Gian Antonio Stella: “La ’nduja dello Yorkshire”

Un’azienda inglese vende on line la specialità calabrese definendola però «ghiottoneria dal sapore eccezionale nata dalle meravigliose esperienze culinarie della Lishman’s butchers and charcutiers»

di Gian Antonio Stella

Fonte: Corriere della Sera

«Poenta e ’nduja», sosteneva lo scrittore calabro-trentino Carmine Abate nel libro I l banchetto di nozze e altri sapori (Mondadori), è una leccornia. Una prelibatezza che tiene insieme, esaltandole, la cultura gastronomica veneto-alpina e quella appenninica calabrese. Ma c’è chi è andato spericolatamente oltre. Sul più bello che la premier iper-nazionalista Giorgia Meloni insediava il ministero del «Made in Italy» (english, sorry…) e faceva ministro alla sovranità alimentare italiana il marito di sua sorella Francesco Lollobrigida, che ti arriva sul mercato? La «Yorkshire ’nduja». Una ghiottoneria dal «sapore eccezionale» nata dalle «meravigliose esperienze culinarie» (parole testuali prese dalla home page) della «Lishman’s butchers and charcutiers» (macellai e salumieri) di Ilkley, una cittadina e una stazione termale del West Yorkshire nel nord dell’Inghilterra, a 366 chilometri da Londra e 2.818 (tunnel della Manica compreso) da Spilinga, il paesello in provincia di Vibo Valentia che rivendica d’essere la patria del celeberrimo insaccato piccante.

Una «delicatessen» (massì, abbondiamo con l’esterofilia: c’è una pasticceria che si chiama così anche a Ragusa!) che la salumeria inglese descrive così: «Handmade from Yorkshire pigs. Nduja is a soft spreadable salami which is seasoned with chilli and paprika making it fiery hot. Best dotted on pizzas, mixed with tomato and grilled on bread, added to pasta dishes or stews»: da farsi venire l’acquolina in bocca.

Prova provata che, fallita la difesa della friulanità del Tocai (nonostante i «300 vitigni di Toccai» portati in dono di nozze nel 1632 dalla contessa Aurora Formentini al suo sposo ungherese: non il contrario), quella dell’Aceto di Modena imbottigliato in Germania, dei «Fast&Furious Garlic + Chilys Spaghetti» o dei formaggi italiani prodotti nel Wisconsin (dal Provolone cheese alla Scamorzarella, dal Parmesan al Juusto Italiano Baked Bread Cheese fino allo Sharp Provolone) ci facciamo fregare anche sui prodotti di nicchia…

Curiosità: sarà calabrese almeno il peperoncino di quella ’nduja dello Yorkshire o verrà anche quello da qualche piantagione del Chiapas o del Bengala?