Giorgia e i suoi fardelli: il governo di imputati, affaristi e “capitreno”

(DI TOMMASO RODANO – ilfattoquotidiano.it) – Grane giudiziarie, casi mediatici, questioni basilari di opportunità: in un anno e spiccioli di legislatura, il governo Meloni ha collezionato imbarazzi grandi come una casa. Quella in cui vive il ministro Guido Crosetto è solo l’ultima buccia di banana su cui scivola la maggioranza.

In principio fu Andrea Delmastro. Il sottosegretario alla Giustizia è rinviato a giudizio per rivelazione del segreto d’ufficio. Affare nato, per certi versi comicamente, grazie a un’involontaria “auto delazione” in casa Fratelli d’Italia. Lo scorso 31 gennaio, Giovanni Donzelli riferiva in un discorso alla Camera alcune conversazioni avvenute nel carcere di Sassari, durante l’ora d’aria, tra l’anarchico Alfredo Cospito e due boss di camorra e ’ndrangheta. Era chiaro che il deputato non potesse o dovesse essere a conoscenza di atti sottoposti a protocolli di segretezza; fu lui stesso a spiegare di averne appreso il contenuto dal compagno di partito, Delmastro, il quale invece poteva accedervi grazie alla delega al Dap, dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Il sottosegretario rivendica il suo operato: “Non ho dato le carte a Donzelli. Ho risposto a una domanda, non mi potevo trincerare dietro una segretezza che non c’era”. Il processo inizia il 12 marzo.

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, è indagata per falso in bilancio per la gestione di Visibilia, società da lei fondata, di cui è stata presidente e amministratrice delegata fino al 2022. L’ipotesi di reato, che condivide con altri ex amministratori, è di false comunicazioni sociali (mentre l’accusa di bancarotta è sostanzialmente caduta a ottobre, quando la procura ha ritirato l’istanza di fallimento). Non mancano altre circostanze imbarazzanti, oggetto di altri fascicoli d’inchiesta: il fallimento di Ki Group-Bioera, la presunta truffa ai danni dello Stato per il ricorso, da parte di Visibilia, alla cassa integrazione a zero ore nel periodo del Covid per alcuni dipendenti e il ruolo di Negma, fondo di investimenti con sede a Dubai, che è intervenuto in sostegno delle società di Santanchè in crisi. Imbarazzi che non hanno suggerito a Giorgia Meloni l’opportunità di rimuoverla: la ministra a luglio è uscita indenne da un’interrogazione in Senato (disse di non aver mai avuto avvisi di garanzia, risultò indagata dopo poche ore) e poi da un voto di sfiducia.

Molto è stato scritto sul pirotecnico Vittorio Sgarbiil Fatto ha raccontato per primo la fiorente attività di conferenziere a gettone del critico d’arte, a tempo perso anche sottosegretario alla Cultura. Lui non ravvisa incompatibilità tra i suoi incarichi pubblici e privati, va avanti senza sosta, tra insulti e diffide. Tra le varie questioni aperte, c’è quella del quadro rubato nel 2013 dal Castello di Buriasco che sarebbe riapparso in una mostra a Lucca curata dallo stesso Sgarbi nel 2021. Inoltre rischia il processo per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte; secondo la Procura di Roma, avrebbe acquistato un dipinto all’asta facendo figurare la fidanzata come acquirente per mettere l’opera al riparo dal Fisco, a cui deve circa 715 mila euro.

Ai guai del dream team meloniano bisogna aggiungere la fermata ad personam grazie alla quale il ministro Francesco Lollobrigida (non indagato) è sceso da un Frecciarossa in ritardo sulla tratta Roma-Napoli (“Polemica pretestuosa – ha replicato lui – e lo rifarei altre 100 volte”), senza dimenticare i presunti conflitti d’interessi di Maurizio Gasparri e della società da lui presieduta, la Cyberealm. Chiude la galleria Augusta Montaruli. L’ex sottosegretaria all’Università è stata condannata in via definitiva a un anno e sei mesi per peculato: era tra gli imputati del processo sulle spese pazze in Regione Piemonte negli anni della giunta Cota (2010-2014). Fatale l’impiego di denaro pubblico per utilità private: tra gli scontrini incriminati anche quello per il prezioso volume erotico Sexploration. Giochi proibiti per coppie. Montaruli, unica tra i suoi colleghi di governo, si è dimessa subito dopo la condanna.