su Zelensky («secondo me… lasciamo perdere, non posso dirlo») e conflitto in Ucraina. Intervento che su sua richiesta doveva restare riservato ed è stato tra l’altro applaudito dalla platea degli eletti. Insomma ce n’è abbastanza per mandare in fibrillazione partito e coalizione.

L’idea di affidare a Ronzulli il coordinamento di Forza Italia spacca gli azzurri

Fatto sta che in Forza Italia (o, almeno, in una parte di FI) regna l’imbarazzo. I più aspettano che si depositi la polvere, che tutto possa rientrare. Ma soprattutto attendono le prossime mosse. I riflettori al momento restano puntati su Antonio Tajani. Qualche forzista dietro garanzia di anonimato, infatti, la mette così con Tag43: «Speriamo che le parole di Silvio non abbiano conseguenze sulla casella degli Esteri che è stata sin dall’inizio una delle poche certezze che avevamo». Ma non è la sola questione “attenzionata” dalle parti di Forza Italia. L’ipotesi di affidare a Licia Ronzulli, già presidente dei senatori di FI, anche il coordinamento del partito (ora in mano a Tajani), è guardata con forte apprensione tra gli eletti. Non manca qualche moderato che spariglia e confessa di considerarsi «più vicino a Tajani sui contenuti, ma devo riconoscere che, sul piano dell’organizzazione, Licia è più brava di lui». C’è chi invece taglia corto: «Di sicuro è un’ambizione di Ronzulli, ma non credo che diventerà realtà. Per lo meno non a breve. Anche perché Berlusconi sa bene di dover tenere unito il partito». Insomma, il non detto è che affidare la formazione politica alla senatrice, che è considerata la più salviniana degli azzurri, potrebbe far implodere FI e di sicuro portare a nuovi addii. Un’ipotesi per ora «remota», secondo diverse fonti di Forza Italia. «E il motivo è semplice: ancora si deve formare l’esecutivo, con a seguire tutti gli incarichi da assegnare. E poi ci sono le commissioni da costituire». Della serie calma e gesso. O per dirla con le parole di un azzurro di lungo corso: «Per aspera ad astra. Berlusconi ci ha sempre abituato ai colpi di scena, con lui nulla è scalfito nella pietra una volta per sempre. Oggi i ronzulliani pare abbiano avuto la meglio sui tajaniani, ma domani chi può dirlo?».

La mappa di Forza Italia: chi sta con Ronzulli e chi con Tajani
Silvio Berlusconi e Licia Ronzulli al Senato (Getty Images).

Da Cattaneo a Paolo Sisto, la truppa dei ronzulliani

Tajaniani e ronzulliani, appunto. Sono queste le due anime del partito, che soprattutto dopo il gran rifiuto opposto da Giorgia Meloni al nome della ‘badante’ di Berlusconi, è diventato anche una sorta di derby tra filo governisti e antigovernisti. Sebbene nel corpaccione di Forza Italia ci sia pure chi non è ascrivibile né all’una e né all’altra fazione e resta sempre e solo berlusconiano. Come detto, in questo momento, sono i ronzulliani a poter cantare vittoria. E tra questi ci sono i parlamentari Paolo Zangrillo, Roberto Rosso, Roberto Pella, Stefano Benigni e Mauro D’Attis. Il sottosegretario uscente alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, poi, è in buoni rapporti con la neocapogruppo azzurra a Palazzo Madama, anche se non è certo ascrivibile agli antigovernisti tout court. Tutt’altro. Non a caso, rientra nella rosa dei nomi per eventuali futuri incarichi governativi. Senza dimenticare, infine, Alessandro Cattaneo, nuovo capogruppo di FI alla Camera e considerato, appunto, un ronzulliano. «Ma attenzione», spiega un insider, «è un ronzulliano morbido, una persona con la quale si può dialogare».

La mappa di Forza Italia: chi sta con Ronzulli e chi con Tajani
Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo (da Fb).

Bernini e la famiglia Berlusconi (esclusa Fascina) pro Tajani

Dialogante o meno, sta di fatto che Cattaneo ha scalzato il deputato Paolo Barelli dalla guida del gruppo a Montecitorio. E il presidente di Federnuoto, si sa, è molto vicino ad Antonio Tajani. Non il solo da collocare nelle truppe del vicepresidente del Ppe. Raffaele Nevi, per esempio, è considerato tra i parlamentari a lui più vicini. Ma rientrano nel novero anche il deputato Alessandro Battilocchio e la senatrice Anna Maria Bernini. E la famiglia di Berlusconi per chi parteggia? «Ronzulli può contare sull’appoggio della fidanzata di Silvio, Marta Fascina, ma i figli», continua la fonte azzurra, «almeno in questo momento guardano più a Tajani. Per una ragione molto semplice: a loro sta a cuore solo preservare il padre e nel vicepresidente del Ppe vedono una figura più rassicurante».

La mappa di Forza Italia: chi sta con Ronzulli e chi con Tajani
L’azzurra Anna Maria Bernini (da Fb).

Gli ‘indipendenti’: Mulè, Lotito e Miccichè

Discorso a parte per Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa uscente, che sfugge alle etichette. «È abbastanza indipendente», dicono di lui. Come del resto non è catalogabile Claudio Lotito che già ha attirato su di sé i riflettori. Il patron della Lazio ha dovuto vergare nelle scorse ore un comunicato proprio per smentire un suo passaggio al partito di Giorgia Meloni: «Questa notizia, immagino sia stata sponsorizzata da qualcuno», ha detto, «al solo fine di rendermi ‘inaffidabile’, forse solo per avvantaggiarsi in quelli che saranno i futuri incarichi che spetteranno a Forza Italia». E che dire del neo senatore Gianfranco Micciché, dominus del partito in Sicilia? Un altro che «non si fa irregimentare». D’altronde, che sia un forzista fuori dagli schemi lo si era capito non appena ha lanciato, dalle colonne de La Stampa, la sua proposta di «appoggio esterno al governo».

La mappa di Forza Italia: chi sta con Ronzulli e chi con Tajani
Claudio Lotito (Getty Images).

I berlusconiani doc: Stefania Craxi, Gasparri e Casellati

New entry a Roma in realtà sono poi Rita Dalla Chiesa e l’ex leghista Flavio Tosi che neanche il tempo di mettere piede nei Palazzi si sono ritrovati nel mezzo di un partito in fibrillazione. C’è da registrare, però, che l’ex sindaco di Verona si è lanciato subito in una difesa strenua del Cav: «Sono buoni rapporti internazionali interpersonali e in questi contesti servono», ha detto ieri ospite a DiMartedì a proposito delle parole di Berlusconi su Putin. Tra gli azzurri, in effetti, sono diversi gli esponenti che continuano a fare quadrato solo intorno al Cavaliere. Stefania Craxi e Maurizio Gasparri sono tra questi. Come del resto Casellati. «Almeno finché Berlusconi porterà avanti il suo nome», malignano dagli interna corporis. È considerato, infine, un berlusconiano e soprattutto un moderato Roberto Bagnasco, fresco di rielezione alla Camera. Questo è il quadro, sempre che il leader di Arcore non spiazzi di nuovo tutti. In quel caso, scommette più di un azzurro, «anche la geografia attuale potrebbe cambiare. E le carte si mischierebbero di nuovo».

La mappa di Forza Italia: chi sta con Ronzulli e chi con Tajani