Gian Antonio Stella: “Le 10 conseguenze della corruzione”

(Gian Antonio Stella – corriere.it) – Ammesso che siano stati i disinvolti nababbi quatarioti a svuotare barili di banconote nei sacchi di juta di vari italiani, italo-belgi per emigrazione e italo-greche per amore tutti nel giro dell’Europarlamento, chi mai avrà messo in testa ai corruttori che i nostri connazionali potevano essere più aperti rispetto ai danesi o ai finlandesi nei confronti degli aspiranti distributori di mazzette? C’è poco da buttarla sull’ironia: chi odia gli stereotipi razzisti contro gli italiani (la pistola sul piatto di spaghetti di una rivista tedesca, la prima pagina del Süddeutsche Zeitung con un vecchio e malconcio stivale da donna intitolata «Stivale puzzolente», le malignità sul comandante Schettino additato a simbolo della superficialità di tutti noi?) vive con fastidio intollerabile il coinvolgimento di tanti politici e para-politici e lobbisti nostrani in queste oscene vicende di tangenti. E si chiede fino a che punto tanti connazionali non abbiano contribuito a far crescere questo osceno stereotipo dando sempre minore importanza alla corruzione al punto di scandalizzare Papa Francesco che pochi anni fa attaccò frontalmente il corruttore: «Dio ci ha comandato di portare il pane a casa col nostro lavoro onesto! Ma quest’uomo, amministratore, come lo portava? Dava da mangiare ai suoi figli pane sporco! E i suoi figli forse educati in collegi costosi, forse cresciuti in ambienti colti hanno ricevuto dal loro papà, come pasto, sporcizia, perché il loro papà, portando pane sporco a casa, aveva perso la dignità!».

La classifica di Transparency dal 1995 a oggi, del resto, dice tutto: la percezione di vivere in un Paese corrotto, tra gli italiani, cala e cresce, cala e cresce ma neppure una volta il nostro è riuscito a entrare nella trentina dei Paesi più virtuosi. Neppure una. Con danni pesanti per tutti i cittadini perché, come scrive ne L’Atlante della corruzione Alberto Vannucci, «La corruzione 1) demolisce la fiducia dei cittadini e la coesione sociale, 2) lede il principio di uguaglianza, 3) distrugge la giustizia sociale, 4) contraddice il principio di trasparenza e non crea allarme sociale, 5) mina la decisione pubblica e orienta i procedimenti legislativi, 6) distorce la competizione politico-elettorale, 7) espone il politico al ricatto, 8) favorisce l’incompetenza a scapito del merito, 9) rafforza le mafie, 10) uccide». Ce la meritiamo, la pioggia di battutine insultanti di questi giorni? Mah… Certo non basta indignarsi contro chi ridacchia …