“Francesco Grande Aracri è la ’ndrangheta ma anche Brescello ha le sue colpe”

di Alessandra Codeluppi

Fonte: Il Resto del Carlino

“Francesco Grande Aracri è la ‘ndrangheta in Emilia, il suo vertice massimo”. Non poteva usare parole più forti il pm della Dda Beatrice Ronchi, per descrivere il fratello del boss Nicolino Grande Aracri, capo della cosca di Cutro. Francesco, 68 anni, trapiantato da tempo a Brescello, ora in custodia cautelare in carcere a Novara, è accusato di associazione mafiosa, insieme al figlio Paolo, nel processo ‘Grimilde’ con rito ordinario.

Nella requisitoria, che si è conclusa con la richiesta di 30 anni di carcere per il boss, il pm ha riservato parole severe anche per Brescello, indicato come ‘corresponsabile’ del radicamento della mafia.

“Nella vita di Grande Aracri non c’è stato un prima e un dopo. Successivamente alle contestazioni a lui mosse in ‘Edilpiovra’, che si chiudono nel 2003, lui ha proseguito con le stesse condotte, senza fare alcun gesto di discontinuità”. Evidenzia la sua peculiarità: “È l’ideatore della strategia del calabrese che si rimbocca le maniche ma è discriminato dai reggiani. Lui capì che bisognava parlare il linguaggio della ricchezza tramite scorciatoie e dell’imprenditorialità per farsi comprendere dai cittadini locali. È stato il primo a essere ‘ndranghetista mimetizzandosi nella società civile”. Grande Aracri inviò una lettera dopo i primi sequestri dicendosi danneggiato per le sue origini: “Un cavallo di battaglia usato anche dopo, come strumento di ricatto, nella lettera che fu scritta da Pasquale Brescia al sindaco Luca Vecchi”.

Ma, se tutto ciò è avvenuto, secondo il pm lo si deve “pure all’accoglienza che gli ha riservato Brescello – attacca – anche dopo la condanna per mafia” in ‘Edilpiovra’ (3 anni e mezzo) Il magistrato snocciola mancanze e fatti inquietanti e controversi. A partire dalla lettera che nel 2009, “quando era sindaco Giuseppe Vezzani”, fu inviata ai cittadini, dove si definivano diffamatori gli articoli su Brescello descritta come terra di mafia. Il pm è lapidario: “Tutte sciocchezze”. Intercettato in carcere, Grande Aracri si è raccomandato con la figlia Rosita di cercarla. “Lui sosteneva che fosse importante”, sottolinea il pm. Altra anomalia: “La denuncia dell’occupazione abusiva dell’area demaniale (in via Breda Vignazzi a Brescello, ndr) fatta al Comune nel 2007, ebbe seguito solo nel 2013”. Definisce “semplicemente inquietante” il filmato fatto nel 2014 dell’associazione Cortocircuito, con Elia Minari, in cui l’allora sindaco Marcello Coffrini definì l’imputato “molto composto ed educato”.

E richiama le intercettazioni del 23 novembre 2019 in carcere di Grande Aracri, in cui lui dice: “’Di me la gente ha sempre parlato bene’”. Non solo: “Cita l’estimatore Marcello – insiste il pm – ‘con cui abbiamo bevuto e mangiato’”. Oltre a l’ex “parroco di Brescello” e l’ex “maresciallo dei carabinieri” (non imputati). Cita la manifestazione che fu indetta a sostegno dell’ex sindaco Marcello Coffrini, dopo che spese parole positive per l’imputato e fu bersagliato dalle critiche. “Fu intitolata ‘Contro tutte le mafie, con Marcello’. È stata usata dalla famiglia Grande Aracri per dire che non sono mafiosi: un gioco degli specchi”. Parla dei suoi tre figli Salvatore, Paolo e Rosita, “la sua longa manus nella società civile”. E fa un auspicio”: “Non è oggetto del processo verificare se Brescello ha capito che non ci si difende dalla mafia negandola. Speriamo almeno che ‘Grimilde’ abbia aiutato ad aprire qualche occhio in più”.