Gas, Eni scommette sul giacimento di Crotone: saranno riattivati due pozzi insabbiati

L’obiettivo sarebbe quello di raddoppiare la produzione di metano dei giacimenti al largo delle coste crotonesi. Il sindaco Vincenzo Voce è convinto che Eni voglia arrivare ad estrarre all’anno, almeno 700 milioni di metri cubi standard di gas dai pozzi offshore. Un quantitativo di metano che corrisponde al doppio di quanto attualmente la multinazionale di Stato, tira fuori con le trivelle dai fondali crotonesi.

Come è noto la società fondata da Enrico Mattei ha già chiesto lo scorso luglio l’autorizzazione doganale per l’installazione in mare di una piattaforma mobile di perforazione. Il “Jack Up” verrà utilizzato per riattivare due pozzi di metano (“Luna A 41 dir A” e “Hera Lacinia 17 dir”) che hanno cessato l’erogazione rispettivamente a novembre 2018 e gennaio 2020, in seguito alla «produzione di sabbia»; ma anche per eseguire un intervento mirato ad aumentare la produzione di un terzo pozzo (“Hera Lacinia 16 dir”) che ha ridotto di molto la sua portata dalla fine del 2020, passando da 200 Ksm³/g (200mila metri cubi standard al giorno , unità di misura per calcolare le quantità di idrocarburi) a circa 30 mila metri cubi standard giornalieri per poi ridursi «fino all’attuale portata» di 20 Ksm³/g (20mila metri cubi standard al giorno di gas metano).

C’è fame di gas in tutta Europa, anche perchè la parola d’ordine dallo scoppio della guerra in Ucraina, è diversificare per evitare di essere “impiccati” alle forniture della Federazione russa. Ed in questo scenario geopolitico torna certo utile aumentare la produzione dei giacimenti pitagorici che nei decenni scorsi arrivarono addirittura a coprire il 14/16 per cento della produzione nazionale.

Per riattivare i due pozzi insabbiati arriverà da Dubai il “Key Manhattan” dell’azienda “Shelf Drilling”. La piattaforma mobile che già 11 anni fa lavorò nelle acque crotonesi, s affiancherà alla “Hera Lacinia Beaf”, la struttura reticolare a quattro gambe che tramite condotte sottomarine trasferisce il metano portato in superficie nella Centrale gas di Crotone per essere trattato e immesso nella rete nazionale.

Intanto sono state già autorizzate dalla Capitaneria di Porto pitagorica le “attività monitoraggio ambientale e rilievi geofisici” a ridosso della stessa piattaforma Hera Lacinia Beaf. Si tratta di operazioni propedeutiche alle nuove perforazioni. Così come propedeutico all’arrivo del “Jack Up” è il monitoraggio ambientale del fondo marino (in gergo tecnico denominato botton survey), in corso dal 28 settembre scorso da parte dell’unità navale Arturo Primo, con la fine delle attività che è fissato al 10 novembre.

Sono inoltre in corso di esecuzione i rilievi geofisici del fondale marino, da parte dell’unità navale Vos Tethys attraverso un veicolo sottomarino che si muove fino ad una distanza massima di 500 metri dalla piattaforma Hera Lacinia Beaf. Attività quest’ultima che dovrebbe concludersi entro il 15 novembre. Fonte: Gazzetta del Sud