Gentile, Roccisano e altri disastri (di Cosenza in Comune)

Gentile, Roccisano e altri disastri

La trasmissione “Report” di lunedì sera ci mostra, purtroppo, ancora una volta, la qualità della locale intellighentia.

Dalla sua visione si esce pervasi da vari sentimenti: rabbia, vergogna, indignazione, frustrazione.

Se la mente scorre indietro, ma non molto nel tempo, si ricorda la ridicola dichiarazione del direttore generale della Fondazione Campanella, Antonio Belcastro, per il quale la presenza dei “topini” (nei laboratori) era la dimostrazione che nella struttura veniva effettuata con tutta evidenza (?) Ricerca scientifica.

La spregiudicata ignoranza di un’avvenente dirigente dell’Ospedale di Cetraro, che ignorava il non funzionamento del fotovoltaico sul tetto del suo stesso ospedale.

Le tristi bugie dell’ex direttore generale dell’ASP di Cosenza, Gianfranco Scarpelli, che “manu testiculari” negava di esser lì per caso uscendo dalla villa del senatore Gentile….

Sì. lo stesso, tanto ambito dalla “sinistra” cittadina e non solo che, costretto a dimettersi per comportamenti indiretti ai confini della mafiosità (come è interessante la famosa telefonata, per stile e contenuti), viene ripescato, ovviamente, per merito sempre da Renzi (sigillo Boschi) e si ritrova il figlio, Andrea, per meriti evidenti dal curriculum, membro del CDA dell’Istituto Tumori di Milano (eccellenza Italiana ed Europea), come dall’ultima puntata del format della Gabbanelli abbiamo appreso.

cinghia E’ vero il fatto che l’essere figlio del senatore non deve (nel trovare lavoro) rappresentare un handicap, ma neanche una garanzia per ricoprire senza titoli adeguati incarichi di prestigio come in questo caso.

Anche la “distrazione” dell’assessore regionale Roccisano – immortalata dalle telecamere di Rai 3 –  che con incoscienza e allucinante freddezza, ci dice di non conoscere bene parte del suo lavoro, e che oltre mezzo milione di euro destinati alla disabilità sono tornati indietro perché non utilizzati, nella regione in cui i livelli di supporto alla disabilità sono tra i più bassi, ci dà il segno inequivocabile della  dissociata realtà di chi ci governa.

Quanto rappresentato non è proprio quello di cui la Calabria necessita per uscire dallo stato di difficoltà e degrado morale in cui si trova. Non bastano i dati sulla povertà dell’ISTAT, non basta la bruttura che ci rappresenta, non basta esprimere solo indignazione, perché è all’ombra della nostra incapacità a scrollarci di dosso individualismo, la nostra accomodante pronazione alla mafiosità, la nostra condanna qualunquistica della Politica, cresce il senso di impotenza della democrazia ed il consenso per forme parassitarie e mafiose del potere.

Bisogna lavorare perché si espanda la democrazia, la bellezza e i valori positivi di queste nostre città colme anche di solidarietà, innovazione, efficienza, e perché queste persone vengano definitivamente e democraticamente allontanate dalla cosa pubblica.

Cosenza in Comune